martedì 6 settembre 2016

COME UN SOLO UOMO




LA PAROLA DI DIO NELLA VITA DELLA COMUNITÀ
RONCINA 6 SETTEMBRE 2016

(Neemia 8,1s)
Giovanna Bondavalli
Sintesi: Paolo Cugini
Obiettivo è che le comunità dell’unità pastorale apprendano a camminare con la Parola di Dio. Che cosa significa incontrare la Parola di Dio come comunità? Ci facciamo aiutare da un testo: Neemia 8. Come fino adesso abbiamo vissuto il nostro rapporto con la Parola di Dio.
Il testo racconta una realtà che accade spesso anche in mezzo a noi. Ci troviamo spesso ad ascoltare la Parola e qualcuno ce la spiega.
Ci sono anche delle cose nuove.
Il popolo si raduna alle porte delle acque: non siamo in chiesa, ma all’aperto. C’è stato un momento difficile in cui Gerusalemme è stata attaccata e molte persone sono andate all’esilio. Alcune tornano e trovano Gerusalemme trasformata. Questa scena si svolge quando le persone che erano in Esilio tornano e cominciano a pensare alla ricostruzione. Occorre ripartire e ricostruire. Il problema non è solo rimettere le cose come erano prima, ma il perché ricominciare. Esdra e Neemia incitano a ripartire e lo fanno a partire dall’ascolto della Scrittura. Prima di tutto ascoltiamo la scrittura insieme. Una delle espressioni che torna di più nel brano è la seguente: tutto il popolo. Sono gli ebrei insieme che trova la Parola: tutti insieme. Quelli che leggono lo fanno ad alta voce affinché tutti possano capire. Tutti capiscono. E’ una comunità che si raccoglie intorno alla Parola dove tutti hanno un ruolo. E tutta la comunità chiede allo scriva di portare il libro. Qui non è il prete che decide, ma la comunità. La comunità nasce attorno ad un libro. E’ la comunità che ha bisogno del libro.

C’è un’altra cosa importante che accade nella narrazione. Il libro è uno, ma il lettore non è unico: ce ne sono diversi. Le persone che leggono vengono nominate per nome. Dio parla alla comunità attraverso persone della comunità. I lettori leggono e spiegano la Parola di Dio. Leggevano in ebraico e spiegano in aramaico. Negli Atti degli Apostoli c’ una narrazione in cui Filippo spiega la Parola ad un Etiope. Importante è leggere la Bibbia, ma è molto importante trovare qualcuno che ce la spieghi. Come faceva Gesù quando raccontava le parabole e poi le spiegava agli apostoli. La Parola di Dio ci viene sempre incontro attraverso qualcuno.

La lettura è integrale dall’inizio alla fine: dall’alba fino a mezzogiorno. Quel giorno non c’erano altre cose da fare. La festa continua per alcuni giorni e si continua a rileggere tutto il libro della legge. Non si trascura niente della Bibbia e non si legge a caso: dall’inizio alla fine e si legge così com’è. Si legge anche secondo alcuni criteri.
La lettura non si ferma solo a leggere un libro, ma che va oltre il libro e tocca la vita della comunità ed è capace di cambiarla. Il primo segno che ci viene incontro come reazione alla lettura è il versetto 9: tutto il popolo piangeva mentre ascoltava la lettura della legge. Perché questa Parola è una Parola che brucia, che tocca il cuore, perché fa ricordare il legame del popolo con il Signore. È una Parola che tocca il cuore perché ci fa capire dove siamo, che cosa è successo; ci fa capire le nostre perdizioni. Soprattutto però leggendo la Parola capiscono chi è il Signore. È una Parola che ci prepara ad una conversione. La questione centrale è che bisogna lasciarsi commuovere.

L’altra reazione è quella della gioia, della festa: si riscopre la bellezza dello stare insieme. Scopriamo che il Signore è la nostra forza. Ascoltando insieme avevano capito.
10-12: mandate porzioni a quelli che non hanno niente di preparato. La festa diventa condivisione. La festa dev’essere allargata a tutti, soprattutto a quelli che non ne hanno.

Considerazioni
L’incontro con la Parola di Dio è sempre l’incontro con la vita di noi e come chiesa, come comunità. La scrittura ci dice chi siamo, a fare memoria e a fare un progetto. Nel testo letto tutto parte da un fallimento. Si riparte da ciò che non ha funzionato. Come ripartiamo dai nostri fallimenti? Chi ci aiuta ad uscirne? Il tempo del fallimento è il tempo in cui si riparte meglio.

Questa comunità che si costruisce attorno al libro è variegata con persone diverse che incontrano la Scrittura in modi diversi. È una comunità in cui c’è qualcuno che aiuta gli altri a comprendere la Parola. Ci sono i nomi. Ci sono dei testi che leggiamo con la nostra vita.
Neemia ci ricorda che di scrittura bisogna masticarne tanta. Occorre provare a fare un po' fatica sui testi. Occorre apprendere a leggere in modo integrale la Scrittura.

La Parola di Dio ci viene incontro per commuoverci, per bruciarci dentro il cuore. È una Parola che fa muovere perché fa commuovere e chiede sempre di continuare a metterci in relazione, ad andare fuori di noi verso gli altri. È una Parola che fa il suo lavoro fino in fondo quando la facciamo diventare festa e condivisione. È una Parola che aiuta a capirci e diventa testimonianza: non tiene ferma la gente.






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