Paolo Cugini
E’ da undici anni che vengono
proposte in molte città del mondo veglie di preghiere per le vittime dell’omofobia,
transfobia e di ogni vittima di discriminazione. La preghiera è la forma più
semplice e spontanea che abbiamo per comunicare con il Padre, per chiedere
aiuto quando non sappiamo più a chi chiederlo, per invocare e perdonare. È
facile perdonare un amico che ci ha fatto uno sgarbo. Più difficile pregare e
perdonare colui che ci offende, colui che non ci accetta per quello che siamo. “Benedite coloro
che vi perseguitano, benedite e non maledite” (Romani 12,14). Sarà
questo versetto, scelto da un sondaggio via internet, a dettare il tema della
veglia di preghiera di quest’anno. Versetto che dice del desiderio di essere
differenti, d’interrompere la catena dell’odio e del male, con gesti e parole
di perdono.
Il rischio di rispondere all’odio con
l’odio è sempre una grande tentazione, la risposta che ci viene più naturale. C’è
troppa violenza nel mondo, violenza che si manifesta non solo con le guerre o
con la forza fisica, ma anche con le idee e la ragione. Quando non accettiamo
che gli altri siano diversi da noi e vogliamo a tutti i costi curarli, farli a
nostra immagine e somiglianza, facciamo violenza. Quando non ascoltiamo la
realtà, che è plurale e molteplice, ma vogliamo imporre alla realtà le nostre
idee e le nostre teologie, allora la violenza è dietro l’angolo. C’è troppa gente
nel mondo che soffre a causa delle discriminazioni. Gesù ha insegnato che siamo
tutti fratelli e sorelle, ci ha insegnato che siamo tutti figli e figlie di
Dio. Una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia e della transfobia e
di ogni forma di discriminazione nasce dal desiderio di voler interrompere la
catena dell’odio, dal sogno che è possibile un mondo dove le persone si
accettano, un mondo in cui nessuno impone all’altro il proprio stile, la
propria religione, il proprio modo di pensare. Vegliamo in preghiera anche perché
desideriamo una chiesa sempre più inclusiva, una chiesa della misericordia più
che della condanna, una chiesa in cui chiunque può sentirsi a casa, protetto e
accolto.
Sono tante le città che si stanno organizzando per realizzare questo momento di preghiera. Per chiedere a Dio di vincere con l’amore il clima di odio di cui, tra l’altro, sono vittima le persone omosessuali e transessuali. Unisciti a noi domenica 14 maggio alle ore 21 presso la chiesa di Regina Pacis a Reggio Emilia. Sarà Maria Soave Buscemi, scrittrice, animatrice di gruppi biblici con il metodo della Lettura Popolare della Bibbia che guiderà la riflessione domenica sera. Ti aspettiamo.
Sono tante le città che si stanno organizzando per realizzare questo momento di preghiera. Per chiedere a Dio di vincere con l’amore il clima di odio di cui, tra l’altro, sono vittima le persone omosessuali e transessuali. Unisciti a noi domenica 14 maggio alle ore 21 presso la chiesa di Regina Pacis a Reggio Emilia. Sarà Maria Soave Buscemi, scrittrice, animatrice di gruppi biblici con il metodo della Lettura Popolare della Bibbia che guiderà la riflessione domenica sera. Ti aspettiamo.
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