FACOLTÀ TEOLOGICA
DELL’EMILIA ROMAGNA
X CONVEGNO ANNUALE DI FACOLTÀ
EVANGELIZZARE NELLE CRITICITÀ DELL’UMANO
1-2 marzo 2016
IL CONTESTO
A- Una vita degna mediante
il lavoro
Rel: MATTEO PRODI
Sintesi: Paolo Cugini
Tre foto:
1. Precariato: un quarto della popolazione vive nel
precariato. Nel precariato esistono 4 cose: acredine, anomia, ansia,
alienazione. Frustrazione di trovarsi sempre dinanzi a porte chiuse. Anomia
sentimento di passività nato dalla disperazione. Ansia è uno stato d’insicurezza.
2. Disoccupazione: è un male peggiore del debito
pubblico. 25 milioni nell’UE. I neoliberali sostengono che esiste un passo
naturale di disoccupazione che consente all’inflazione di non crescere. La
piena occupazione è in conflitto con gli interessi dei capitalisti come classe.
3. La diseguaglianza. E’ parte integrante della dogmatica
neoliberale, è quindi necessaria. Teoria dello sgocciolamento: la ricchezza
sgocciola anche nelle parti più basse. Se volgiamo combattere la povertà non
possiamo tollerare la diseguaglianza e la distribuzione del reddito disuguale.
(La nuova ragione del mondo. Critica…). Il neoliberismo è una struttura
razionale che pensa la disuguaglianza come necessaria allo sviluppo. Il
neoliberalismo pensa la concorrenza come norma di comportamento. Nella UE la
politica la fa il capitale: Luciano Gallino. Finanziarizzazione: denaro che
genera denaro. Il capitalismo non sta più producendo merci ma rendite. Chi ha
soldi ne avrà sempre di più. Il capitalismo vende il futuro. L’homo
oeconomicus è divenuto una religione. C’è un’antropologia specifica che
sostiene un certo modo d’intendere l’economia come utilità personale. Noemi
Clein: siamo prigionieri. Marx: il grande paradosso è che gli uomini vengono
intesi come merci. Gramsci: l’uomo che viene prodotto in America è il gorilla
ammaestrato. Alternativa: è la costituzione italiana. L’Italia è una repubblica
democratica fondata sul lavoro. Ritornare alla persona: prospettiva
personalista. Il Jobs Act di Renzi: ha prodotto pochissimo. Occorre una nuova
antropologia. Homo responsus di Gen 2,20: l’uomo cerca un aiuto che gli
corrisponda. Un uomo che parta dal suo limite e cerca l’aiuto che lo porti alla
pienezza, reca in dono la propria pienezza anche all’altro. Antropologia che
tiene conto del limite. Ambiente limitato. Uomo limitato. Limite come occasione
per il dono di sé. Becchetti, Zamagni. Relazionalità nella vita economica è
decisiva. Relazionalità come cammino significativo nel percorso dell’uomo e
della donna. Riflessione sulla proprietà privata. Anche il cambiamento
climatico dev’essere un’opportunità per riscrivere l’economia mondiale. Matteo
20; 2 Tess 3,10. Francesco: superare l’assistenzialismo. Questa economia
uccide.
Proposte:
1. Il lavoro come fine
2. Riforma del lavoro
3. Fiscalità progressiva
4. Vera scuola e università
5. Stato sociale intelligente
6. Reddito di cittadinanza
7. Stili di vita
Più tempo per lo sviluppo dell’uomo. Laudato
Si,19.
PAOLO BOSCHINI – LUCA TENTORI
B-
INTERVISTA VISTUALE A UN UOMO
DIGITALE
Inter Mirifica 1963. Zootropolis
2016. Spesso sbagliamo i tempi e i linguaggi.
Chi è l’uomo digitale. Un uomo che h
preso sul serio la propria vulnerabilità.
Tutto si smaterializza: come vive la
realtà? E’ una
costruzione mai compiuta fatta d’immagini, gesti. E’ costruita da noi uomini.
La realtà è dentro e fuori di noi, è la nostra visione del mondo che
condividiamo con gli altri. La realtà è ordito di legami infiniti.
Come conosce la realtà e il mondo? Heidegger era pessimista sul mondo
della comunicazione. Accusava la tecnica di essere anti pensiero. L’uomo
digitale pensa e parla per immagini. La digitalizzazione non segna la fine del
pensiero, ma di un pensiero. Non abbiam mai smesso di pensare. Ci muoviamo
dentro una cornice che ci determina, ma interagendo con essa modifica il mondo
in cui facciamo parte. I digitali sono arredatori.
E’ possibile costruire la realtà
fuori dall’immaginazione.
