giovedì 18 dicembre 2014

LA DEBOLEZZA DELLA FEDELTÀ'


Paolo Cugini


Si pensa che la fedeltà sia qualcosa di duro, di fisso, di stabile e irremovibile, ma in realtà non è proprio così. Abbiamo imparato a scuola a dividere la realtà per opposti, da una parte il bianco e dall’altra il nero, da un lato il forte e dall’altra il debole, in un canto il bello e dall’altro canto il brutto. Per stare bene noi, per rispondere a quel mostruoso bisogno di sicurezza che abbiamo dentro abbiamo sigillato la realtà, abbiamo deciso che essa sia dialettica, che sia dicotomica, che avvenga e si sviluppi per forze contrarie. Solo che la realtà non è così, perché ci sono i grigi e non solo il bianco e il nero, cioè la realtà si manifesta nella sa varietà, nella sua pluralità e se ne infischia dei nostri problemi, delle nostre insicurezze, dei nostri bisogni di sopravvivenza. Così è anche per la fedeltà, che è tutto fuorché una durezza, una resistenza, un sacrificio. In realtà sboccia da una fortissima esperienza d’amore, da una relazione d’amore. E non può essere che così perché solo l’amore è in grado di produrre la forza che ci fa proseguire il cammino nonostante tutto, nonostante le improvvise e numerose infiltrazioni negative della vita, che ci fanno dubitare, che s’insinuano nella mente invisibilmente ma insidiosamente e ci fanno dubitare, ci mettono in discussione ciò che sino a qualche tempo addietro era assolutamente indiscutibile. E andiamo avanti, nonostante tutto. E andiamo avanti perché dietro di noi, ragazzo mio, c’è il ricordo di quello che è stato l’origine di tutto, di quello che ad un certo punto ci è venuto incontro come una forza nuova, una forza creatrice, quella stessa forza che ha creato il mondo e che ha fatto si che tutto fosse, compresi noi. E allora, in questa prospettiva e per questa direzione la fedeltà diventa un continuo sforzo di memoria, di fare spazio all’amore originario affinché sappia trasformare il nostro presente, soprattutto quella materia ostica che incontriamo, quella materia resistente, quei frammenti di egoismo e di odio che incontriamo nella nostra vita, fare in modo che non siano loro a farci arretrare, ma avere la pazienza affinché l’amore che c’è in noi e che un giorno ci ha rigenerato, possa trasformare tutto. Si capisce, allora, come la fedeltà passi per periodi di grande timore, si capisce come l’esperienza d’amore nel tempo possa logorarsi, perdere di spessore, d’intensità. Si comprende allora che proprio questo rimanere nell’amore originario nonostante il deserto, si comprende che proprio questo stare, questo rimanere, questo essere spazio dell’amore in mezzo al deserto della vita che ci disorienta, ci lascia senza ragioni, questo rimanere lì in attesa di giorni migliori, sia sotto tutti i punti di vista la vera esperienza dell’amore Perché è troppo facile, ragazzi miei, amare da giovani; è troppo facile amare quando si è sconvolti dalla passione. E’ un gioco da ragazzi dire che si ama e che si è disposti a tutto quando si è nel bel mezzo della gioventù, quando si è nel bel mezzo dell’uragano delle passioni. Prova a dirlo quando non ci capisci più nulla. Prova parlare d’amore quando la vita ti asfalta con le malattie, quando la vita ti prova sovrapponendo delle altre passioni, quando la vita ti annebbia gli occhi con la sabbia delle incomprensioni. Rimanere lì sul proprio posto in questi momenti è il vero amore, è il segno che ciò che c’era all’origine di tutto era autentico, non era una fantasia. La fedeltà nella prova è affidamento e l’affidamento è amore puro perché non si attacca a nulla, perché non ha più dei punti di appoggio, perché in un certo senso non ci sono nemmeno i sentimenti, le passioni, anzi spesso e volentieri c’è il contrario, c’è il non senso, ci sono delle domande che nascono dentro che ci spezzano in due, che ci mettono in ginocchio. Rimanere in queste circostanze è l’amore allo stato puro, è pura gratuità, perché va oltre la ragione, anzi la sconfigge, perché tutta quella ragione che forma delle logiche razionali per farti fuggire dai lunghi anni di deserto della vita, viene letteralmente sconfitta dalla pazienza imperterrita e cosante del rimanere. L’amore è paziente dice san Paolo: è proprio così. Si riescono a cogliere queste autentiche verità solamente nel tempo, solamente dandosi tempo, solamente lungo l’esistenza. Perché all’inizio non si pensa così, all’inizio si pensa tutto sull’amore, ma non che sia così. Anche perché ci sono tutte le fiabe dell’infanzia e poi le favole dell’adolescenza, gli amore violenti della giovinezza quando si pensa che l’amore sia una forza. Nessuno all’inizio si aspetterebbe che l’amore in realtà sia una grande debolezza. Nessuno oserebbe pensare in gioventù che nell’amore puro non ci sia il sentimento. Nessuno oserebbe escludere il sentimento dall’amore puro. Eppure la vita c’insegna questo. Amare è l’essenza della vita: per questo siamo fedeli. Incontrare nel nostro cammino esistenziale qualcuno che c’insegni ad amare è il grande dono che la vita ci può fare: auguri!

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