martedì 1 marzo 2016

EVANGELIZZARE NELLE CRTICITA' DELL'UMANO






FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’EMILIA ROMAGNA


X CONVEGNO ANNUALE DI FACOLTÀ
EVANGELIZZARE NELLE CRITICITÀ DELL’UMANO
1-2 marzo 2016


IL CONTESTO
A-  Una vita degna mediante il lavoro

Rel: MATTEO PRODI
Sintesi: Paolo Cugini
Tre foto:
1.      Precariato: un quarto della popolazione vive nel precariato. Nel precariato esistono 4 cose: acredine, anomia, ansia, alienazione. Frustrazione di trovarsi sempre dinanzi a porte chiuse. Anomia sentimento di passività nato dalla disperazione. Ansia è uno stato d’insicurezza.

2.      Disoccupazione: è un male peggiore del debito pubblico. 25 milioni nell’UE. I neoliberali sostengono che esiste un passo naturale di disoccupazione che consente all’inflazione di non crescere. La piena occupazione è in conflitto con gli interessi dei capitalisti come classe.

3.      La diseguaglianza. E’ parte integrante della dogmatica neoliberale, è quindi necessaria. Teoria dello sgocciolamento: la ricchezza sgocciola anche nelle parti più basse. Se volgiamo combattere la povertà non possiamo tollerare la diseguaglianza e la distribuzione del reddito disuguale. (La nuova ragione del mondo. Critica…). Il neoliberismo è una struttura razionale che pensa la disuguaglianza come necessaria allo sviluppo. Il neoliberalismo pensa la concorrenza come norma di comportamento. Nella UE la politica la fa il capitale: Luciano Gallino. Finanziarizzazione: denaro che genera denaro. Il capitalismo non sta più producendo merci ma rendite. Chi ha soldi ne avrà sempre di più. Il capitalismo vende il futuro. L’homo oeconomicus è divenuto una religione. C’è un’antropologia specifica che sostiene un certo modo d’intendere l’economia come utilità personale. Noemi Clein: siamo prigionieri. Marx: il grande paradosso è che gli uomini vengono intesi come merci. Gramsci: l’uomo che viene prodotto in America è il gorilla ammaestrato. Alternativa: è la costituzione italiana. L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ritornare alla persona: prospettiva personalista. Il Jobs Act di Renzi: ha prodotto pochissimo. Occorre una nuova antropologia. Homo responsus di Gen 2,20: l’uomo cerca un aiuto che gli corrisponda. Un uomo che parta dal suo limite e cerca l’aiuto che lo porti alla pienezza, reca in dono la propria pienezza anche all’altro. Antropologia che tiene conto del limite. Ambiente limitato. Uomo limitato. Limite come occasione per il dono di sé. Becchetti, Zamagni. Relazionalità nella vita economica è decisiva. Relazionalità come cammino significativo nel percorso dell’uomo e della donna. Riflessione sulla proprietà privata. Anche il cambiamento climatico dev’essere un’opportunità per riscrivere l’economia mondiale. Matteo 20; 2 Tess 3,10. Francesco: superare l’assistenzialismo. Questa economia uccide.

Proposte:
1.      Il lavoro come fine
2.      Riforma del lavoro
3.      Fiscalità progressiva
4.      Vera scuola e università
5.      Stato sociale intelligente
6.      Reddito di cittadinanza
7.      Stili di vita

Più tempo per lo sviluppo dell’uomo. Laudato Si,19.

