DARSI
PACE-LA VISA DEL RITORNO
ROMA
6 OTTOBRE 2019
Marco Guzzi
Sintesi:
Paolo Cugini
Pensare
ad eventi di massa in cui non è necessario gridare.
Darsi
pace significa possiamo godere.
Movimento
di liberazione interiore per la trasformazione del mondo.
Uso
della telematica di tipo spirituale e di tipo politico. Movimento
rivoluzionario inedito: gioia, libertà e tecnica. Il rivoluzionario de XXI
secolo non-violento è felice, saprà smascherare l’inganno e per farlo occorre
essere bravi.
Oggi
festeggiamo vent’annidi Darsi Pace, che iniziò nel mese di ottobre del 1999.
Il
percorso che proponiamo dura sette anni e dopo si può iniziare a ragionare dei
temi importanti.
Ci
sono dei responsabili regionali e gruppi di creatività culturale (scienza,
religione, rapporto fra psicoterapia e spiritualità). C’è anche il movimento
giovanile.
Darsi
Pace nasce da un’intuizione che continua ad essere centrale: ci troviamo in un
momento decisivo della storia, per tanti aspetti ultimativo.
Karl
Jung nel 1955: nessuna persona capace di usare il cervello
vorrà sostenere che lo stato presente sia un punto di arrivo durevole. Tutti
sono convinti che il ritmo della trasformazione è incredibile e non è proprio
possibile come una sintesi superiore potrebbe realizzarsi attraverso una forma
presente. Occorre qualcosa di diverso. Ci vuole un cambiamento radicale delle
istituzioni.
J
Liftig: potremmo essere vicini alla fine di questa
fase della storia e all’inizio di una fase nuova. Tutto il ciclo storico
potrebbe essersi esaurito. Sono studi sulla felicità che dicono questo. L’attuale
struttura sociale non ci rende felici.
Siamo
in un punto cruciale della storia. Ognuno di noi sta vivendo
una crisi radicale d’identità e di senso. Questo sembra non interessare
nessuno. Si parla di crisi solo con la metafora economica ed ecologica. C’è
qualcosa di più radicale che sta cambiando. Che cosa stiamo facendo qui? Che
cosa ci stiamo a fare sul pianeta terra?
Piedi
per terra e testa nel cielo. La crisi è fame di senso e di parole. Noi siamo
qui per darsi pace. Lo spirito che guida questo movimento è uno spirito
positivo. La buona notizia è che questa grande crisi è però una grandiosa crisi
di crescita. Studiando la crisi a fondo si capisce che è una crisi di crescita.
Ci stiamo liberando da forme vecchie, per questo non c’è nulla da rimpiangere. [Gioacchino
Belli].
René
Girard conferma questa tesi. Capiremo con il corpo questa
possibilità di crescita. Lo capiremo quando ci alziamo alla mattina. Parliamo
di conoscenza iniziatica. Tutto il cristianesimo è iniziatico. Capire
trasformandoci. La conoscenza iniziatica si differenzia dalla conoscenza
scientifica perché ti dice: tu vuoi conoscere questo mistero bisogna cambiare
la mente. Occorre accettare il cambiamento di sé stessi e scoprire le
profondità, cambiare punto di vista.
Forma
dei nostri incontri con quattro principi ispiratori:
1. Ci
prendiamo cura delle persone subito e ci diamo pace subito. Teniamo
conto delle persone che abbiamo vicino. Darsi pace è il metodo, ora. Dobbiamo
ammorbidire per capire il senso iniziatico. Il rinvio è la forma mentis del
piccolo io. Il rinvio è il trucco dell’ego.
2. Noi
non tergiversiamo, non parliamo d’altro. Rischio della noia
delle chiacchere culturali, religiose, ecc. Non si parla di ciò che è
essenziale che c’inquieta. Stando sul pezzo possiamo raccontare il senso delle
cose. Occorre stare sul punto e non muoversi mai. Cercate il regno di Dio e la
sua giustizia e il resto sarà dato in sovrappiù.
3. Noi
accogliamo la sofferenza così com’è. Non abbiamo
presupposti, non ci sono precondizioni. C’interessa accogliere l’umano in
crisi. Siamo convinti che la crisi è di crescita. La crisi che stiamo vivendo
non è un errore, ma una cosa sensata e positiva. Tutto il resto è falso. A
volte siamo costretti a non essere noi stessi. Tutte le strutture hanno bisogno
di essere modificati.
4. Nei
nostri laboratori nessuno è solo uno spettatore,
ma tutti praticanti. Giochiamo tutti, tutti elaborano il loro pensiero. Siamo
abituati sin da bambini ad essere spettatori. Rischio d’indebolire la capacità
d’immaginazione. Occorre uscire dalla passività dello spettatore per essere
attori e praticanti.
Contenuto:
Cerchiamo d’integrare tre strutture conoscitive che normalmente sono separate
tra di loro e abbiamo fame di:
a. Livello
culturale. Parole sensate, cultura. Il livello del
praticare è lo studio come pratica spirituale. Dagli anni ’60 in poi c’è un
declino della cultura. Abbiamo bisogno di chiavi interpretative adeguate.
Studio come luogo della libertà.
b. Livello
esistenziale. Abbiamo fame di una liberazione profonda.
Abbiamo pratiche autoconoscitive per sciogliere le difese e i blocchi
accumulati nella vita.
c. Livello
spirituale. Pratiche spirituali serie.
Occorre dedicare tempo alle pratiche spirituali. L’umiltà è la meta. L’umiltà
non è la mediocrità. La piccolezza evangelica è un’altra cosa. I piccoli sono i
discepoli che tornano bambini, morire e rinascere nello spirito.
Cerchiamo
parole vere, nuove. L’arte consiste nell’integrare i tre livelli.
Strumenti
che utilizziamo:
·
Siti riservati
·
Manuali
·
Gruppi territoriali/regionali
·
Gruppi di creatività culturale
·
Percorsi in internet (YouTube, Facebook, ecc.)
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