martedì 13 settembre 2016

LA QUESTIONE DELL'ANDROGINO NEI PRIMI CAPITOLI DELLA GENESI





ASSOCIAZIONE BIBLICA ITALIANA

SETTIMANA BIBLICA NAZIONALE
FACCIAMO L’ESSERE UMANO MASCHIO E FEMMINA
12-16 SETTEMBRE 2016 PONTIFICIO ISTITUTO BIBLICO – ROMA

LA RELAZIONE UOMO E DONNA E IL CONTESTO FONDATIVO DELLA STORIA BIBLICA DELLE ORIGINI

Rel: Federico Giuntoli
Sintesi: Paolo Cugini

Gen 1: questione dell’androgino.
Senofane: se i cavalli avessero le mani raffigurerebbero li dei come tali.
I primi due capitoli della Genesi si sono prestati ad interpretazioni conflittuali sino ad oggi. Si rappresenta l’altro a partire da sé stessi. In questi racconti fondativi assistiamo ad un Dio che mette in scena l’uomo, ma anche a più uomini che hanno messo in scena il Dio che ha messo in scena loro stessi, facendo saltar fuori il disegno di un Dio diverso. E’ possibile partire dalle ideologie di coloro che hanno scritto i primi due capitoli di Genesi? I testi che cosa dicono circa la creazione dell’umano, dall’androgino? Come il Dio creatore ha concepito l’umano?

Gen 1,27: Dio crea un umano androgino, uomo-donna che poi si divide in Gen 2. Dovendo divenire una sola carne ritornano all'idea originaria di androgino. Il mito dell’androgino è antichissimo, lo troviamo in campo babilonese. Nella cultura greca si fa riferimento a Platone.
Con Origine, Gregorio di Nissa e Massimo il Confessore l’idea di androgino è arrivato nel cristianesimo. La creazione androgina sarebbe la creazione originale prima del peccato. La sessualizzazione e peccato andrebbero a braccetto.
Questa interpretazione androgina è presente nei nostri testi?
Maschio e femmina: in tutta la bibbia ebraica compare poche volte e solo nella genesi e sempre in narrazioni sacerdotali.
Gen 6,19: si riferisce agli animali.
Maschi e femmina vuole dire una sessualità differenziata, come nel diluvio indica una coppia.
Gen 5,1-2: il P (Codice Sacerdotale) mette in essere uno stesso identico schema. P presenta schemi sacerdotali abbastanza fissi.
Tra le versino antiche solo quella etiopica in 1,27 riporta il singolare: maschio e femmina lo creò: il doppio sesso è presente in una persona.

Anche una versione recente legge il pronome al singolare: uomo e donna lo creò.
L’uomo e la donna risultano essere differenziati nell’atto creaturale di Dio.
Adam: nel senso onnicomprensivo, generale.
Da molto tempo viene fatto osservare che nel racconto P il nome Adam si trova sia determinato che indeterminato. Si sostiene che il nome Adam senza articolo sarebbe il maschio, ma sena articolo sarebbe l’umanità. Se fosse vero in Gen. 5,1 saremmo in presenza di un androgeno. Anche in 1,27 è la stessa cosa.

Anche questo argomento non regge. La Bibbia usa Adam in entrambi i significati. La teoria dell’androgino non regge.
Il sostantivo Adam mai significa uomo nel senso sessuale, ma essere umano, persona, individuo.
Nel secondo racconto Adam indeterminato è facilmente assimilabile ad un uomo. Forse è partito da qui l’ambiguità delle interpretazioni.
P: Gen 9,6: riprende la creazione dell’umano dove si vede bene che P usa Adam sia in senso determinato che indeterminato.
P. ha necessità di una differenziazione dell’umano perché essa è parte integrante del suo progetto teologico, vale a dire la fertilità.
Non esiste un essere androgino nella tradizione biblica: è questo che ho voluto dimostrare.
Per P. l’uguaglianza tra maschio e femmina è su base ontologica e non funzionale. Le antropogonie di quei tempi non parlano mai alla reazione della donna. Solamente una recensione assira parla di ciò. A differenza con i testi biblici è assente la creazione separata di uomo e donna.

Quasi da subito l’antica esegesi giudaica ha ridisegnato la riflessione sino ai nostri giorni.
Il mito dell’androgino servì al mondo giudaico per armonizzare i due racconti di Gen. Il disegno originario è stato ridisegnato dal giudaismo. Filone soprattutto è colui che ha utilizzato l’idea di androgino che ha preso dalla letteratura greca per leggere i testi su Genesi.
Androgino e grazia diviene un’identità. Ecco perché il sesso viene identificato con il peccato. Gregorio di Nissa dice che la divisione è una presa di distanza dal prototipo.
Massimo il confessore: la divisione è associata al peccato.
La divisione dei sessi viene sempre più associata al peccato.






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