giovedì 14 ottobre 2021

IL CARDINAL ZUPPI INTERVIENE NEL DIBATTITO SU FEDE E POLITICA

 



Paolo Cugini

 

Non è facile dire parole di senso, capaci di aprire dei varchi, delle prospettive verso il future, parlando di politica in una prospettiva di fede. Non è facile, perché si tende sempre di più ad identificare la politica con i partiti e, in modo particolare, con schieramenti specifici. Aiutare le persone e, in modo particolare, i fedeli di una comunità cristiana, ad alzare il livello del dibattito, per tentare di pensare al bene comune della polis, più che ad interessi immediati di parte: è stato questo il tentativo del discorso proposto dal Cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi, lunedì 20 settembre, a Dodici Morelli, una piccola frazione del Comune di Cento di Ferrara, appartenente, comunque, all’Archidiocesi di Bologna.

Il nucleo del discorso del Cardinale è stata la riflessione su uno dei quattro principi proposti da Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangeli Gaudium del novembre 2013. La dottrina dei quattro principi è interconnessa sia con la spiritualità ignaziana, sia con la riflessione sulla teoria dell’opposizione polare. Papa Francesco presenta i quattro principi nell’Evangelii Gaudium ai numeri 221-237, affermando che sono «relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale» (EG 221).  Nel discorso Noi come cittadini, noi come popolo, tenuto da Bergoglio il 6 ottobre 2010 a Buenos Aires in occasione della XIII giornata di pastorale sociale, in un passaggio intitolato Principi per illuminare il nostro essere come cittadini e come popolo,[1] Bergoglio presenta quelli che lui chiama i quattro principi fondamentali: il tempo è superiore allo spazio; l’unità è superiore al conflitto; la realtà è superiore all’idea; il tutto è superiore alla parte. Fa da sfondo alla presentazione dei quattro principi, la consapevolezza dell’esistenza di tre tensioni polari, necessarie per la costruzione di un progetto comune nella vita di un popolo: pienezza e limite, idea e realtà, globalizzazione e localizzazione. Queste tensioni polari dovrebbero contribuire «a risolvere la sfida di essere cittadini, l’appartenenza logica a una società e la dipendenza storico-mitica da un popolo». Attraverso queste tensioni e i quattro principi, Bergoglio analizza in modo evangelico la dimensione sociale e politica della realtà. Non a caso, la presentazione dei quattro principi nell’Evangelii Gaudium è realizzata nel capitolo relativo a bene comune e pace sociale. Comprendere questi principi bergogliani e le tensioni polari a cui fanno riferimento, rappresenta la chiave ermeneutica per cogliere il pensiero di Francesco sulla dimensione sociale della vita.  


Il Cardinal Zuppi la sera del 20 settembre sceglie di sviluppare il primo di questi quattro principi, vale a dire: il tempo è superiore allo spaio, per parlare di politica in una prospettiva di fede. Perché questa scelta e quale contributo può dare al senso della politica? Gestire la politica, il bene dei cittadini a partire dal tempo, significa apprendere a ragionare sulle prospettive di una città, coinvolgendo i cittadini e i collaboratori per elaborare un progetto di città, capace di indirizzare gli sforzi non tanto sulle necessità immediate, ma sul raggiungimento di obiettivi comuni. Il problema, come ha sottolineato lo stesso Cardinal Zuppi consiste “nel dover prendere decisioni in fretta, perché rende complicato il percorso”. È questo, per certi aspetti, il dramma della politica costruita sulla risposta immediata alle esigenze del presente, che risponde all’ unica necessità di costruire consenso in vista del successo personale, senza far riferimento ad un progetto politico. Con una serie di esempi, tipico dello stile del Cardinale, che cerca di aprire dei varchi nelle coscienze degli ascoltatori con delle immagini, più che con argomentazioni deduttive, Zuppi ha mostrato il beneficio per i cittadini, di una politica capace di lavorare su progetti a lunga distanza, perché: “avere un piano strategico serve a tutti e mette insieme le parti”. Parole semplici, ma profonde e chiare, che hanno lasciato nei presenti la sensazione della possibilità di un modo di fare politica capace di guardare al futuro con il cuore pieno di speranza.

 

 



[1] Bergoglio, Noi come cittadini noi come popolo, Jaca Book, Milano 2013, p. 57-69. 

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