domenica 21 aprile 2024

POVERI CHE AIUTANO POVERI

 

 

 

Paolo Cugini

Da circa un anno la Caritas della parrocchia san Vincenzo di Paolo, in cui sto svolgendo il ministero, organizza una volta al mese un pranzo per coloro che abitano per strada, che non hanno casa. È una goccia nell’oceano di povertà che circonda il territorio della nostra parrocchia: ne siamo consapevoli. In ogni modo è un segno, nel senso che, con questo piccolo gesto, desideriamo implicitamente comunicare che li vediamo, sappiamo quanto soffrono e, per quello che possiamo, ci siamo. In realtà non si tratta solo del pranzo, ma anche della colazione e della distribuzione di indumenti.  Inoltre, la Caritas una volta al mese, nello stesso giorno in cui realizza il pranzo, visita quelle famiglie che abitano sotto il ponte di Manaus, una zona che fa parte della nostra parrocchia.

I cuochi della Caritas parrocchiale

Sabato 20 aprile ho partecipato alla giornata Caritas e sono rimasto impressionato da alcuni dati. Ho potuto constatare che coloro che operano il servizio Caritas sono tutti poveri, cioè, sono persone della stessa fascia sociale di coloro che vengono raggiunti dalla Caritas. Alcuni di questi volontari Caritas, infatti, sono già stati aiutati per pagare l’affitto, o con una borsa della spesa. Si tratta, quindi, di poveri che aiutano altri poveri. Senza dubbio quelli che arrivano per partecipare al pasto Caritas sono più bisognosi di coloro che fanno questo servizio, ma si tratta pur sempre di poveri. Il secondo dato che mi ha veramente impressionato è la situazione di grande indigenza di coloro che abbiamo visitato sotto il Ponte di Manaus o nelle vicinanze del ponte. Una miseria così grande l’avevo vista solo a Bologna (hai letto bene, si tratta della Capitale dell’Emilia-Romagna, prima nella lista per lo stile di vita in Italia), quando visitavo il campo nomadi situato nel parco adiacente all’Ospedale Maggiore. Sono situazioni come queste che, quando le si incontra, si rimane sbigottiti, senza parole, pervasi da un senso d’impotenza, provocati a pensare che sembra non esserci limite alla disumanità di coloro che arraffano tutto quello che possono e se ne infischiano di coloro che non possono nemmeno mangiare le briciole sotto il tavolo dei ricchi sfondati.

Le baracche nei pressi del ponre di Manaus



Il comune di Manaus ogni giorno elargisce pasti per i poveri in due punti della città. Non li distribuisce gratis, ma esige un real, che corrisponde a 20 centesimi di euro. Un gesto simbolico per dire che non offre il pasto gratis. Pasto che la persona che lo desidera deve arrivare alla mattina alle 9 per prendere il biglietto d’iscrizione e poi ripassare alla 12. Strategia utilizzata dal comune per scoraggiare i furbi di turno che, pur di mangiare a sbafo, si intrufolano nella coda dei poveri. Il comune, dunque, fa qualcosa, anche se la domanda è amplissima. Manaus è, infatti, una città del paese più diseguale del mondo. È questo che emerge dai recenti dati divulgati dal sito Unisinos dell’università di San Leopoldo nel Sud del Brasile, che ha organizzato un Master sulla realtà sociale dell’America Latina. Circa 20 milioni di persone in Brasile vivono nelle favelas, che si trovano un po' dappertutto nel territorio brasiliano. Eppure, il Brasile è l’ottava potenza economica del Pianeta e potrebbe tranquillamente piazzarsi sul podio, considerata la grande ricchezza di materie prime e il tessuto industriale del paese. Nel continente sudamericano, più che in altri punti del Pianeta, è visibile il risultato devastante del modello neoliberale, che continua ad arricchire pochi e impoverendo la maggior parte della popolazione.

Incontro del Movimento Fede e Citadinanza

Proprio per seguire le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa, che non solo offre pasti caldi per i poveri, ma cerca di smantellare le cause della povertà, nella parrocchia San Vincenzo de Paulo, è sorto il comitato Fede e Cittadinanza. Nello stesso sabato del pasto Caritas, alla sera il gruppo Fede e Cittadinanza ha organizzato un evento in cui sono stati invitati il Promotore di Giustizia Flavio Mota e l’avvocato Carlo Santiago, per presentarci e spiegarci le leggi contro la corruzione elettorale presenti in Brasile. Quest’anno, infatti, è anno di elezioni municipali e, nelle città brasiliane, vengono eletti sindaci e assessori comunali. Sono elezioni molto disputate, perché nelle casse dei municipi arrivano i soldi per l’infrastruttura, l’educazione, la salute delle città e, di conseguenza, chi arriva al potere dovrà amministrare molti soldi. Non a caso il Paese più disuguale del mondo è uno dei paesi più politicamente corrotti. Dove c’è povertà c’è corruzione.

Il promotore di giustizia Flavio mota e l'avvocato Carlo Santiago


Il lavoro pastorale che il Movimento Fede e Cittadinanza è chiamato a svolgere consiste in primo luogo formare i cittadini sulle leggi del Paese contro la corruzione elettorale e, in secondo luogo, vigilare affinché i candidati agiscano sul nostro territorio parrocchiale conforme alle leggi. Sia il promotore di giustizia che l’avvocato presenti all’evento, ci hanno ricordato che il lavoro di coscientizzazione che la parrocchia si presta ad iniziare in questo anno di elezioni municipali non sarà facile e tranquillo, ma occorrerà attrezzarsi di molta pazienza e prudenza. Speriamo il bene.

 

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