CICLO D’INCONTRI: LA TEOLOGIA DELLE DONNE
MARIA SOAVE BUSCEMI
REGGIO EMILIA 23 APRILE 2018
Sintesi: Paolo
Cugini
Quando pensiamo di avere molte
risposte la vita ci cambia le domande. Accompagnare l’erranza delle domande che
nascono dalla vita. Errare: camminare, permettersi di sbagliare. Non esiste
cammino senza l’erranza della possibilità dell’errore. Non esistono cammini già
asfaltati, tutti pieni di risposte. Quando le risposte chiudono e mettono un
punto finale, quello che avviene è arroganza, soffocamento. Occorre essere
disponibili all’erranza.
Papa Francesco usa tantissimo i
gerundi, che è
un verbo rotondo, in movimento, in cammino. Errando in un continuo cammino,
movimento, umile porsi domande e provare respiri e profumi di alcuni tentativi
di risposte che aprono cammini. A volte occorre inventare le parole, quando
quelle che abbiamo non esprimono abbastanza il concetto.
Cammino per depregiudiziare la
Bibbia, decostruire i pregiudizi con cui andiamo alla Bibbia. La Bibbia ha una
parola d’amore per le persone omosessuali? Se c’è la domanda è perché c’è un
sospetto.
1. Non c’è bisogno di difendere l’omosessualità, perché non c’è bisogno di persone
che difendono, ma di uomini e donne disposte al dialogo con le differenze e con
le diverse infinite possibilità ermeneutiche riguardo la vita, il testo. L’esperienza
sessuale dell’Israele antico non corrisponde alla nostra. Questo dato deve
entrare in dialogo
2. Non c’è bisogno di giustificare l’omosessualità. Cerchiamo di comprendere i
significati di amore di altre epoche.
3. Non c’è bisogno di promuovere l’omosessualità. Perché l’elezione di orientamento
sessuale, come atto cosciente e riflessivo costituisce un’accoglienza libera e
non coercitiva. La libertà va amata e rispettata. Libertà d’identità, di
mistero.
Perché si perde tempo nominando un’ideologia?
L’omosessualità è bellezza e grazia, perché è relazione d’amore. Dobbiamo
comprendere che l’Israele antico non e sempre stato monoteista. Il monoteismo
si è presentato a parte del periodo post-esilico. Fino ad allora c’è stata una
grande tensione su come balbettare l’esperienza di Dio, che aveva il nome del
tetragramma: JHWH. Era un respiro di molti colori, di molte possibilità.
Diventa un’unica possibilità dopo l’esilio 587 a.C. Il respiro dell’Israele
antico delle mille possibilità svanisce. Si fortifica l’idea di peccato, la
teologia del puro e dell’impuro. Si fortifica la teologia della retribuzione:
tutto è meritocrazia. Vien soffocato il respiro di Dio. Esiste, però la
resistenza popolare, di uomini e donne che scrivono di amore libero contro il
progetto di Salomone e di Gerusalemme. C’è resistenza e noi continuiamo la resistenza
ancora oggi, contro le teologie che rendono monotematico e monocultura l’esperienza.
Israele era monolatrico. Anarchia al femminile a tutti i respiri possibili.
Ci sono testi nella Bibbia che sono
duri da digerire. Ci sono testi che vanno contestualizzati. Conosciamo i testi
di Sodoma e Gomorra, del Levitico 18,20.
Levitico 18,20: contro coloro che hanno relazioni
omosessuali. Il libro del Levitico è redatto nell’epoca post-esilica quando si
stabiliscono le leggi. Nelle stesso contesto abbiamo la poligamia, la
schiavitù. Nel caso di tradimento vicino alla porta della città c’era l’uccisione
per lapidazione per lavare l’onore del padre. E’ giusta questa pratica della
poligamia, schiavitù? E allora perché non riteniamo anacronistica la lettura
che Levitico fa sulle relazioni omosessuali? E’ importante uscire dallo schema
fondamentalista del testo? Qual è il contesto che ha dato origine al testo?
