Don Gabriele Carlotti, don Cugini, don Pietro e don Burani |
Siamo ospiti a Manaus nella casa del PIME |
Visita al Teatro di Manaus |
Don Pietro consegna a Mons Sergio alcuni doni della nostra Diocesi |
Alla fine dell'incontro l'Arcivescovo ci ha offerto il lauto pranzo. Capotavola potete vedere uno dei due vescovi ausiliari di Manaus. |
INCONTRO CON DON
GIORGIO EDOARDO CASTRIANI
ARCIVESCOVO DI MANAUS
MERCOLDI 6 GIUGNO 2018
Paolo Cugini
Siamo
arrivati tutti sani e salvi giunti in modi diversi e con voli diversi, ma
arrivati a Manaus. Prima giornata dedicata all’incontro con l’Arcivescovo di
Manaus Mons. Giorgio Edoardo Castriani.
Dopo
averci ricordato che Manaus è il cuore dell’Amazzonia con circa due milioni di
abitanti, Mons. Giorgio ha iniziato a raccontarci e a raccontarsi. Ci ha detto
delle sue esperienze pastorali fatte all’interno dell’Amazzonia in cui, ancora
oggi, molti luoghi e molti popoli indigeni sono abbandonati. Esperienze pastorali
che lo hanno formato, soprattutto lo hanno aiutato a camminare con la gente
incontrata rispettando i loro ritmi e le loro culture. Mons Castriani ha parlato della differenza
tra l’attività evangelizzatrice di una grande città come Manaus, che vede la
presenza di molte congregazioni e movimenti, e le diocesi all’interno
dell’Amazzonia – dove noi ci stiamo dirigendo – che vivono diversi problemi, tra
i quali l’isolamento, la difficoltà di raggiungere ancora oggi questi luoghi. A
Manaus le parrocchie incontrano molte persone prevenienti dai paesi vicini,
come il Venezuela che, come sappiamo, sta vivendo uno dei periodi più critici
della sua recente storia democratica, ma anche persone che provengo dalle zone
all’interno dell’Amazzonia. Come ci ha ricordato Mons Castriani – di chiare
origine italiane, anche se lui stesso è nato in Brasile – “Molti vengono in città a Manaus e dopo fanno fatica a continuare il
cammino ecclesiale. Quando uno lascia il suo territorio lascia la religione”.
A
Manaus la presenza della Chiesa Cattolica si è venuta consolidando con il tempo
al punto che oggi può contare con: “150
preti, tra cui 100 religiosi. Tra questi 40 sono nati a Manaus. Ci sono anche
preti italiani e polacchi” La vivacità della Chiesa Cattolica a Manaus può
contare anche con la presenza di molti ordini religiosi, soprattutto femminili,
assieme ad un discreto numero di nuovi movimenti. Tra questi spiccano, da ciò
ce si legge nell'annuario diocesano regalatoci da Mons. Giorgio, quelli di provenienza
carismatica. Del resto, la crescita del Rinnovamento Carismatico Cattolico è
uno degli aspetti più significativi della Chiesa brasiliana degli ultimi
vent’anni e la sua presenza si fa sentire anche a Manaus.
Molti
sono i problemi sociali che ogni giorno le parrocchie dell’Archidiocesi devono
affrontare. Da una parte i problemi legati ai popoli così detti ribeirinhos, quelli cioè che vivono
vicino ai fiumi; dall’altra il problema dell’occupazione della terra per
costruire abitazioni nelle periferie della città. Oltre a ciò, l’attenzione
quotidiana verso un numero imprecisato di poveri che battono alle porte delle
parrocchie per chiedere assistenza.
L’Archidiocesi
di Manaus sta vivendo un periodo intenso per la preparazione all’assemblea
Pastorale di fine anno. Conforme allo stile delle diocesi brasiliane, alla fine
dell’Anno pastorale gli operatori pastorali – presbiteri, suore e i laici maggiormente
coinvolti – vengono convocati dal Vescovo per valutare il cammino e cercare
d’indicare le priorità per l’anno successivo. Quest’anno, ci spiegava Mons
Castriani, l’Assemblea Pastorale di fine anno sarà particolarmente importante
perché si trova alla fine di un percorso durato quattro anni. “Vogliamo essere una Chiesa che ascolta le
persone – scriveva l’Arcivescovo all’inizio di quest’anno in una lettera
rivolta a tutte le comunità - non calpestando il ritmo del popolo, ma
vivendo la comunione e la partecipazione concretamente nelle loro istanze di
decisione, consigli pastorali e amministrativi a tutti i livelli”. Insomma,
il desiderio che ha nel cuore Mons Giorgio è aiutare le comunità verso una
chiesa sempre di più sinodale dove tutti si sentano corresponsabili.
Il
dialogo con Mons Castriani ha toccato molti temi come quello delle
problematiche sociali sia della città di Manaus, come delle tante difficoltà
delle diocesi all’interno dell’Amazzonia. Di queste ultime problematiche avremo
modo di ascoltare e condividere nei prossimi giorni.
Dovremmo davvero imparare da loro. La persona davanti a tutto! Sempre e comunque.
RispondiEliminacredo che sarà un sinodo coraggioso se riuscirà a coinvogere molti credenti indigeni La fede deve essere innestata nella cultura del territorio
RispondiElimina