martedì 22 ottobre 2024

LA CRISI DELLA CRISTIANITA’ OCCIDENTALE TRA SMASCHERAMENTO ED ERMENEUTICA

 






 

Paolo Cugini

 

Gli ultimi decenni sono stati un progressivo processo di smascheramento prodotto dalla cultura occidentale, che ha ridotto il cristianesimo a forma vuota, inutile per la vita. Il fallimento delle metanarrazioni moderne, per dirla con Lyotard, hanno manifestato il limite del metodo deduttivo, incapace di cogliere la realtà. Per secoli la cultura Occidentale ha preteso di orientare la realtà a partire da schemi concettuali predefiniti. La profonda crisi climatica che sta devastando il pianeta, la costante crisi economica frutto del modello neoliberale che sta aumentando giorno dopo giorno il fosso da i pochi ricchi e una moltitudine di poveri, la crisi delle democrazie segnate da un’avanzata impressionante degli schieramenti politici di estrema destra, sono alcuni sintomi di un crollo definitivo della proposta moderna, della possibilità di controllare l’evoluzione della storia a partire da idee predefinite. In questo percorso la Chiesa ha le sue responsabilità e, per questo, la crisi globale la sta intaccando in profondità. Tutte le volte che si è irrigidita trincerandosi nella difesa di principi assoluti, ha perso la possibilità di mettersi in ascolto della realtà e percepire la voce del Verbo Incarnato. Si è lentamente sfaldato, sgretolato il castello esteriore di sicurezze precostituite, che non ha retto all’impatto della realtà, che ha evidenziato il fallimento di un metodo, di una modalità di abitare la realtà. Processo di smascheramento che ha una duplice direzione. Da un lato rivela il fallimento di un’idea; dall’altro indica un cammino. Per questo motivo la fase di passaggio che stiamo vivendo è estremamente delicata. Solo rendendoci conto del cambiamento in atto possiamo avere il coraggio di cambiare rotta.

Accanto allo smascheramento, l’occidente ha vissuto anche l’epoca dellermeneutica, che ha progressivamente indebolito la forza della verità metafisica. È questa una chiave di lettura importante, necessaria per cogliere la direzione che sta prendendo la cultura Occidentale. L’ermeneutica ha sostituito la metafisica: è questo uno degli esiti, a mio avviso positivi, del cambiamento in atto. I sistemi rigidi elaborati nell’epoca moderna, hanno mostrato il grande limite di irrigidire la verità, mostrandone solo un aspetto, che emerge dalla definizione. La verità manifestata dal Mistero è per sua natura molteplice, poliedrica, come ho già ricordato nella pima parte. La definizione del Mistero può avere un aspetto pedagogico, ma non può avere la presunzione di dire tutto il Mistero. Se questo discorso vale in genarle, ancora di più assume un significato quando in gioco c’è la Verità del Mistero manifestata da Gesù Cristo, il Verbo che si è fatto carne, è venuto ad abitare in mezzo a noi, camminando con noi. In questa prospettiva, la storicità dell’evento non può essere dimenticata, per non correre il rischio, come di fatto è avvenuto in passato con il pensiero metafisico, di ridurre l’evento dell’Incarnazione ad un concetto astratto. La rivelazione del Mistero in Gesù Cristo, richiede un costante sforzo ermeneutico, perché la verità, d’ora innanzi, prima di essere un concetto astratto, è una persona viva che cammina con noi, che dev’essere accolta così com’è e come si manifesta e non intrappolata in rigidi rivestimenti concettuali. È proprio questo uno degli aspetti più positivi dell’attuale contesto post-moderno: la possibilità di pensare la verità nel suo contesto storico e non di coglierla come un’idea astratta. Tutto ciò ha conseguenze immediate nel camino della comunità, conseguenze che analizzeremo nella terza parte.

Che cosa lascia dietro di sé la scomparsa della cristianità? Un vuoto incolmabile. Forse, soprattutto, la percezione di un tempo perduto in cose senza senso, soprattutto da parte di coloro che ci hanno creduto, di coloro, cioè, che hanno creduto che la forma cristiana fosse portatrice del divino, di qualcosa, dunque, di assoluto, eterno. Possiamo, invece, tranquillamente dire, che si è trattato di una grande mistificazione, di un enorme sopruso, di una grande manipolazione del Mistero. Abbiamo trascorso secoli identificando il Mistero rivelato in Gesù Cristo, con quel sacro e quella struttura religiosa che Gesù era venuto a scardinare. Come ci dimostrano alcuni studi di Patristica e di storia della liturgia, in pochi decenni abbiamo rimesso le cose apposto, abbiamo risistemato in ordine quello che Gesù aveva, a detta loro, disordinato, sconquassato, destrutturato. Sono tutti sinonimi di un unico processo metto in atto da Gesù per manifestare la grande manipolazione realizzata dagli uomini del culto in Israele: identificare il Mistero con il sacro, la religione con la fede, le tradizioni umane con la Parola di Dio. Secoli di manipolazioni sacrali hanno prodotto una religione materiale dominata da una casta sacerdotale che ha ridotto la religione a pura formalità rituale, impedendo in questo modo al popolo di Dio di fare esperienza del Volto del Mistero manifestato in Gesù.  

Con gli occhi di poi possiamo dire: non era proprio da buttare via il grande critico della cristianità: Friedrich Nietzsche. Aveva già detto tutto, o quasi. Aveva percepito in profondità la fine dell’epoca cristiana e intravisto la nuova, in cui gli uomini avrebbero dovuto imparare a vivere senza appoggiarsi a Dio, ovvero, al Dio inventato dagli uomini, al dio analgesico, al rifugio dalla durezza della vita. Aveva capito che il Dio costruito nei secoli dall’occidente era ormai morto. Nietzsche percepiva tutta la tragicità di questo annuncio, anche perché era consapevole del disastro che la struttura religiosa aveva provocato nell’anima d’intere generazioni. Secoli di pietismo religioso hanno lasciato il segno: era questa la preoccupazione di Nietzsche. Secoli di fuga dalla realtà, hanno manifestato un’infedeltà alla terra, per dirla sempre con Nietzsche, che ha avuto come conseguenza immediata la creazione di una religione incapace di dialogare con il mondo. Lo smantellamento delle strutture forti della modernità permette alle attuali generazioni di uscire dal tempio per assaporare la vita e costruire percorsi in cui sia visibile la fedeltà alla terra, il rispetto delle culture altre, la creazione di spazi affinché tutti e tutte possano manifestare la loro diversità senza preclusioni o preconcetti.

 

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