Il testo di Sodoma e Gomorra in Gen
19, riguarda il
rispetto e l’ospitalità. Lot sta difendendo dei cittadini che corrono il
rischio di essere violentati da altri cittadini. La questione è la violenza e
non l’amore e la relazione omosessuale. Il testo dice no a relazioni di
violenza. Il testo dice no sulle relazioni fondate sulla violenza patriarcale
egemonica. C’è uno sforzo ermeneutico che dev’essere fatto. La teologia si fa
con i piedi e non con la testa. I nostri piedi chi amano, a chi sorridono?
Dipende da dove stiamo, con chi stiamo? Abbiam poveri per amici? Abbiamo
persone omosessuali, lesbiche per amici? Sentiamo le loro ferite? L’ermeneutica
sono i nostri piedi. “Non entrerò mai nella sala degli oppressori perché se ci
metto piede sono come loro” (Salmo). Essere voce di chi non ha voce. E’ un
errore perché chi non ha voce ha il diritto di avere la sua voce anche quando
dirà ciò che io non voglio ascoltare.
Il nostro cammino di gente di Gesù è
che chi non ha voce abbia la sua voce, il suo modo di toccare i testi sacri, il
suo modo d’interpretare. “Sono venuto perché abbiate vita in abbondanza”.
Allora, il mio modo di essere costruisce vita, o morte, esclusione. Quel modo d’interpretare
costruisce amore, relazioni non più fondate sulla violenza?
La saga di Gionata e Davide. Gionata era figlio di Saul, il
padrone di buoi e cavalli. Gionata quando vede Davide dice: lo amò, parlò alla
sua anima. Quando Gionata morirà, Davide adotta il figlio di Gionata. Se
entrassimo in una lettura eterosessuale avremmo una bella storia d’amore,
romantica. Perché ce la precludiamo quando sono due uomini, due donne. Il Libro
di 1 Samuele è scritto nello stesso periodo in cui sono scritte le leggi durissime
del Levitico. Ciò significa che ci sono resistenze.
Le tribù d’Israele non erano 12, ma
13. C’è una figlia
violata che è la 13 figlia di Giacobbe: 12 maschi e una donna: Dima. Perché,
come mai non ci viene detto? Perché non sappiamo di Dina? Perché c’è una
tredicesima tribù che non riempie le biblioteche ufficiali e normodotate; c’è
una tredicesima tribù errante esclusa da tutti, che ha bisogno di essere
nominata, riconosciuta. Questa tredicesima tribù è di Dio.
Dio è sceso in campo è lotta per noi,
tra di noi. Lotta contro l’omofobia. Lotta a favore di questa tredicesima
tribù. Perché con Gesù le cose non sono migliorate. Gesù non è morto, ma è
stato ucciso. Da chi è stato ucciso Gesù? Il tempio e il Sinedrio e l’impero
Romano. E’ stato ucciso perché in Cristo Gesù non c’è più giudeo e greco. In
Gesù tutti puri per grazia; amati e amate gratis senza dover dimostrare nulla.
Il principio è misericordia. Siamo amati e amate gratis. In Gesù non c’è più
schiavo né libero. E’ chiaro che questo fa imbestialire l’Impero schiavo-cratico.
In Gesù non c’è più né uomo né donna: il patriarcato viene meno, non può
esistere.
JHWH è il Padre degli ultimi e non l’ordine
simbolico violento del patriarcato.
Criteri ermeneutici:
1.
Partire sempre da sé. E’ la vita, la mia vita tocca il testo della Bibbia.
2.
Decostruire il testo, disfare la maglia. Il modo di leggere tradizionale
e fondamentalista non serve all’amore, alla vita.
3.
Ricostruire qualcosa di nuovo con ciò che si ha
4.
Celebrare, fare festa
Bellissimo incontro!
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