III CONGRESSO
CONTINENTALE DI TEOLOGIA LATINOAMERICANA E CARAIBICA
I CLAMORI DEI POVERI E
DELLA TERRA C’INTERPELLANO. A 50 ANNI DA MEDELLIN
SAN SALVADOR 30 AGOSTO-
2 SETTEMBRE 2018
Relatrice:
Silvia
Scatena
Sintesi: Paolo Cugini
Punti
di riflessione dai diversi partecipanti dalla Conferenza di Medellin.
Medellin
è stato il punto di arrivo di un lavoro collegiale di un gruppo di vescovi
coordinati da Helder Camara. L’obiettivo era quello di traghettare le
intuizione conciliari nell’esperienza ecclesiale AL. Tra il ’66 e ’68 furono
organizzati alcuni incontri dal CELAM per preparare Medellin. Se questa
esperienza collegiale è stata fondamentale occorre segnalare il contributo di
altri due fattori.
1. Una
meccanica di lavoro che ha permesso di lavorare assieme in un clima di libertà
uomini, donne, vescovi, persone di altre religioni.
2. Liturgia
quotidiana, vero nervo spiritale della conferenza.
A
Medellin parteciparono circa 250 persone condividendo tutto, anche perché fu
realizzato nel seminario maggiore di Medellin, che dispone di 300 stanze con
bagno personale. Per molti vescovi il Congresso fu l’occasione di rinsaldare
amicizie e cercare alleati per le lotte che i singoli vescovi affrontavano nei
loro paesi. Per Proanio, ad esempio, è stato un balsamo importante, come lui
stesso ha detto in una lettera. Dalla fraternità si è passati rapidamente nella
comunione di idee. Molti vescovi si conoscevano già, perché parteciparono al
Concilio Vaticano II a Roma. Questo aiutò a creare un clima di comunione.
L’obiettivo delle sei relazioni iniziali non
era quella di arrivare a delle conclusioni, ma a stimolare la discussione. Ciò
ha permesso di superare in poco tempo molti pregiudizi, soprattutto per quelli
che erano giunti a Medellin senza troppe aspettative. Helder Camara scrisse: la
conferenza farà bene a tutti, perché spinge a studiare e a riattivare lo stile
del concilio fatto di relazioni tra tutti. Nella liturgia del primo giorno
viene letto il brano dell’Esodo che racconta il cammino del Popolo dietro a
Mosè. Il parallelismo con il popolo latinoamericano fu colta immediatamente.
Dio desidera essere amato nel fratello povero. Il cammino pastorale deve
lavorare per costruire il Regno di Dio. Lavorare per la promozione umana
significa lavorare per il Regno di Dio.
La
liturgia del 29 agosto venne commentata come la distanza tra gli apostoli e la
forza della Parola che attua in modo segreto ma in modo efficace. Viene chiesta
la forza dei profeti. L’assemblea si interrogò sul profetismo dei pastori
presenti, per riuscire a lavorare con profezia in mezzo al popolo di Dio.
Il
30 di agosto la liturgia come sempre guida i lavori del giorno. L’Eucarestia
ricordava santa Rosa di Lima. Il tema affrontato fu l’impegno dei cristiani. La
chiesa dev’essere fermento di giustizia. Come Mosè era aspettato dal popolo,
così i pastori riuniti nel seminario maggiore di Medellin erano aspettati dal
popolo latinoamericano. I pastori dovevano essere all’altezza, lavorando per la
realizzazione di un ordine nuovo, per aiutare il popolo a raggiungere
condizioni di vita più umana, così come aveva indicato Paolo VI nella Populorum Progressio.
Nella
domenica i vescovi che partecipavano al Congresso si divisero per andare a
celebrare la messa nelle comunità e parlare con il popolo. Ci sono molte
testimonianze di questa domenica nei diari dei vescovi che hanno partecipato al
congresso di Medellin.
Si
è discusso molto sulla possibilità di realizzare un unico documento finale. Poi
Pironio indicò la possibilità di un testo unico che raccogliesse i lavori delle
16 commissioni. Si percepì che quello che stava avvenendo era sulla linea dei
grandi concili della Chiesa.
La
fase più critica della Conferenza è stata la riflessione sul tema della povertà
della Chiesa. Essere sacramento di salvezza in una situazione sociale
massacrata dalla povertà.
Significativa
è stata l’ultima eucarestia del Congresso di Medellin in cui parteciparono i
cinque osservatori non cattolici. Chiesero di essere ammessi alla comunione,
visto che avevano condiviso per diversi giorni nei lavori congressuali. In modo
insperato la presidenza appoggiò la sollecitudine. La sorpresa fu grande per tutti.
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