venerdì 26 febbraio 2021

PROSPETTIVA

 


Paolo Cugini

Carissima amica,

    tutto dipende dalla prospettiva in cui guardi le cose: è questo che ci frega. Passiamo la vita a piangerci addosso per i presunti errori commessi, al punto da far diventare il senso di colpa qualcosa di così ingombrante da non riuscire più a nasconderlo. C’è tutto un dolore che da interiore diventa esteriore, che assume anche delle forme fisiche da come è ingombrante. Basta, invece, guardarlo da un altro punto di vista, per accorgerci che si tratta semplicemente di un problema di prospettiva, di punti di vista, di sguardi diversi. Detta così, sembra così banale da far sorgere un leggero sorriso. 

    Eppure, ci sono persone che stanno male perché hanno imparato a guardare alcuni eventi della propria vita da un unico punto di vista, un punto che provoca dolore, lacerazioni profonde nell’anima, sino a giugere al momento che non ce la fanno più a resistere e, con il tempo, diventano il loro dolore.

E invece, all’improvviso, senza nemmeno pensarci, per caso, proprio per caso, trovandoci su di un altro spazio, casualmente, ci accorgiamo che quella cosa che noi giudicavamo negativa, che quella situazione valutata da sempre come terribile, abominevole, tanto brutta da nasconderla ai nostri occhi, in realtà non era altro che un errore di prospettiva, vale a dire, piccola mia, una storia raccontata male, guardata male. Bastava, infatti, spingersi altrove per capire che non si trattava di errore o, per dirla con le parole delle persone religiose, di peccato, ma semplicemente di un punto di vista diverso, di un modo diverso, potremmo dire nuovo, di guardare le cose, così nuovo da considerare quello che prima era considerato negativo, come positivo, qualcosa di cui non c’è bisogno di vergognarsi, ma come un dono. Addirittura! Visto, carissima amica, com’è importante la prospettiva? Hai visto come è importante non stare fermi, ma muoversi, cercare orizzonti nuovi, spazi diversi, sguardi nuovi che permettono una visuale nuova sul mondo, sul nostro mondo?

E allora amica mia, zaino in spalla e via, alla ricerca della prospettiva che ci rende felici, che asciuga le nostre lacrime e ci fa stare nel mondo con tutta la ricchezza della nostra umanità, perché non c’è nulla di cui dobbiamo vergognarci, ma ci sono tante situazioni che dobbiamo iniziare a vedere e contemplare in un modo nuovo.


martedì 23 febbraio 2021

IL TUTTO NEL FRAMMENTO

 



Paolo Cugini

 

 

Non avere paura di ciò che è piccolo, di ciò che sembra minore, perché la grandezza non s’identifica con la qualità.

Non avere vergogna dell’umiltà della tua casa, perché la bellezza è nelle persone con cui vivi.

Non pensare di essere sfortunato, perché la massima fortuna è nel tuo respiro.

Non cercare altrove ciò che hai vicino a te.

Non disprezzare i frammenti che incontri nella vita, perché in ognuno di loro c’è il tutto che vai cercando.

Tutto l’amore nel frammento della mia casa, del mio paesello, della mia famiglia, della mia comunità. Per questo, non ha senso cercare altrove ciò che si trova sotto il naso. Occorre solo porre un po' più di attenzione, per accorgersi che il dono è esattamente lì dove vivo.

Vincere, allora, la tentazione di credere che la felicità sia lontana da dove viviamo, che occorre cercarla altrove, mentre, in realtà, l’altrove è proprio dove si vive, dove s’intessono le relazioni quotidiane, che esigono tempo, pazienza, dedicazione.

Il tutto dell’amore in quelle persone che incontri ogni giorno.

Il tutto dell’amore nel frammento di un fiore.

Il tutto della vita nel frammento di un passero che vola.

Il tutto della gioia del mondo, nel frammento del suolo che calpesti ogni giorno.

Il tutto della gioia di vivere è nel frammento del tuo cortile.

E allora, se vuoi gustare il tutto, osserva i frammenti.

giovedì 11 febbraio 2021

INTUIZIONE CREATRICE


 


Paolo Cugini

 

E ti siedi sul ciglio della strada, senza un motivo, senza aspettare nessuno. Seduto e basta. Guardi l’acqua che scorre con il pensiero perso nel nulla, nel senso che non pensi proprio a nulla. E, all’improvviso, dal vuoto più totale, appare lei, un’intuizione, che ti rigenera, perché ti fa cogliere il nesso di quelle cose di cui cercavi da tempo il senso.

È strano, ma è così. L’intuizione viene all’improvviso e non aspetta nessuno: appare e basta. La si può ignorare, ma è lo stesso. Si può far finta di nulla, ma viene verso di noi senza chiedere il permesso. E poi sparisce. Per questo occorre fare in fretta, coglierla al volo, così come lei è venuta: al volo. Coglierla per lasciarsi guidare da lei, dalla novità di cui è portatrice. L’intuizione è, infatti, il nuovo che non percepisco, la strada che non vedo, il cammino che non trovo.

È la partecipazione alla forza creatrice, a quell’energia che ha contribuito a creare il mondo e continua creando. L’intuizione è la prova più evidente che c’è qualcosa che va al di là del mondo materiale. Arriva dal nulla. Giunge all’improvviso e nessuno sa da dove. Chi la riceve la sente come qualcosa di intimo, un dono che rigenera, la fiamma che incendia la mente, la goccia che fa traboccare il vaso della vita.

L’intuizione ha poi una dimensione escatologica. Arriva nel momento in cui non si riesce ad andare da nessuna parte e la vita sembra ferma, perché viene meno l’anello che congiunge i pensieri per proseguire verso le scelte che conducono ad un’azione. L’intuizione arriva come una fiamma di fuoco improvvisa e accende il pensiero, infiamma la vita. E arriva per farci proseguire il cammino quando penavamo di rimanere fermi. Arriva per spingerci in avanti, oltre le nostre deboli possibilità.