PAOLO BOSCHINI – LUCA TENTORI
B-     INTERVISTA VISTUALE A UN UOMO DIGITALE
Inter Mirifica 1963. Zootropolis 2016. Spesso sbagliamo i tempi e i linguaggi.
Chi è l’uomo digitale. Un uomo che h preso sul serio la propria vulnerabilità.
Tutto si smaterializza: come vive la realtà? E’ una costruzione mai compiuta fatta d’immagini, gesti. E’ costruita da noi uomini. La realtà è dentro e fuori di noi, è la nostra visione del mondo che condividiamo con gli altri. La realtà è ordito di legami infiniti.
Come conosce la realtà e il mondo? Heidegger era pessimista sul mondo della comunicazione. Accusava la tecnica di essere anti pensiero. L’uomo digitale pensa e parla per immagini. La digitalizzazione non segna la fine del pensiero, ma di un pensiero. Non abbiam mai smesso di pensare. Ci muoviamo dentro una cornice che ci determina, ma interagendo con essa modifica il mondo in cui facciamo parte. I digitali sono arredatori.
E’ possibile costruire la realtà fuori dall’immaginazione.
L’immaginazione crea la realtà. Produciamo delle immagini per interpretare quello che viviamo. Il sacro è il simbolo che può interpretare quello che viviamo, un simbolo condiviso.
C’è un mondo oltre. Quando produciamo la realtà a partire dalla nostra immaginazione, significa che creiamo un ponte verso l’invisibile.
Meglio rivoluzionare l’immaginario.
Problema dell’umanesimo digitale.
Comunità analogiche sono fondate sulla scrittura.
I nostri legami si fondano sul fatto che ci scambiamo continuamente delle comunicazione. Flusso continuo delle informazioni.
Sentimento di appartenenza: è stato smarrito. Il sentimento di appartenenza ha prodotto le più grandi tragedie. Appartenere è riga dritto. Occorre invece creare legami tra gli individui. Molto interdipendenza e poca appartenenza. Apparteniamo a tante comunità senza ingelosire nessuno.
Rischio dell’individualismo: c’era già prima. E’ il male radicale del mondo moderno.
Il Vangelo è un’opinione tra le tante? Un opinione non è negativa di per sé. Platone parla di opinione come pisitis, come fiducia. L’opinione è il primo gradino della conoscenza della verità. Nel mondo digitale si parte sempre dalle opinioni, che aspettano di essere messere al vagli della discussione.
Oggi ci sono molti blog cristiani. Società digitale mette alla prova la nostra capacità di dialogo. La comunicazione digitale è una grande occasione del Vangelo. Tutti noi parliamo solo ai nostri.
Il Vangelo può ancora svegliare l’uomo digitale? La corporeità è una corporeità trasfigurata. Gli uomini vi hanno accesso attraverso un immagine, una parola. Mettere insieme una comunicazione, un’immagine. Il linguaggio della chiesa è una corporeità simbolica.
Mondo digitale: mondo di gratuità e relazione.

ENRICO CASADEI
C-     LA VERITA’ SI TROVA AL POZZO

Chi sono io che parlo con te?
E’ un itinerario di fede.
Roberto Vignolo: l’incontro di un uomo e di una donna la pozzo è impiegato come scena tipo in cui scaturisce un matrimonio. Gen 24; 29; Es 2.
Dammi da bere. E’ una sete reale o questo forestiero cerca altro? Che sete è?
Come mai? Gesù inverte i ruoli.
La donna provoca a sua volta.
Dammi di quest’acqua.
C’è un riferimento ad Osea. Osea 2: lo sposo ferito ragiona su come reagire sull’infedeltà.
Dialogo personale e memoria: è la strategia di Dio. Gesù Sceglie la stessa strategia del Padre. La verità di Dio si trova al pozzo in un incontro che attiva la memoria. E’ Dio che cerca e provoca questo incontro. Il mezzogiorno è l’orario per non trovare nessuno al pozzo: si trova Gesù.
Incontro che è anche dono. Sono doni che Dio fa (Os 2) e che la sposa non ha. In Osea c’è una pluralità di doni.

PIER LUIGI CABRI
D-     VERITA’ E RELAZIONE
La verità ha a che fare con la concretezza della relazione dell’altro. La verità si scopre nella relazione con l’altro.
Paradosso: a fronte di un mondo digitale aumenta la carta.
Fabris: il tempo esploso. Ferrarotti.
Nel nostro contesto occorre ricuperare il fondamento, la filosofia.
1.      Il dialogo al pozzo e l’incontro al giardino. Gv 4. Bori mostra come Gv 4 ricorre con frequenza nella esegesi di Tolstoj. La verità si raggiunge attraverso lo stare insieme agli altri uomini. J.Nancy, non toccarmi. Essenziale all’immagine è non essere toccata. Non trattenermi. Il vero movimento del donarsi consiste nel permettere il tocco di una presenza.

2.      Verità filosofica e verità intersoggettiva. La presenza sempre deve darsi per presentarsi. Se mi do come una cosa mi perdo. Se mi do distanziando il tocco non sono padrone di questo dono. Se la verità si dà nell’incontro, emerge un limite: la verità sfugge alla presa. Il tocco vero non cattura, invita a cercare altrove. Nel dialogo la verità si pone come esito da raggiungere. La verità filosofica esprime una tensione. E’ un movimento, un compito che non si conclude mai. Ferrarotti: denuncia la mancanza di un fondamento filosofico della sociologia. Nietzsche è consapevole di ciò.


