Paolo Cugini
Da
circa un anno la Caritas della parrocchia san Vincenzo di Paolo, in cui sto
svolgendo il ministero, organizza una volta al mese un pranzo per coloro che
abitano per strada, che non hanno casa. È una goccia nell’oceano di povertà che
circonda il territorio della nostra parrocchia: ne siamo consapevoli. In ogni
modo è un segno, nel senso che, con questo piccolo gesto, desideriamo
implicitamente comunicare che li vediamo, sappiamo quanto soffrono e, per
quello che possiamo, ci siamo. In realtà non si tratta solo del pranzo, ma
anche della colazione e della distribuzione di indumenti. Inoltre, la Caritas una volta al mese, nello
stesso giorno in cui realizza il pranzo, visita quelle famiglie che abitano
sotto il ponte di Manaus, una zona che fa parte della nostra parrocchia.
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I cuochi della Caritas parrocchiale |
Sabato
20 aprile ho partecipato alla giornata Caritas e sono rimasto impressionato da
alcuni dati. Ho potuto constatare che coloro che operano il servizio Caritas
sono tutti poveri, cioè, sono persone della stessa fascia sociale di coloro che
vengono raggiunti dalla Caritas. Alcuni di questi volontari Caritas, infatti,
sono già stati aiutati per pagare l’affitto, o con una borsa della spesa. Si
tratta, quindi, di poveri che aiutano altri poveri. Senza dubbio quelli che
arrivano per partecipare al pasto Caritas sono più bisognosi di coloro che
fanno questo servizio, ma si tratta pur sempre di poveri. Il secondo dato che
mi ha veramente impressionato è la situazione di grande indigenza di coloro che
abbiamo visitato sotto il Ponte di Manaus o nelle vicinanze del ponte. Una
miseria così grande l’avevo vista solo a Bologna (hai letto bene, si tratta
della Capitale dell’Emilia-Romagna, prima nella lista per lo stile di vita in
Italia), quando visitavo il campo nomadi situato nel parco adiacente all’Ospedale
Maggiore. Sono situazioni come queste che, quando le si incontra, si rimane
sbigottiti, senza parole, pervasi da un senso d’impotenza, provocati a pensare
che sembra non esserci limite alla disumanità di coloro che arraffano tutto
quello che possono e se ne infischiano di coloro che non possono nemmeno
mangiare le briciole sotto il tavolo dei ricchi sfondati.
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Le baracche nei pressi del ponre di Manaus |
Il
comune di Manaus ogni giorno elargisce pasti per i poveri in due punti della
città. Non li distribuisce gratis, ma esige un real, che corrisponde a
20 centesimi di euro. Un gesto simbolico per dire che non offre il pasto
gratis. Pasto che la persona che lo desidera deve arrivare alla mattina alle 9
per prendere il biglietto d’iscrizione e poi ripassare alla 12. Strategia utilizzata
dal comune per scoraggiare i furbi di turno che, pur di mangiare a sbafo, si intrufolano
nella coda dei poveri. Il comune, dunque, fa qualcosa, anche se la domanda è
amplissima. Manaus è, infatti, una città del paese più diseguale del mondo. È questo
che emerge dai recenti dati divulgati dal sito Unisinos dell’università di San
Leopoldo nel Sud del Brasile, che ha organizzato un Master sulla realtà sociale
dell’America Latina. Circa 20 milioni di persone in Brasile vivono nelle
favelas, che si trovano un po' dappertutto nel territorio brasiliano. Eppure,
il Brasile è l’ottava potenza economica del Pianeta e potrebbe tranquillamente piazzarsi
sul podio, considerata la grande ricchezza di materie prime e il tessuto industriale
del paese. Nel continente sudamericano, più che in altri punti del Pianeta, è
visibile il risultato devastante del modello neoliberale, che continua ad
arricchire pochi e impoverendo la maggior parte della popolazione.
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Incontro del Movimento Fede e Citadinanza |
Proprio
per seguire le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa, che non solo offre
pasti caldi per i poveri, ma cerca di smantellare le cause della povertà, nella
parrocchia San Vincenzo de Paulo, è sorto il comitato Fede e Cittadinanza.
Nello stesso sabato del pasto Caritas, alla sera il gruppo Fede e Cittadinanza
ha organizzato un evento in cui sono stati invitati il Promotore di Giustizia
Flavio Mota e l’avvocato Carlo Santiago, per presentarci e spiegarci le leggi
contro la corruzione elettorale presenti in Brasile. Quest’anno, infatti, è
anno di elezioni municipali e, nelle città brasiliane, vengono eletti sindaci e
assessori comunali. Sono elezioni molto disputate, perché nelle casse dei
municipi arrivano i soldi per l’infrastruttura, l’educazione, la salute delle
città e, di conseguenza, chi arriva al potere dovrà amministrare molti soldi. Non
a caso il Paese più disuguale del mondo è uno dei paesi più politicamente
corrotti. Dove c’è povertà c’è corruzione.
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Il promotore di giustizia Flavio mota e l'avvocato Carlo Santiago |
Il
lavoro pastorale che il Movimento Fede e Cittadinanza è chiamato a svolgere
consiste in primo luogo formare i cittadini sulle leggi del Paese contro la
corruzione elettorale e, in secondo luogo, vigilare affinché i candidati
agiscano sul nostro territorio parrocchiale conforme alle leggi. Sia il
promotore di giustizia che l’avvocato presenti all’evento, ci hanno ricordato
che il lavoro di coscientizzazione che la parrocchia si presta ad iniziare in
questo anno di elezioni municipali non sarà facile e tranquillo, ma occorrerà attrezzarsi
di molta pazienza e prudenza. Speriamo il bene.
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