domenica 8 dicembre 2024

IL PROGETTO SANT' IGNAZIO NEL QUARTIERE COMPENSA DI MANAUS

 

La cappella della comunità Santo Ignazio
La gente del posto deposita lì i rifiuti
ho provato a dire qualcosa, ma...



Paolo Cugini

Parlare del quartiere Compensa a Manaus è sinonimo di traffico, di aree dominate dai trafficanti con i fucili e i mitra spianati. Non è un’esagerazione. Proprio due domeniche fa, verso le 8,30 del mattino, quando dalla comunità di Rosario mi trasferisco alla comunità di san Sebastiano per celebrare un’altra messa, passando per la comunità di sant’Ignazio di Loyola, davanti ad uno dei due bar situati ai lati della chiesetta, c’era un tizio che faceva il fenomeno con n mitra in mano. Chiaramente passando la notte a bere e a strafarsi di droga si arriva all’alba un po' sfatti e si cominciano a fare delle cose strane. Mentre arrivavo sul posto è giunta la polizia, quella dei corpi speciali, che in poco tempo ha sistemato le cose, alla loro maniera e cioè, botte da orbi. 

Le viuzze della comunità santo Ignazio sono sempre piene di gente. Anche durante la settimana, a qualsiasi ora, si trova gente sulla strada. Il top dei top è il fine settimana con i bar affollati, gente che davanti a casa si organizza con casse musicali a tutto volume, tavolini per mangiare, bere e stare in compagnia. È una scena già vista in Bahia. Il fine settimana è sacro: ci si ferma per stare con i famigliari, gli amici, mangiare un po' di carne, bere un bicchierino (a dire il vero più di uno) ascoltare musica, fare due risate e contarsela. Se poi alla domenica c’è il Flamengo che gioca, la festa diventa una vera follia. Un mese fa ero in macchina per celebrare la messa nella comunità di Cristo Re, in una zona ancora più calda dal punto di vista del dominio dei trafficanti e, quando sono entrato nella stradina per arrivare alla capellina, ho trovato lo spazio intasato da sedie e tavolini con la gente che stava assistendo alla partita del Flamengo contro il Vasco, vale a dire un classico. Mi sono fermato e, quando mi sono affacciato al finestrino per chiedere informazioni, è arrivato un tizio che, con calma, mi ha indicato un’altra strada per arrivare alla capellina. Di spostare le sedie e i tavolini neanche pensarci. E allora, anche se mancavano 15 metri per arrivare alla capellina,  ho obbedito prontamente per evitare conseguenze negative. 

Una strada del quartiere


La comunità cattolica di sant’Ignazio è piccola numericamente. A messa si contano una cinquantina di persone che arrivano a settanta, ottanta nei giorni di feste particolari. È piccola, ma molto attiva su molti fronti. C’è un bel gruppo di leader che si occupano dei vari settori della pastorale. C’è anche un bel gruppo di giovani che in realtà sono adolescenti. Come tutte le sette comunità della parrocchia, anche questa è stata fondata dai gesuiti e, anche santo Ignazio vive lo stesso problema: chiesetta piccola, stretta, senza possibilità di ampliarla perché circondata da altre case, che sono una attaccata all’altra. Il consiglio pastorale della comunità ha deciso di organizzare eventi per raccogliere fondi e costruire un soffitto di cemento nella cappella per costruire un piano dove poter sistemare alcune stanze (è questo il progetto). La comunità è molto attiva sul piano della carità. Organizza momenti in cui offre pizza (uno dei componenti, che è anche il chitarrista, è pizzaiolo) e altri cibi per le famiglie più povere. Ogni tanto organizza una serata in cui si vende a basso prezzo il pesce. C’è poi una piccola equipe che, ogni settimana, visita le famiglie più bisognose e, su ciò che vede nella visita, avverte la comunità. Circa due mesi fa la comunità ha organizzato un lavoro di gruppo per sistemare la casa (si fa per dire) di una famiglia molto numerosa che stava cadendo a pezzi.

Una delle stradine interne del quartiere
Di notte è sconsigliato passarci (in queste stradine)

 

Quando dall’Italia arrivano offerte, con una piccola equipe della Caritas decidiamo a quale comunità dare un contributo. Sarà il consiglio pastorale della comunità a decidere come utilizzare la donazione. Loro sono abituati a vivere con ciò che hanno. Se non arriva niente, pazienza. Se arriva qualcosa, ringraziano felici. 

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