Paolo Cugini
E
se imparassimo a lasciare libero lo Spirito Santo, nel senso di liberarlo dalle
nostre catene teologiche, dottrinali, dogmatiche. Se riuscissimo a liberarci la
mente dalle precomprensioni accumulate nei secoli, che sin da prima di nascere
ci dicono come dobbiamo guardare la realtà e persino ci sanno perfettamente
dire come soffia lo Spirito, da che parte viene e dove va. Quanta arroganza in
tante pagine di teologia cattolica! Che boria, che tracotanza, ma, soprattutto,
quanta pigrizia! Sono i pigri, infatti, che preparano tutto a puntino per non
dover far fatica con delle novità, con delle sorprese. Sono i moderati, quegli
sfaticati, che per paura di dover sudare, preparano tutto a puntino in
precedenza, così possono stare tranquilli e sereni.
E se lo lasciassimo libero, così com’è, senza
pretendere di sapere più di Lui, di far finta di capire quello che umanamente è
difficile capire. Forse ci accorgeremmo che ci sono dei contenuti che ci
sfuggono, che non riusciamo a collocare dentro i nostri sistemi precostituiti.
Forse potremmo cogliere delle novità inaspettate, mai previste e pensate. È con
questo spirito che dobbiamo guardare alle culture altre, per poter cogliere la
novità, i doni che lo Spirito Santo ha fatto fecondare indipendentemente dalla
Chiesa e dal suo Magistero, perché lo Spirito è ben più della Chiesa e del suo
Magistero.
Forse
è con questo Spirito di libertà che potremmo sperimentare l’ebrezza dello
Spirito del Signore, che nessuno sa da dove venga e dove vada, e ci porta dove
vuole Lui. Forse è proprio questo il senso della vita nello Spirito: lasciarci
condurre da Lui, lasciarci trasportare dove lui vuole, senza pregiudizi, senza
sentirsi in obbligo di dover giudicare le esperienze altre alla luce dei nostri
piccoli paradigmi. Perché è proprio da qui la difficoltà di vivere il Vangelo
fino in fondo, assaporarne il suo Spirito, nel fatto cioè, che ci hanno
insegnato ad identificare il Vangelo con una religione specifica, con riti e
dogmi ben chiari, a vivere dentro dei limiti, dei confini. E allora lo Spirito
in questi piccoli e angusti cunicoli entra un po' stretto, e noi che nella
giovinezza percepiamo che sarebbe qualcosa d’altro, lentamente ci adattiamo a
questa identificazione dello Spirito con l’istituzione e i più devoti, paradossalmente,
ne diventano i più estremi difensori.
Ma
se un giorno riuscissimo a liberarci di tutto questo, quanto bello sarebbe!
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