martedì 27 aprile 2021

IL PECCATO ORIGINALE - PAOLO SQUIZZATO

 



17 DICEMBRE 2017

 

Sintesi: Paolo Cugini

Che cosa è venuto a fare Gesù sulla terra? È venuto a deporre i potenti dai troni e ad innalzare gli umili (Lc 1). Gesù ha provato a contestare un ordinamento politico e religioso ingiusto, un potere che sfigurava l’uomo. Gesù si è reso conto che c’era un mondo di donne e uomini che avevano bisogno di assaporare un po' più di felicità, perché schiacciati dal potere politico e religioso. Gesù incarna, attualizza e attua la profezia di Isaia 61. Ha reato uno spazio di libertà; è venuto ad instaurare il regno di Dio. Gesù è venuto a fare questo.

Gesù ha risposto al bisogno degli uomini più che al dovere a Dio, per questo lo hanno ucciso.

La croce in questa ottica, è la conseguenza del tentativo di Gesù di amare l’umanità per risollevarla alla piena dignità. Croce conseguenza naturale che l’amore di Gesù per gli uomini e le donne. La teologia della croce non c’è nel Vangelo. Gesù non ci ha salvati con la sua croce, quindi la croce non ha nulla di redentivo.

L’impegno di Gesù avrebbe dovuto passare ai suoi, ai discepoli. “Voi farete cose più grandi di me” (Mt 10). Portare la propria croce significa portare le conseguenze dell’amore. Se cominci ad amare, sperimenterai la croce. La croce conseguenza di chi si mette sulla strada dell’amore e non un atto redentivo di per sé.

Subito dopo Gesù è successo qualcosa di devastante. Abbiamo cominciato a dare alla croce un significato più nobile. Lc chiama Gesù il giusto sofferente. Paolo lo considera un capro espiatorio. Giovanni lo vede come agnello pasquale. È come se l’amore non valesse più. Si è fatto della croce come qualcosa di religioso, come offerta di Gesù. Cadiamo nell’assurdo, perché facciamo di Gesù un autolesionista. Croce come offerta di Gesù alla divinità per ottenere dei favori: è il capro espiatorio. Questo ragionamento non ha nulla di evangelico, anche se è stato affermato da Paolo e da Giovanni. Si è fatta saltare l’azione di Gesù con una teologia veterotestamentaria. Gesù passa dall’essere il liberatore (Lc 4), l’amico dei disperati, a Cristo redentore, salvatore ed eterno sacerdote: cosa che Gesù non è stato. Perché la Chiesa subito si è sentita in dovere di dare alla croce e all’eucarestia un significato diverso? Gesù è morto perché ha voluto risollevare i poveri e il potere glielo ha impedito.

Dt 21,23: chi pende dal legno è maledetto. Morire crocefisso è una maledizione divino. I primi cristiani predicano un Cristo redentore, dando un significato più grande di quello che aveva. La croce era riservata ai ribelli. Hanno interpretato la croce con le categorie del giudaismo con le categorie del sacrificio e con l’espiazione. Dal III sec si è aggiunto anche la soddisfazione. Si è incominciato ad interpretare la croce come atto sacrificale, di espiazione e di soddisfazione., La teologia della redenzione e salvezza nasce da qui. Il peccato diventa il centro di tutto. La sofferenza di Gesù non conta più nulla.

Visto che c’è un’umanità peccatrice, c’era bisogno che Dio mettesse le cose a posto. Lo ha fatto con suo Figlio che ha redento, riacquistato, pagato lui per tutti così l’umanità può ripresentarsi pulita davanti a Dio. Gesù ha pagato per tutti. Gesù con la croce, ha calmato l’ira di Dio. Questo ragionamento è follia. Decisivo era eliminare il peccato, anche a costo di sofferenze. Anche oggi diciamo che Gesù ci ha salvati con la sua croce. C’è dietro l’idea che l’umanità fosse bisognosa di essere salvata: non è vero, perché non era razza dannata. Gesù morì come un maledetto, espulso, morto fuori, come un reietto, tra atroci sofferenze, abbandonato da tutti, anche da Dio (Mc 15,34). Morendo così Gesù diventa un simbolo degli umiliati della storia. Gesù morendo così ha compiuto il disegno di Dio, non per guarire, redimere l’umanità. Dio che manda suo figlio a morire è un dittatore. Non siamo stati salvati dal sangue di Cristo. La sofferenza non salva, non redime. Salva e redime l’amore. Gesù compie il disegno di Dio, perché Dio si mettesse dalla parte degli ultimi, dei diseredati sino alla fine. Gesù ha portato le conseguenze ultime del suo mettersi dalla parte degli ultimi: non si è tirato indietro.

