Valorizzare e rafforzare la
conoscenza locale come strumento per ridurre al minimo il divario educativo
Paolo
Cugini
Manaus
è stato in questi giorni l'epicentro dei futuri cammini della Chiesa in
Amazzonia. Si è svolto il V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia brasiliana,
che riunisce 58 Chiese locali, la II Assemblea della Conferenza Ecclesiale
dell'Amazzonia (CEAMA) e, il 27 e 28 agosto, l'incontro del Consiglio della
Programma dell'Università dell'Amazzonia (PUAM) ).
Più
di 20 rappresentanti di varie università, organizzazioni e istituzioni,
provenienti da diversi paesi, cercano di portare avanti un cammino iniziato nel
2022. Il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo emerito di Huancayo (Perù) e
presidente della CEAMA, ha detto loro che è molto importante avere “una visione panoramica
dell’intero processo che stiamo costruendo. Il cardinale ha sottolineato il
passo intrapreso 10 anni fa, che ha significato il passaggio dall'annuncio del
Vangelo “nelle isole” al convogliamento di esperienze diverse e alla creazione
di un canale di comunione nella diversità.
E' necessario
lavorare insieme, articolati, uniti in qualcosa che è uno dei sogni di Dio,
come espresso da Papa Francesco nella Querida Amazônia. Il cardinale
peruviano ha ricordato che il PUAM nasce da una proposta del Sinodo per
l'Amazzonia, in collaborazione con il CEAMA, sottolineando che si tratta di
un mandato del Magistero pontificio e indica una linea per tutta la Chiesa. La
PUAM è l’espressione del cammino concreto della Chiesa in Amazzonia per
l’educazione di tutti coloro che vivono in Amazzonia, con particolare
attenzione alle popolazioni indigene, che sono le più colpite.
I
consiglieri sono stati informati sui passi compiuti nel progetto educativo
PUAM, sulla sua struttura, divisa in tre capitoli, partendo dal contesto,
passando per un progetto educativo in Panamazzonia, fino ad arrivare alle linee
pedagogiche.
Lo
studio di fattibilità territoriale, educativa e finanziaria del Programma
Educativo PUAM “Gestione Integrata del Territorio Amazzonico” mette in luce il
lavoro svolto sul territorio. L’analisi della realtà educativa di ciascun Paese
in cui la PUAM è presente mostra che, in Brasile, ad esempio, si è verificata
una diminuzione dell’analfabetismo e della necessità di accesso all’istruzione
superiore, la necessità di affrontare l’inclusione e la diversità
socioculturale, la mancanza di programmi di sviluppo sostenibile di
conservazione ambientale e formazione professionale.
La
realtà colombiana mostra il basso tasso di copertura dell’istruzione superiore,
le sfide derivanti dalle condizioni geografiche e socioculturali, la mancanza
di programmi educativi adeguati e le disuguaglianze economiche e di risorse.
Queste situazioni si ripetono in Ecuador, dove il tasso di abbandono è elevato,
si registrano disuguaglianze nella distribuzione dell’offerta educativa e
difficoltà di adattamento ai bisogni regionali, che richiedono il rafforzamento
dell’identità e dell’autonomia culturale. Anche in Perù, dove mancano risorse e
offerte formative, soprattutto contestualizzate, si registrano queste stesse
carenze educative. Una disuguaglianza più evidente è stata sottolineata in
Venezuela, conseguenza della crisi economica e sociale, aggravata da strategie
educative incomplete e politicizzate.
In
fin dei conti si tratta di una realtà che è decisamente influenzata dai
problemi sociali della regione amazzonica, che riguardano l’istruzione, la
sanità, i trasporti, l’invasione dei territori, la mancanza di leadership, la
migrazione, la mancanza di sicurezza, l’ambiente e la perdita di cultura, tra
gli altri.
Si
percepiscono, comunque, sogni e
aspirazioni di formazione, ricerca di condizioni di vita dignitose per i
giovani, formazione tecnologica, rafforzamento delle identità, non perdita di
ciò che è indigeno, ricerca del bene comune e della combinazione della Chiesa
con ciò che è indigeno. Allo stesso modo, emergono bisogni formativi che hanno
come punti fondamentali la leadership, il rafforzamento della cultura,
l’educazione interculturale, la gestione dei conflitti, gli strumenti di
comunicazione e monitoraggio.
All'incontro
ha partecipato l'arcivescovo di Manaus, cardinale Leonardo Steiner, che ha
ripercorso la storia di oltre 50 anni dell'arcidiocesi nel campo
dell'educazione, non solo per il clero, ma anche per i laici, frutto del
Meeting di Santarém 1972. Fu in quel periodo che nacque il Centro di Studi sul
Comportamento Umano (Cenesc), che, insieme all'Università Federale
dell'Amazzonia, erano all'epoca gli unici centri universitari di Manaus. Il
cardinale ha detto che, purtroppo, non sono stati fatti passi avanti per
trasformarla in una grande università cattolica.
Il
cardinale Steiner ha parlato dell'importanza della presenza della Chiesa
cattolica nel dibattito economico e sociale per poi ricordare che la Chiesa si
è sempre distinta nel campo dell'educazione, anche in ambito universitario,
sottolineando la necessità di essere una presenza evangelizzatrice nel campo
educativo.
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