martedì 8 luglio 2025

C’E’ ANCORA TEMPO

 



 

Paolo Cugini

 

Forse uno dei più grandi errori commessi nella cristianità è stato quello di far credere che Dio era presente in modo esclusivo nella Chiesa Cattolica. Del resto, la famosa frase attribuita a San Cipriano che nel III sec. D. C: affermava: “extra ecclesiam nulla salus”, dice tutto. Le parrocchie si sono strutturate attorno a questa affermazione, divenendo, nel tempo, baluardi della difesa della giusta dottrina su Dio. Fuori c’era il mondo, il demonio. Solo dentro la Chiesa ci trovava la salvezza. E Dio dov’era?

Poi ci sono state le crociate, la Santa Inquisizione e la caccia alle streghe: tutte cose nell’ordine del controllo della presunta verità da parte dell’istituzione ecclesiale che, quanto più si allontanava dal Vangelo, tanto più irrigidiva la sua dottrina a scapito dell’autentica verità evangelica e, soprattutto, delle tante persone torturate e uccise. Poi c’era il Papa con il suo esercito e nessuno si chiedeva se aveva senso che un Papa, rappresentante di Cristo nella terra avesse un esercito. Quante pagine di storia fasulla sono state scritte per giustificare tutte queste porcherie.

Esercitare il controllo sulla verità è stato il grande errore dell’Occidente. È un peccato di presunzione, che ha condotto allo stermino di popoli, culture e religioni altrui. Ogni volta che l’Occidente cristiano ha incontrato popoli culturalmente e religiosamente diversi, non ha applicato l’insegnamento di Gesù dell’amore vicendevole, ma il principio dello sterminio, messo in atto da Giosuè, quando entrò nella fatidica terra promessa. Chi semina violenza raccoglie odio. Chi vuole a tutti i costi imporre la propria verità, diventa un menzognero, perché la verità non si trova nell’odio e nella guerra, ma nella pace e nell’amore.

Eppure, bastava poco. Bastava mettersi in ascolto, invece di starnazzare la propria presunta verità. Presunta, perché quello che l’Occidente cristiano ha cercato di difendere con i denti, anche attraverso lo sterminio di popoli e culture, non era il Vangelo che diceva di voler difendere, ma un’altra cosa, un sistema di potere, che nulla aveva a che fare con gli insegnamenti di Gesù, un sistema inquisitorio e oppressivo, che nulla aveva a che fare con lo stile dialogico del Maestro di Nazaret.

Se solo si fossero messi in ascolto! Avrebbero scoperto che lo Spirito soffia dove vuole e che nessuno al mondo può arrogarsi il diritto di controllarlo. Avrebbero colto la presenza del Mistero nella storia degli uomini e delle donne dei popoli, delle culture e delle religioni, che sono sparse nel mondo. Avrebbero compreso che lo Spirito è amore e che suscita amore in tutti coloro che lo accolgono. Avrebbero percepito che lo Spirito Santo soffia dentro e fuori di noi per costruire ponti di comunione e non per sollevare muri di separazione. Se gli uomini presuntuosi della Chiesa si fossero messi in ascolto di coloro che incontravano, avrebbero scoperto che lo Spirito Santo era già lì presente e si era inserito nel cammino di quella cultura, di quel popolo, di quella religione.

Se ci fosse stato sin dall’inizio l’atteggiamento di ascolto dell’altra, dell’altro, messo in atto da Gesù e fosse stata messo in pratica il suo stile dialogico e accogliente, forse il mondo non sarebbe messo così. Non tutto è perduto. C’è ancora tempo per metterci in cammino ed ascoltare la presenza del Mistero in tutto ciò che vive, deponendo la pretesa d’incasellarlo in una unica fonte di categorie razionali. Perché il Mistero è molto più che uno schema razionale.  Adesso che abbiamo capito la lezione, possiamo vivere in modo diverso il messaggio di Gesù. C’è ancora tempo per permettere allo Spirito di agire dentro alle nostre vite, per fargli spazio. C’è ancora tempo.

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