Paolo Cugini
Oggi
pomeriggio nelle strade del Centro di Manaus hanno sfilato centinaia di persone
legate ai movimenti sociali della Chiesa e delle parrocchie per manifestare
pubblicamente e fare sentire la nostra voce contro ogni forma di disuguaglianza
sociale e di discriminazione.
La
proposta del Grido degli Esclusi e delle Escluse è nata in un
incontro di valutazione del percorso della II Settimana Sociale Brasiliana,
promossa dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB), svoltosi nel
1993 e nel 1994. È emersa come un modo per dare continuità e attuare i
dibattiti e il tema della settimana “Brasile, alternative e protagonisti”,
ovvero “Il Brasile che vogliamo”. Anche ispirandosi al motto della
Campagna della Fraternità del 1995, che aveva come tema “Fraternità ed
Esclusi” e con il motto: “Sei stato tu, Signore? "
Tra
le motivazioni che hanno portato alla scelta del 7 settembre per la
realizzazione del Grido (a Manaus l’abbiamo anticipata il 5 settembre, perché è
la festa dell’Indipendenza della città) c'è quella di fare da contrappunto al Grido
d'Indipendenza, proclamato da un principe nel 1822. In questo senso, dal
1995, il Grido degli Esclusi e delle Escluse ha come obiettivo di
portare nelle strade e nelle piazze le urla nascoste e soffocate, silenziose e
taciute, che emergono dai campi, dagli scantinati e dalle periferie della
società. Si tratta di rivelare, alla luce del sole e davanti all’opinione
pubblica, il dolore e la sofferenza che i governi e le autorità tendono a
nascondere sotto il tappeto. Portare in superficie i mali e le correnti
profonde che tormentano la vita quotidiana della popolazione a basso reddito.
A
partire dal 1996, il Grido degli Esclusi e degli Esclusi è stato ripreso dalla
CNBB, che lo ha approvato nella sua Assemblea Generale, nell'ambito del PRNM
(Progetto Verso il Nuovo Millennio - doc. 56 nº 129). È sempre stato un
progetto legato alla dimensione socio-trasformativa della CNBB, situato nel
Settore Pastorale Sociale.
Il
Grido degli Esclusi ha portato nelle strade di Manaus un grido per
miglioramenti urgenti nella sanità pubblica in Amazzonia. Un grido: “perché
siamo cristiani che amano e difendono la vita”, ha sottolineato il vescovo
ausiliare di Manaus, Mons. Hudson Ribeiro. Non possiamo dimenticare che “il
grido degli esclusi è il grido di coloro che vogliono essere ascoltati, che
quando gridano spesso vengono messi a tacere” ha specificato Mons Hudson. È stato
un grido in difesa della vita e della salute pubblica e per la costruzione di
una società giusta ed egualitaria.
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Il vescovo ausiliare di Manaus Mons Hudson (il primo a sinistra con il cappellino e la maglia bianca) |
Per
le strade del centro di Manaus hanno sfilato centinaia di persone con bandiere
rappresentative dei movimenti sociali, striscioni, canti e discorsi. Noi della
parrocchia san Vincenzo de Paoli siamo partiti verso le 14,30 con due pullman e
qualche macchina: un centinaio di persone circa. La motivazione che ci siamo
dati nelle ultime settimane è stata quella di portare fuori dall’eucarestia che
celebriamo la domenica il desiderio di lottare
per un mondo migliore. Mi sento molto felice quando vedo in questo cammino, che
unisce la liturgia con la vita, molti adolescenti e giovani, che vedono
comunità cristiane che si sforzano di vivere quello che celebrano.
Motivi
per gridare ce ne sono molti qui a Manaus. Prima fra tutti, è ciò che sta
rendendo la vita difficile nella città, vale a dire gli incendi nella foresta
che provocano giornate di intenso fumo, che sta riempendo gli ospedali di
persone con difficoltà respiratorie. E
poi l’impressionate siccità che sta preoccupando tutti. Alla faccia di chi dice
che il cambiamento climatico è una bufala. Qui lo tocchiamo con mano tutti i
giorni, purtroppo. Durante la manifestazione hanno preso la parola alcuni attivisti
dei movimenti sociali presenti a Manaus. Vale sottolineare la presenza del Movimento
Faça Bonito, al quale aderisce anche la nostra parrocchia, che lotta contro
gli abusi sui minori. La Caritas ha sottolineato l’impegno della Chiesa in
difesa dei senza tetto, che la vede in prima linea nel dibattito con il Comune
per chiedere che si costruiscano dei bagni pubblici per permettere ai senza tetto
di lavarsi e di fare il resto. Mentre parlavano gli ultimi attivisti, ci siamo
incamminati verso la piazza della Saudade, per salire sugli autobus e
tornarcene a casa, soddisfatti per aver fatto la nostra parte.
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