L’immaginazione crea la realtà.
Produciamo delle immagini per interpretare quello che viviamo. Il sacro è il
simbolo che può interpretare quello che viviamo, un simbolo condiviso.
C’è un mondo oltre. Quando produciamo
la realtà a partire dalla nostra immaginazione, significa che creiamo un ponte
verso l’invisibile.
Meglio rivoluzionare l’immaginario.
Problema dell’umanesimo digitale.
Comunità analogiche sono fondate
sulla scrittura.
I nostri legami si fondano sul fatto
che ci scambiamo continuamente delle comunicazione. Flusso continuo delle
informazioni.
Sentimento di appartenenza: è stato
smarrito. Il sentimento di appartenenza ha prodotto le più grandi tragedie.
Appartenere è riga dritto. Occorre invece creare legami tra gli individui.
Molto interdipendenza e poca appartenenza. Apparteniamo a tante comunità senza
ingelosire nessuno.
Rischio dell’individualismo: c’era
già prima. E’ il male radicale del mondo moderno.
Il Vangelo è un’opinione tra le
tante? Un opinione non è negativa di per sé. Platone parla di opinione come
pisitis, come fiducia. L’opinione è il primo gradino della conoscenza della
verità. Nel mondo digitale si parte sempre dalle opinioni, che aspettano di
essere messere al vagli della discussione.
Oggi ci sono molti blog cristiani. Società
digitale mette alla prova la nostra capacità di dialogo. La comunicazione
digitale è una grande occasione del Vangelo. Tutti noi parliamo solo ai nostri.
Il Vangelo può ancora svegliare
l’uomo digitale? La corporeità è una corporeità trasfigurata. Gli uomini vi
hanno accesso attraverso un immagine, una parola. Mettere insieme una
comunicazione, un’immagine. Il linguaggio della chiesa è una corporeità
simbolica.
Mondo digitale: mondo di gratuità e
relazione.
ENRICO CASADEI
C-
LA VERITA’ SI TROVA AL POZZO
Chi sono io che parlo con te?
E’ un itinerario di fede.
Roberto Vignolo: l’incontro di un
uomo e di una donna la pozzo è impiegato come scena tipo in cui scaturisce un
matrimonio. Gen 24; 29; Es 2.
Dammi da bere. E’ una sete reale o
questo forestiero cerca altro? Che sete è?
Come mai? Gesù inverte i ruoli.
La donna provoca a sua volta.
Dammi di quest’acqua.
C’è un riferimento ad Osea. Osea 2:
lo sposo ferito ragiona su come reagire sull’infedeltà.
Dialogo personale e memoria: è la strategia di Dio. Gesù Sceglie
la stessa strategia del Padre. La verità di Dio si trova al pozzo in un
incontro che attiva la memoria. E’ Dio che cerca e provoca questo incontro. Il
mezzogiorno è l’orario per non trovare nessuno al pozzo: si trova Gesù.
Incontro che è anche dono. Sono doni
che Dio fa (Os 2) e che la sposa non ha. In Osea c’è una pluralità di doni.
PIER LUIGI CABRI
D-
VERITA’ E RELAZIONE
La verità ha a che fare con la
concretezza della relazione dell’altro. La verità si scopre nella relazione con
l’altro.
Paradosso: a fronte di un mondo
digitale aumenta la carta.
Fabris: il tempo esploso. Ferrarotti.
Nel nostro contesto occorre
ricuperare il fondamento, la filosofia.
1. Il dialogo al pozzo e l’incontro al
giardino. Gv 4. Bori mostra come Gv 4 ricorre con frequenza nella esegesi di
Tolstoj. La verità si raggiunge attraverso lo stare insieme agli altri uomini.
J.Nancy, non toccarmi. Essenziale all’immagine è non essere toccata. Non
trattenermi. Il vero movimento del donarsi consiste nel permettere il tocco di
una presenza.
2. Verità filosofica e verità
intersoggettiva.
La presenza sempre deve darsi per presentarsi. Se mi do come una cosa mi perdo.
Se mi do distanziando il tocco non sono padrone di questo dono. Se la verità si
dà nell’incontro, emerge un limite: la verità sfugge alla presa. Il tocco vero
non cattura, invita a cercare altrove. Nel dialogo la verità si pone come esito
da raggiungere. La verità filosofica esprime una tensione. E’ un movimento, un
compito che non si conclude mai. Ferrarotti: denuncia la mancanza di un
fondamento filosofico della sociologia. Nietzsche è consapevole di ciò.
