Paolo Cugini
Il 26 e 27 gennaio, diverse organizzazioni hanno distribuito acqua potabile e cibo a due comunità rivierasche nei pressi di Manaus: Jatuarana e São Francisco do Mainã. L’iniziativa fa parte della campagna “L’acqua è vita, dona vita”, annunciata in una conferenza stampa presso il Centro di formazione dell’arcidiocesi di Manaus. Durante la campagna sono stati distribuiti 8.100 litri di acqua potabile e 170 cesti di generi alimentari di base, donati da diverse località dell'Amazzonia.
L'iniziativa mira a far fronte alla grave crisi idrica che ha colpito le comunità rivierasche, le popolazioni indigene e la popolazione della periferia di Manaus. La campagna è nata dall'unione del Movimento delle persone colpite dalle dighe (MAB) e della Caritas arcidiocesana di Manaus, unendo gli sforzi di diverse istituzioni come l'Amazonas Water Forum. Oltre a queste istituzioni, la campagna ha avuto il sostegno dei collettivi Levante Popular da Juventude, Unione dei Lavoratori del Tribunale del Lavoro, Osservatorio Socio-Ambientale Encontro das Águas, Collettivo delle Donne nell'Educazione, Alternativo de Petrópolis, Favelafro, Cria Visu e i gesuiti del Brasile.
Il cambiamento climatico ha aumentato la vulnerabilità di migliaia di famiglie in Amazzonia, peggiorando la scarsità di risorse essenziali, tra cui l'approvvigionamento di acqua potabile. La devastazione dell'ambiente causata dal modello economico capitalista ha reso difficile per i poveri l'accesso a questi servizi fondamentali. I disastri ambientali causati dallo sfruttamento irrazionale dell'ambiente hanno messo a rischio le condizioni per il mantenimento della vita umana sul pianeta. La ricerca sbilanciata del profitto non lascia spazio a riflessioni approfondite o alla creazione di organizzazioni sociali sostenibili dal punto di vista ambientale.
L'approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari sono diritti fondamentali riconosciuti dalle Nazioni Unite nel luglio 2010, ma in Amazzonia e in altre regioni del Brasile costituiscono ancora servizi inaccessibili per una parte significativa della popolazione, con i settori più colpiti che sono le popolazioni delle periferie urbane. , comunità indigene, rivierasche e quilombola. La cultura della disuguaglianza insita nella società contemporanea impedisce l'attuazione di azioni efficaci per la trasformazione sociale, che vadano a vantaggio della comunità nel suo insieme.
La sottomissione di questi servizi alle logiche di mercato è stata criticata da diverse comunità, movimenti sociali, ambientalisti e accademici, poiché le elevate tariffe imposte dalle aziende di servizi igienico-sanitari rendono difficile l'accesso alle popolazioni più vulnerabili. L'Amazonas Water Forum ha registrato queste difficoltà nella città di Manaus, dove i servizi idrici e fognari sono stati privatizzati dal 2000. Le azioni del collettivo nelle periferie della città confermano questa situazione, mostrando attraverso le segnalazioni dei residenti la fragilità dei diritti umani nell’essere subordinati agli interessi economici.
Nonostante la ricchezza prodotta a Manaus, la popolazione soffre della mancanza di servizi di base, poiché l'economia non dà priorità alle esigenze delle comunità, ma piuttosto ai ritorni economici. Questa logica si replica anche nella gestione privata dei servizi igienico-sanitari di base. La concessionaria di acqua di Manaus aumenta ogni anno le sue entrate economiche, ma offre servizi precari alla popolazione di Manaus. Questa politica impone una bassa qualità della vita alla popolazione, che soffre per la mancanza di acqua e di servizi igienici. L'azienda, con il consenso delle autorità pubbliche (Municipio, Consiglio comunale), danneggia la salute pubblica e contribuisce alla crisi ambientale, deteriorando i fiumi e i corsi d'acqua della città.
Il collasso ambientale evidenziato dalle attuali catastrofi socio-ambientali dimostra che la razionalità economica che caratterizza il mondo contemporaneo sta conducendo l'umanità verso il baratro, senza lasciare alla società il tempo di reagire. I progetti di sfruttamento dell’ambiente, come l'agroindustria, l'estrazione mineraria, le grandi autostrade, le centrali idroelettriche e l'allevamento estensivo del bestiame, producono conseguenze negative che danneggiano l'ecosistema e ostacolano la continuità dei cicli di vita.
La campagna “L’acqua è vita, dona la vita” ispira atteggiamenti e posizioni sempre più difficili da trovare, perché è guidata da valori quali la solidarietà, la collaborazione, il dialogo, la giustizia socio-ambientale, l’ecologia integrale, il bene comune. Le organizzazioni coinvolte in questa iniziativa indicano che, nonostante le difficoltà imposte dalla cultura del consumo e dello spreco, è possibile creare società sostenibili, avviando processi di trasformazione che vadano a vantaggio di tutti.
Come si può partecipare a questa iniziativa?
RispondiEliminaSono attivitá che si svolgono qui sul posto
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