mercoledì 10 novembre 2021

CONTAMINAZIONE IN TEOLOGIA COME FORMA DI INCULTURAZIONE

 




Paolo Cugini

 

Che cosa s’intende quando si usa questo termine in teologia? Contaminazione è un aspetto dell’inculturazione, del cammino dell’evangelizzazione in contesti culturali non cristiani, o di culture diverse. In ogni processo d’inculturazione c’è un aspetto di contaminazione, vale a dire, che venendo in contatto con una cultura diversa ci sono elementi di quella determinata cultura che vengono assorbiti dal processo di evangelizzazione, contaminando, per così dire, la struttura della dottrina. La contaminazione mette in discussione l’idea che la dottrina sia un blocco incorruttibile, compatto, immodificabile. In realtà, il cammino di evangelizzazione sin dagli inizi è passato attraverso vari momenti d’inculturazione che hanno comportato contaminazioni, che hanno modificato il nucleo dottrinale, assorbendo elementi della cultura incontrata. Esempio di quanto sto dicendo è la contaminazione avvenuta nell’ambito della cultura greca, che tra l’altro ha permesso la formulazione del credo niceno-costantinopolitano. Ciò significa che la contaminazione, lungi da essere un fenomeno negativo, è anzi un momento di arricchimento positivo necessario. Così com’è stato formulato l’idea di contaminazione nel processo d’inculturazione del Vangelo esige, da una parte, il riconoscimento di valori nelle culture incontrate e, dall’altra, l’azione dello Spirito Santo che agisce liberamente in ogni contesto culturale. È questo momento riconoscitivo che provoca lo stile dialogico, l’atteggiamento di ascolto dell’altro, la presa di coscienza della presenza dell’amore di Dio, che si manifesta in forme diverse. Sempre in questa prospettiva, l’idea di contaminazione aiuta a valorizzare la diversità nella sua accezione più ampia.

 La contaminazione in teologia indica che ci sono elementi nuovi, sconosciuti nelle culture altre che vengono assorbite dal vangelo, perché implicitamente riconosciute come novità significative e in sintonia con i contenuti espressi. La contaminazione fa dunque crescere la dottrina, la modifica, la rende più completa. Contaminazione significa che il processo di apprendimento del mistero non termina mai. Ammettere il processo d’inculturazione nel suo aspetto di contaminazione significa dire addio alla concezione desueta della dottrina come un blocco immodificabile, che identifica l’idea di verità con la realtà immobile, e la perfezione con la stabilità. L’aspetto di storicità della storia della salvezza, la manifestazione di Dio nella storia degli uomini e delle donne, apre lo spazio all’idea del mistero di Dio che non può essere codificato da nessuna dottrina teologica e, allo stesso tempo, che rimane sempre aperta, appunto, sempre disponibile alla contaminazione. In questa prospettiva l’idea di contaminazione in teologia prima di essere e d’indicare un momento negativo, manifesta invece un momento positivo dell’azione dello Spirito nella storia. Dice, infatti, che la sua azione non può essere racchiusa in nessuno spazio e nessuno può avere la presunzione di codificarne i contenuti.

 C’è una ricchezza della presenza di Dio non solo nei cammini delle chiese e delle religioni, ma anche in ogni luogo. “Tutto è stato fatto in Lui e in vista di Lui” (Ef 1). Il processo di contaminazione è richiesto da tutti coloro che sono alla ricerca del mistero e vivono di Lui.

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