3. Verità come amore e testimonianza. Della verità si può avere
consapevolezza quando ci si apre verso l’altro. Levinas: Totalità e infinito;
Altrimenti… La verità non è svelamento della cosa, ma la si può raggiungere nel
momento in cui Dio esce da se stesso e si apre all’altro. La possibilità di
accostare la verità è nel momento in cui Dio vive la separazione.
IL MESSAGGIO
MARIO FINI
A-
CHIESA E MONDO RICONCILIATO
Percezione di una chiesa dentro alla
storia degli uomini.
Come annunciare l’umanesimo cristiano
in un umanesimo ateo?
Un Dio per gli uomini e un Dio degli
uomini. La fede umanizza. La persona si realizza nella relazione.
La presenza del futuro della Chiesa è
opera dello Spirito.
La persona si realizza nell’essere
dono di sé, a immagine di Dio. La Chiesa è comunità di fratelli. La Chiesa è
dentro alla storia. Noi che siamo nella chiesa, tutto ciò che è umano nella
chiesa è fondamentale.
Che cosa ha voluto fare il Concilio?
Superare il fossato tra la chiesa e la modernità.
Paolo VI: la Chiesa del Concilio. Chiesa
maestra di umanità. Un umanesimo che deve trovare in Cristo il suo centro. La
Chiesa viene vista come chiesa comunione, chiesa.
La chiesa viene vista come popolo
messianico. La Chiesa non è solo evangelizzante.
La missione della Chiesa è collegata
al messianismo di Cristo. Nella Redemptor Hominis abbiamo un’antropologia
chiara: la via dell’uomo è la via della missione della chiesa. La via
principale della chiesa è l’uomo. Unità di cristologia e antropologia. La chiesa
non può evangelizzare se non tenendo come punto centrale l’uomo. La chiesa è
chiamata a lavorare perché l’umano si arrenda alla realtà di Gesù Cristo.
Obiettivo della RH è quello di costruire una chiesa degli uomini, una chiesa
dove ogni persona si senta a casa sua.
In Ratzinger il tema dell’amore è
centrale. Logos e carità in Dio s’identificano. La chiesa è la manifestazione
della carità del Dio trinitario. La chiesa deve manifestare il si che Dio in
cristo ha detto all’uomo.
Una chiesa senza peccato è un mito.
Siamo tutti mendicanti.
Theobald: mistica della fraternità.
Relazioni nuove generate dalla
mistica di Gesù Cristo.
Francesco: occorre guardare il volto
di Gesù per designare il nuovo stile di chiesa. Si può parlare di umanesimo
solo a partire da Gesù.
Umiltà, disinteressa, Virtù.
Tentazione pelagiana:
fiducia nell'organizzazione. Controllo.
Tentazione Gnostico: la fede
cristiana a misura dell’uomo.
Il mistero dell’incarnazione ci fa
uscire da ogni spiritualismo. Occorre preghiera e vicinanza con la gente, per
vivere un umanesimo popolare.
Tre direttrici:
Chiesa che include i poveri; capace
di dialogo; chiesa inquieta. La forma della chiesa dev’essere la sinodalità.
MAURIZIO AMBROSINI
B-
LA SOLLECITUDINE PER L’ALTRO IN TEMPI
DI SOGGETTIVISMO
1. L’egemonia del pensiero liberista e
l’individualismo negativo.
2. Il declino delle grandi narrazioni.
3. Dissociazione tra élite e masse.
4. La cittadinanza: da forza da
inclusione a strumento di esclusione.
Solidarietà come spinta soggettiva.
1. Solidarietà di famiglia, di
villaggio. Solidarietà vincolata
2. Emancipazione dell’individuo da una
serie di costruzioni esterne
3. Attenzione alle nostalgie
retrospettive
4. Emergono altre forme di azione
solidale, GAS, condomini solidali, ecc.
Avere consapevolezza distrugge le
illusioni. Oggi è un mondo che si può scegliere di coltivare la solidarietà,
molto più che in passato.
Nuove forma di solidarietà: commercio
equo-solidale, GAS.
Rappresentazione e realtà
dell’immigrazione.
Accoglienza degli immigrati
1. Società civile non sempre
accogliente.
2. Società multietnica di fatto, ma che
non lo vorrebbe
3. Aiuto verso gli immigrati.
C’è un grande sforzo di mobilitazione
di energie dal basso della società civile.
·
Minoranze
attive capaci d’incidere: costruzione dal basso dell’integrazione di immigrati
·
Rapporto
tra carità e giustizia. La carità va oltre la giustizia.
·
Se
i nostri paesi si stanno faticosamente adeguando al loro futuro, lo si deve a
queste minoranze.
