Voglio credere in Dio Padre, che mi ama
come un figlio, e in Gesù, il Signore, che ha infuso il suo spirito nella mia
vita per farmi sorridere e portarmi così al regno di vita eterna.
Credo nella
mia storia, che è stata trapassata dallo sguardo di amore di Dio e, nel giorno
di primavera, 21 settembre, mi ha portato all’incontro per invitarmi a
seguirlo.
Credo nel mio
dolore, infecondo per l’egoismo, nel quale mi rifugio.
Credo nella
meschinità della mia anima, che cerca di inghiottire senza dare… senza dare.
Credo che gli
altri siano buoni, e che devo amarli senza timore, e senza tradirli mai per
cercare una sicurezza per me.
Credo nella
vita religiosa.
Credo di
voler amare molto.
Credo nella
morte quotidiana, bruciante, che fuggo, ma che mi sorride invitandomi ad
accettarla.
Credo nella
pazienza di Dio, accogliente, buona come una notte d’estate.
Credo che
papà sia in cielo insieme al Signore.
Credo che
anche padre Duarte stia lì intercedendo per il mio sacerdozio.
Credo in
Maria, mia madre, che mi ama e mai mi lascerà solo. E aspetto la sorpresa di
ogni giorno nel quale si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il
peccato, che mi accompagneranno fino all’incontro definitivo con quel volto
meraviglioso che non so come sia, che fuggo continuamente, ma che voglio
conoscere e amare. Amen (J. Bergoglio, 1969).