Paolo Cugini
Il mondo consumista nel quale viviamo
accentua sempre di più il predominio della materia sullo spirito. Uno dei
grandi insegnamenti che incontriamo in tutte le epoche antiche e nelle grandi
culture e religioni è l’insegnamento affinché lo spirito domini la materia, la
dimensione spirituale abbia la meglio sulla dimensione istintuale. La crisi
delle grandi religioni in occidente ha lasciato spazio al dominio della
mentalità consumista e, di conseguenza, del prevalere della materia sullo
spirito. Una vita dominata dalla materia corre il rischio di non riuscire più a
gestire la vita istintuale che, proprio dalla materia, trova il proprio
alimento e sostegno.
Eppure
ci sono state le scuole di pensiero che tanto hanno inciso nella formazione
della cultura occidentale, che tanto hanno fatto affinché lo spirito dominasse
la materia, l’anima la vita corporale. Tra
i più grandi maestri di questa scuola ci sono Socrate e Platone, che hanno
fatto della cura dell’anima lo scopo principale della vita dell’uomo e della donna.
Curare l’anima significa dedicare tempo a se stessi, per imparare a non
lasciarsi travolgere dagli eventi, ma a dominarli. Quando curiamo l’anima in
modo autentico, sentiamo dentro di noi un movimento spontaneo che ci porta verso
l’altro, l’altra, un desiderio di comunione con il mondo.
La
vita spirituale è come un grido che esce dall’anima quando è soffocata dalla
materia, perché non accetta di essere identificata, assopita dalle cose. La qualità
non può essere soppiantata dalla quantità, la dolcezza dalla durezza, il
silenzio dal chiasso, la leggerezza dalla pesantezza. Ci vuole il coraggio di
ascoltare i segnali che la realtà circostante ci offre per avvertirci dei
sovvertimenti che sono in atto. Anche perché non si può fare finta per sempre.
Si può pensare di vivere facendo finta che tutto va bene, che davvero le cose
possono sostituire il senso profondo dell’essere, ma non dura. Arriva, prima o
poi il giorno in cui il male dell’anima è così grande che il vuoto non può
essere più nascosto, il grido di dolore del non senso non può rimanere inascoltato.
Sono
i sentimenti i soli che ci potranno salvare dalla valanga della materia che incoscientemente
assimiliamo, perché sono loro che ci avvertono in modo delicato e costante, del
malessere che ci sa avvolgendo e che va ascoltato e non ignorato. E’ dai
sentimenti che ci arriva lo stimolo che mette in moto la ragione affinché
prenda i provvedimenti necessari per non morire soffocati dal nulla.
Nessun commento:
Posta un commento