Problemi:
1. Disseminazione culturale
2. Miserabilismo
3. Dipendenza. Aiuto emancipante.
Obiettivo: non abbiano più bisogno di noi.
Rischio di produrre percorsi di
assistenza. Il miserabilismo rivaluta le forme classiche: borsina, vestiti
dismessi. Rischio di creare dipendenza.
C’è un problema di liberarsi da
queste immaginazione e di rappresentazione.
Compassione aspra.
Conclusioni:
·
Questione
culturale
·
Scuola
di responsabilità e di cittadinanza
·
Dimensione
associativa
·
Emancipazione
e protagonismo dei beneficiari
MARCHESELLI MAURIZIO
C-
LA CURA DI UN UOMO FERITO GV 9
Forza di guarigione del Vangelo. Secondo Brawn è il dialogo
meglio riuscito del NT.
1.
Quale ritratto di uomo emerge da GV 9?
Gesù incontra l’uomo e lo trova
cieco. Il cieco dalla nascita è certamente un giudeo che compie un percorso
positivo con Gesù. Il cieco dalla nascita è un figlio di Adamo. 9,5: Gesù luce
del mondo, è luce per l’umanità, per tutti gli uomini. Gesù non è luce solo per
Israele. In questo racconto tutti sono ciechi. La differenza è tra ciechi
consapevoli e quelli no. Se tutti sono ciechi all’inizio non tutti lo sono alla
fine. L’uomo è segnato da una ferita, che non è la conseguenza di una colpa, ma
un limite.
Valore simbolico della vista. Il non
vedere influisce sulla percezione di sé e sul rapporto con il mondo. Esperienza
sensoriale complesso. C’è una percezione di esperienze sensoriali: contatto con
il fango; udire la Parola; recupero della vista. Vista che coglie il senso
ultimo delle cose. Vangelo dei sensi spirituali: per GV l’esperienza dello
spirituale, passa attraverso i sensi. La vista è il canale privilegiato della
relazione. La visione è immagine della conoscenza. Cammino di conoscenza
progressiva dell’identità di Gesù.
Una menomazione agli occhi implica
non vedere e non vedersi. Curare la cecità è dare la possibilità di vedere
l’altro e aprire una via di conoscenza su se stessi. Gv 9,3.
2.
In che cosa consiste la cura che Gesù presta a questo uomo? Cura non
richiesta. E’ Gesù che prende l’iniziativa. Il dono è gratuità. Non si può
chiedere ciò che non si conosce. Il dono che Gesù dà è qualcosa della vista
fisica. Dio non dà il figlio perché gli uomini lo chiedono. Fango posto negli
occhi: Gesù accentua la condizione di cecità. La cura avviene di sabato. Gv
5,17: è la luce della ita che viene comunicata. C’è il lavoro che non smette
mai: è il lavoro di comunicazione della vita. Per guarire bisogna fidarsi di
una parola. E’ la parola che lo mette in cammino. La cura cui Gesù sottopone il
cieco non produce immediatamente pacificazione: la conflittualità aumenta. Il
sogno non è evitare i conflitti, ma saperli gestire. La terapia conduce il
cieco in una situazione di liberazione. Cfr Gv 8,30-32. Il cieco rimane nella
Parola. C’è un cammino progressivo nella Verità che ha come esito la libertà.
Caratteri della libertà: viene liberato da una serie di rapporti alienati, che
non sono liberanti. Gv 9,34: il cieco è diventato un didaskalon. Il racconta
mostra come il cieco diventa maestro per i capi. Riscatto dall’alienazione
della mente. E’ un cieco che rompe l’ideologia sul principio di realtà. Questo
cieco davanti ai capi dei popolo che riduce al silenzio lasciando solo
l’argomento violento. Non riescono a ribattere alle argomentazioni del cieco.
Realtà rispetto alle gabbie dell’ideologia: adesso ci vedo, è questo che io so.
Liberazione dai recinti e la percezione della vita come cammino. GV 10,16: ho
anche altre pecore che non sono di questo recinto. Chi ha recuperato la vista
non rimane dentro l’ovile. Ci sono pecore che sono dentro un recinto e quelle
che sono fuori. Recinto: area sacra. Pastore che entra nel recinto e porta
fuori le pecore: parabola del cieco. La terapia ha come esito che alla fine non
entriamo dentro ad un recinto. Si parla di un gregge fuori dall’ovile dove
centro di unità è il pastore. Il v. 16: non parla di ovili e la vulgata. Nella
visone giovannea non ci sono più recinti. La terapia ha il suo esito quando le
pecore che sono dentro un recinto escono e si mettono ad ascoltare un pastore.
Il centro di unità non sono dei recinti, ma il pastore.