3.      Verità come amore e testimonianza. Della verità si può avere consapevolezza quando ci si apre verso l’altro. Levinas: Totalità e infinito; Altrimenti… La verità non è svelamento della cosa, ma la si può raggiungere nel momento in cui Dio esce da se stesso e si apre all’altro. La possibilità di accostare la verità è nel momento in cui Dio vive la separazione.



IL MESSAGGIO
MARIO FINI
A-     CHIESA E MONDO RICONCILIATO

Percezione di una chiesa dentro alla storia degli uomini.
Come annunciare l’umanesimo cristiano in un umanesimo ateo?
Un Dio per gli uomini e un Dio degli uomini. La fede umanizza. La persona si realizza nella relazione.
La presenza del futuro della Chiesa è opera dello Spirito.
La persona si realizza nell’essere dono di sé, a immagine di Dio. La Chiesa è comunità di fratelli. La Chiesa è dentro alla storia. Noi che siamo nella chiesa, tutto ciò che è umano nella chiesa è fondamentale.
Che cosa ha voluto fare il Concilio? Superare il fossato tra la chiesa e la modernità.
Paolo VI: la Chiesa del Concilio. Chiesa maestra di umanità. Un umanesimo che deve trovare in Cristo il suo centro. La Chiesa viene vista come chiesa comunione, chiesa.
La chiesa viene vista come popolo messianico. La Chiesa non è solo evangelizzante.
La missione della Chiesa è collegata al messianismo di Cristo. Nella Redemptor Hominis abbiamo un’antropologia chiara: la via dell’uomo è la via della missione della chiesa. La via principale della chiesa è l’uomo. Unità di cristologia e antropologia. La chiesa non può evangelizzare se non tenendo come punto centrale l’uomo. La chiesa è chiamata a lavorare perché l’umano si arrenda alla realtà di Gesù Cristo. Obiettivo della RH è quello di costruire una chiesa degli uomini, una chiesa dove ogni persona si senta a casa sua.
In Ratzinger il tema dell’amore è centrale. Logos e carità in Dio s’identificano. La chiesa è la manifestazione della carità del Dio trinitario. La chiesa deve manifestare il si che Dio in cristo ha detto all’uomo.
Una chiesa senza peccato è un mito. Siamo tutti mendicanti.
Theobald: mistica della fraternità.
Relazioni nuove generate dalla mistica di Gesù Cristo.
Francesco: occorre guardare il volto di Gesù per designare il nuovo stile di chiesa. Si può parlare di umanesimo solo a partire da Gesù.
Umiltà, disinteressa, Virtù.
Tentazione pelagiana: fiducia nell'organizzazione. Controllo.
Tentazione Gnostico: la fede cristiana a misura dell’uomo.
Il mistero dell’incarnazione ci fa uscire da ogni spiritualismo. Occorre preghiera e vicinanza con la gente, per vivere un umanesimo popolare.
Tre direttrici:
Chiesa che include i poveri; capace di dialogo; chiesa inquieta. La forma della chiesa dev’essere la sinodalità.


MAURIZIO AMBROSINI
B-     LA SOLLECITUDINE PER L’ALTRO IN TEMPI DI SOGGETTIVISMO
1.      L’egemonia del pensiero liberista e l’individualismo negativo.
2.      Il declino delle grandi narrazioni.
3.      Dissociazione tra élite e masse.
4.      La cittadinanza: da forza da inclusione a strumento di esclusione.

Solidarietà come spinta soggettiva.
1.      Solidarietà di famiglia, di villaggio. Solidarietà vincolata
2.      Emancipazione dell’individuo da una serie di costruzioni esterne
3.      Attenzione alle nostalgie retrospettive
4.      Emergono altre forme di azione solidale, GAS, condomini solidali, ecc.

Avere consapevolezza distrugge le illusioni. Oggi è un mondo che si può scegliere di coltivare la solidarietà, molto più che in passato.
Nuove forma di solidarietà: commercio equo-solidale, GAS.
Rappresentazione e realtà dell’immigrazione.
Accoglienza degli immigrati
1.      Società civile non sempre accogliente.
2.      Società multietnica di fatto, ma che non lo vorrebbe
3.      Aiuto verso gli immigrati.
C’è un grande sforzo di mobilitazione di energie dal basso della società civile.
·         Minoranze attive capaci d’incidere: costruzione dal basso dell’integrazione di immigrati
·         Rapporto tra carità e giustizia. La carità va oltre la giustizia.
·         Se i nostri paesi si stanno faticosamente adeguando al loro futuro, lo si deve a queste minoranze.
Problemi:
1.      Disseminazione culturale
2.      Miserabilismo
3.      Dipendenza. Aiuto emancipante. Obiettivo: non abbiano più bisogno di noi.
Rischio di produrre percorsi di assistenza. Il miserabilismo rivaluta le forme classiche: borsina, vestiti dismessi. Rischio di creare dipendenza.
C’è un problema di liberarsi da queste immaginazione e di rappresentazione.
Compassione aspra.
Conclusioni:
·         Questione culturale
·         Scuola di responsabilità e di cittadinanza
·         Dimensione associativa
·         Emancipazione e protagonismo dei beneficiari


