Paolo Cugini
Ho
letto di recente l’ultimo romanzo di Silvia Avallone, Marina Bellezza, pubblicato dalla
Rizzoli nel settembre del 2013. L’ho letto tutto d’un fiato, preso dalla prosa della
storia d’amore travolgente tra due giovani caratterizzati da una fragilità di
fondo, che li condurrà a soffrire durante tutta la loro travagliata storia.
E’ la
storia di Marina e Andrea, due giovani caratterizzati da storie famigliari che
hanno segnato pesantemente e negativamente il loro destino. Sia Marina che
Andrea sono stati due figli non desiderati. Andrea figlio di una coppia
benestante, che non si è sentito mai amato a causa della predilezione dei
genitori per il primo figlio, predilezione che gliel’hanno sempre fatta pesare
e che Andrea, con i suoi comportamenti aggressivi, ha fatto di tutto per
alimentare. Marina, anche lei nata indesiderata da una madre di sedici anni e
da un padre di vent’uno, che non avendola voluta, non se n’è poi interessato.
La
mancanza d’amore dei genitori segna per sempre la vita di una persona. Mi
sembra questo il messaggio del romanzo della Avallone. Marina ha portato nel
suo cuore la ferita profonda della mancanza di attenzione della madre e,
soprattutto, del padre. Questa mancanza ha prodotto una fragilità di fondo che
si è ampliata con il passare degli anni e non gli ha permesso da una parte di
valorizzare il suo enorme talento musicale e, dall’altra, di consolidare la sua
storia d’amore con Andrea. E’ significativo come durante la storia del romanzo
l’autrice sottolinei la fragilità di Marina soprattutto nei momenti
significativi della sua vita. Nelle scelte decisive di Marina è sempre mancata
la forza che deriva dall’affetto paterno e materno. Rimane aperto l’interrogativo
se le carenze affettive che hanno segnato l’infanzia possano esercitare quella
forza preponderante così sottolineata dalla Avallone, al punto da bloccare e
frustrare le grande decisioni della vita di Marina. Resta comunque significativa
la fragilità come chiave di lettura del cammino di una vita.
La
sfacciata e pesante predilezione del figlio maggiore da parte dei genitori di
Andrea ha inciso pesantemente nella sua vita e ha contribuito a far crescere l’odio
nei loro confronti e del fratello, odio che, con il tempo, si è trasformato in
paura. E’ proprio Marina che glielo fa notare in uno dei tanti toccanti
dialoghi trai due protagonisti. Le continue umiliazioni ricevute dai genitori,
umiliazioni causate dal continuo umiliante confronto con il fratello maggiore,
che sembra bravo in tutto, hanno lentamente prodotto in Andrea la pura di
osare, di amare, di scegliere.
Fragilità
e paure alimentate anche dal clima di declino nel quale vive l’Italia di questi
tempi, che è esattamente il tempo nel quale è ambientato il romanzo. La
Avallone accompagna continuamente l’evoluzione della storia di Andrea e Marina
con notizie sulla situazione della crisi economica che devasta il paese,
provocando disoccupazione, angosce e desideri di fuga. Mentre si passa da una pagina
all’altra dello stupendo romanzo della Avallone, sembra che le crisi
esistenziali ed affettive dei due protagonisti, ma anche dei loro genitori,
s’intrecci continuamente con le sorti negative del Paese, come a volerci dire
quanto il contesto sociale e culturale influisca sulle scelte personali.
Fragilità e paure delle nuove generazioni che divengono anche chiavi di lettura
di una stagione, la nostra, che non solo non riesce ad offrire prospettive
future, ma anche e soprattutto manifesta un vuoto di idee e di valori.
Il
romanzo della Avallone ci dice della forza travolgente dell’amore, anche se il
messaggio finale sembra essere che nemmeno l’amore è capace di sanare le ferite
delle carenze affettive provocate dai genitori. L’instabilità del rapporto vissuto
da Andrea e Marina, che continuamente e a più riprese si lasciano e si
riabbracciano, è il filo conduttore di una storia di amore forte, ma instabile.
Forse è questo il paradigma, la chiave di lettura di una società, la nostra,
che sembra incapace di offrire quelle opportunità che permettono alle persone
d’impostare una vita.
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