Mettersi dalla parte dei poveri e poi si comincia a vivere la via dell’amore. Se questa croce mi fa morire, significa che è l’unico modo per avere indietro la vita. Gesù ci ha salvato, dandoci un esempio.

Resurrezione. Gesù era già il risorto quando è salito sulla croce: per questo è vissuto per sempre. È l’amore che vince la morte, non la sofferenza. Non ci ha salvati con il suo sangue, ma con il suo amore. Ci ha salvati il suo esempio: se viviamo da Dio, con amore, allora non conosceremo la morte. La morte di croce è l’estrema solidarizzazione con l’umanità.

Costantino: la croce diventa trofeo che chiede rispetto. Vivere la nostra vita sulla modalità dell’amore.

Ha senso parlare di Cristo redentore? Teologicamente no. La morte è una conseguenza, non il fine. C’è dietro la visione sacrificale. Dal punto di vista del Vangelo non regge, non tiene.

Agnello di Dio: capro espiatorio degli antichi ebrei. La croce è stata letta in maniera giudaica, perché arriva da tutta questa teologia.

Il peccato originale è questa visione, questa massa dannata che ha bisogno di essere redenta.

Peccato originale: quando è nata questa idea? È stato agostino nel V secolo. Questa dottrina è nata a scopo apologetico, per salvare Dio dall’accusa di aver introdotto il male. È colpa degli uomini. Adamo ed Eva, i primi due, hanno disobbedito, hanno commesso un peccato, che per Agostino era un peccato sessuale, hanno offeso Dio e questo peccato è passato ai figli, nipoti, ecc. Ha inzuppato tutti gli uomini venuti al mondo.

Oggi una spiegazione del genere fa sorridere. Drammatico è il catechismo della Chiesa Cattolica, che su questa cosa è un disastro, perché passa l’idea che sia veramente vissuto Adamo ed Eva. Nel Catechismo c’è Adamo ed Eva, ma non c’è la parola evoluzione. Perché la gente non segue più la chiesa: ma come fai?

CCC 397: l’uomo tentato dal diavolo. Gli ebrei non credono al peccato originale, perché è un’invenzione dei cattolici. È un testo recente Gen 3, ed ha uno scopo didattico.

CCC 400: la morte entra nella storia dell’umanità. I bambini che nascono devono scontare la pena del peccato di Adamo ed Eva. Il Battesimo toglie il peccato originale.

CCC 403-404: Il bambino nasce con un peccato contratto, ma non commesso. È molto strano.

Genesi 3: non è un racconto storico. Ha uno scopo didattico. L’autore vuole dire che l’uomo – adam – e donna sono esseri che all’inizio di ogni giorno fanno esperienza nella propria carne della fatica di andare avanti.

Il mondo non scaturisce da un peccato originale, ma da un amore originante. Siamo in costruzione da migliaia e migliaia d’anni. Ci stiamo sviluppando, stiamo crescendo. Siamo in divenire. Si cresce per prove ed errori.

Eden: c’è in tutte le grandi civiltà, non sta alle spalle, ma davanti. Siamo in tensione verso un paradiso, il regno di Dio. Stiamo lottando perché s’instauri attraverso la nostra crescita personale, affinché gli umili, i poveri possano ricuperare dignità.

Ortensio da Spinetoli: il testo di Gen 3 è una pagina sapienziale che un libro storico. L’uomo è un capolavoro dell’altissimo. Non abbiamo bisogno della zattera della croce di Cristo. Siamo capolavoro dell’altissimo.

Esistere: stare in tensione verso il futuro. Siamo in cammino. Fallibilità creaturale. Siamo povere creature che ogni giorno cercano di crescere un po' di più.

Se facciamo cadere il peccato originale, cade l’immacolata concezione, questa donna, che è nata senza la macchia di peccato originale e ci è stata fornita come modello. Sembra un Dio che fa preferenze.  Salta soprattutto l’idea di Gesù Salvatore e redentore. Va in crisi la teologia, non il Vangelo. Gesù non è la vittima di espiazione, perché Dio non l’ha mai chiesto.

Non basta obbedire ai dettami della Chiesa. Dio ci vuole persone intelligenti.

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=wP7PTIezgRE

 

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