MARCHESELLI MAURIZIO
C-     LA CURA DI UN UOMO FERITO GV 9
Forza di guarigione del Vangelo. Secondo Brawn è il dialogo meglio riuscito del NT.
1.      Quale ritratto di uomo emerge da GV 9?
Gesù incontra l’uomo e lo trova cieco. Il cieco dalla nascita è certamente un giudeo che compie un percorso positivo con Gesù. Il cieco dalla nascita è un figlio di Adamo. 9,5: Gesù luce del mondo, è luce per l’umanità, per tutti gli uomini. Gesù non è luce solo per Israele. In questo racconto tutti sono ciechi. La differenza è tra ciechi consapevoli e quelli no. Se tutti sono ciechi all’inizio non tutti lo sono alla fine. L’uomo è segnato da una ferita, che non è la conseguenza di una colpa, ma un limite.
Valore simbolico della vista. Il non vedere influisce sulla percezione di sé e sul rapporto con il mondo. Esperienza sensoriale complesso. C’è una percezione di esperienze sensoriali: contatto con il fango; udire la Parola; recupero della vista. Vista che coglie il senso ultimo delle cose. Vangelo dei sensi spirituali: per GV l’esperienza dello spirituale, passa attraverso i sensi. La vista è il canale privilegiato della relazione. La visione è immagine della conoscenza. Cammino di conoscenza progressiva dell’identità di Gesù.
Una menomazione agli occhi implica non vedere e non vedersi. Curare la cecità è dare la possibilità di vedere l’altro e aprire una via di conoscenza su se stessi. Gv 9,3.
2.      In che cosa consiste la cura che Gesù presta a questo uomo? Cura non richiesta. E’ Gesù che prende l’iniziativa. Il dono è gratuità. Non si può chiedere ciò che non si conosce. Il dono che Gesù dà è qualcosa della vista fisica. Dio non dà il figlio perché gli uomini lo chiedono. Fango posto negli occhi: Gesù accentua la condizione di cecità. La cura avviene di sabato. Gv 5,17: è la luce della ita che viene comunicata. C’è il lavoro che non smette mai: è il lavoro di comunicazione della vita. Per guarire bisogna fidarsi di una parola. E’ la parola che lo mette in cammino. La cura cui Gesù sottopone il cieco non produce immediatamente pacificazione: la conflittualità aumenta. Il sogno non è evitare i conflitti, ma saperli gestire. La terapia conduce il cieco in una situazione di liberazione. Cfr Gv 8,30-32. Il cieco rimane nella Parola. C’è un cammino progressivo nella Verità che ha come esito la libertà. Caratteri della libertà: viene liberato da una serie di rapporti alienati, che non sono liberanti. Gv 9,34: il cieco è diventato un didaskalon. Il racconta mostra come il cieco diventa maestro per i capi. Riscatto dall’alienazione della mente. E’ un cieco che rompe l’ideologia sul principio di realtà. Questo cieco davanti ai capi dei popolo che riduce al silenzio lasciando solo l’argomento violento. Non riescono a ribattere alle argomentazioni del cieco. Realtà rispetto alle gabbie dell’ideologia: adesso ci vedo, è questo che io so. Liberazione dai recinti e la percezione della vita come cammino. GV 10,16: ho anche altre pecore che non sono di questo recinto. Chi ha recuperato la vista non rimane dentro l’ovile. Ci sono pecore che sono dentro un recinto e quelle che sono fuori. Recinto: area sacra. Pastore che entra nel recinto e porta fuori le pecore: parabola del cieco. La terapia ha come esito che alla fine non entriamo dentro ad un recinto. Si parla di un gregge fuori dall’ovile dove centro di unità è il pastore. Il v. 16: non parla di ovili e la vulgata. Nella visone giovannea non ci sono più recinti. La terapia ha il suo esito quando le pecore che sono dentro un recinto escono e si mettono ad ascoltare un pastore. Il centro di unità non sono dei recinti, ma il pastore.