Paolo Cugini
Si pensa che la fedeltà sia qualcosa
di duro, di fisso, di stabile e irremovibile, ma in realtà non è proprio così.
Abbiamo imparato a scuola a dividere la realtà per opposti, da una parte il
bianco e dall’altra il nero, da un lato il forte e dall’altra il debole, in un
canto il bello e dall’altro canto il brutto. Per stare bene noi, per rispondere
a quel mostruoso bisogno di sicurezza che abbiamo dentro abbiamo sigillato la
realtà, abbiamo deciso che essa sia dialettica, che sia dicotomica, che avvenga
e si sviluppi per forze contrarie. Solo che la realtà non è così, perché ci
sono i grigi e non solo il bianco e il nero, cioè la realtà si manifesta nella
sa varietà, nella sua pluralità e se ne infischia dei nostri problemi, delle
nostre insicurezze, dei nostri bisogni di sopravvivenza. Così è anche per la
fedeltà, che è tutto fuorché una durezza, una resistenza, un sacrificio. In realtà
sboccia da una fortissima esperienza d’amore, da una relazione d’amore. E non
può essere che così perché solo l’amore è in grado di produrre la forza che ci
fa proseguire il cammino nonostante tutto, nonostante le improvvise e numerose
infiltrazioni negative della vita, che ci fanno dubitare, che s’insinuano nella
mente invisibilmente ma insidiosamente e ci fanno dubitare, ci mettono in
discussione ciò che sino a qualche tempo addietro era assolutamente
indiscutibile. E andiamo avanti, nonostante tutto. E andiamo avanti perché
dietro di noi, ragazzo mio, c’è il ricordo di quello che è stato l’origine di
tutto, di quello che ad un certo punto ci è venuto incontro come una forza
nuova, una forza creatrice, quella stessa forza che ha creato il mondo e che ha
fatto si che tutto fosse, compresi noi. E allora, in questa prospettiva e per
questa direzione la fedeltà diventa un continuo sforzo di memoria, di fare
spazio all’amore originario affinché sappia trasformare il nostro presente,
soprattutto quella materia ostica che incontriamo, quella materia resistente,
quei frammenti di egoismo e di odio che incontriamo nella nostra vita, fare in
modo che non siano loro a farci arretrare, ma avere la pazienza affinché
l’amore che c’è in noi e che un giorno ci ha rigenerato, possa trasformare
tutto. Si capisce, allora, come la fedeltà passi per periodi di grande timore,
si capisce come l’esperienza d’amore nel tempo possa logorarsi, perdere di
spessore, d’intensità. Si comprende allora che proprio questo rimanere
nell’amore originario nonostante il deserto, si comprende che proprio questo
stare, questo rimanere, questo essere spazio dell’amore in mezzo al deserto
della vita che ci disorienta, ci lascia senza ragioni, questo rimanere lì in
attesa di giorni migliori, sia sotto tutti i punti di vista la vera esperienza
dell’amore Perché è troppo facile, ragazzi miei, amare da giovani; è troppo
facile amare quando si è sconvolti dalla passione. E’ un gioco da ragazzi dire
che si ama e che si è disposti a tutto quando si è nel bel mezzo della
gioventù, quando si è nel bel mezzo dell’uragano delle passioni. Prova a dirlo
quando non ci capisci più nulla. Prova parlare d’amore quando la vita ti
asfalta con le malattie, quando la vita ti prova sovrapponendo delle altre
passioni, quando la vita ti annebbia gli occhi con la sabbia delle
incomprensioni. Rimanere lì sul proprio posto in questi momenti è il vero
amore, è il segno che ciò che c’era all’origine di tutto era autentico, non era
una fantasia. La fedeltà nella prova è affidamento e l’affidamento è amore puro
perché non si attacca a nulla, perché non ha più dei punti di appoggio, perché
in un certo senso non ci sono nemmeno i sentimenti, le passioni, anzi spesso e
volentieri c’è il contrario, c’è il non senso, ci sono delle domande che
nascono dentro che ci spezzano in due, che ci mettono in ginocchio. Rimanere in
queste circostanze è l’amore allo stato puro, è pura gratuità, perché va oltre
la ragione, anzi la sconfigge, perché tutta quella ragione che forma delle
logiche razionali per farti fuggire dai lunghi anni di deserto della vita,
viene letteralmente sconfitta dalla pazienza imperterrita e cosante del
rimanere. L’amore è paziente dice san Paolo: è proprio così. Si riescono a
cogliere queste autentiche verità solamente nel tempo, solamente dandosi tempo,
solamente lungo l’esistenza. Perché all’inizio non si pensa così, all’inizio si
pensa tutto sull’amore, ma non che sia così. Anche perché ci sono tutte le
fiabe dell’infanzia e poi le favole dell’adolescenza, gli amore violenti della
giovinezza quando si pensa che l’amore sia una forza. Nessuno all’inizio si aspetterebbe
che l’amore in realtà sia una grande debolezza. Nessuno oserebbe pensare in
gioventù che nell’amore puro non ci sia il sentimento. Nessuno oserebbe
escludere il sentimento dall’amore puro. Eppure la vita c’insegna questo. Amare
è l’essenza della vita: per questo siamo fedeli. Incontrare nel nostro cammino
esistenziale qualcuno che c’insegni ad amare è il grande dono che la vita ci
può fare: auguri!
Nessun commento:
Posta un commento