26 febbraio 2019
Sintesi di Paolo Cugini
Il
cristianesimo in Europa è un fattore di contraddizione, inquieta questa civiltà,
è un fattore di crisi, di contraddizione all’interno della civiltà. Presenza
paradossale del cristianesimo nella civiltà europea.
Le
due città di Agostino. In questa città vi è una città che è in rapporto con l’altra,
ma pure in conflitto; un rapporto critico. Si devono continuamente confrontare.
Non è possibile la pace tra le due città che sono in terra ambedue, che sono in
dovere di confrontarsi.
Evangelizzare:
sottoporre in continua critica l’altro, amando. La missione della Chiesa non può svolgersi in
modo pacifico. Così come il filosofo che inquieta continuamente il suo
interlocutore. La città di Dio nei confronti della città dell’uomo ha la
missione di lasciarla inquieta.
C’è la ragione e la fede, tra le
due dimensioni c’è una distinzione. L’uomo di fede ritiene che quelle verità
siano superiori alle parole umane, ma non le mette una contro l’altra.
La
fede è grazia. È evidente che l’intelletto cerca la
verità della fede. Si cerca di capire ciò che la rivelazione dice. È inevitabile
nel cristianesimo mettere a tacere l’intelletto. Accade che cerco di vedere
quale rapporto ci può essere tra la verità di ragione e la verità di fede. Ci
dev’essere un discorso riguardante Dio come base comune. S’incontrano in un
dominatore comune, una teologia naturale. La verità rivelata mi dice chi è,
però sono insieme a colui che ragiona su questa base. Vi è un’analogia tra le
due verità, almeno fino al punto dell’estasi mistica. Gli stolti sono esclusi
da questo percorso. La cristianità essenzialmente si è fondata su questa idea.
Altro
paradigma è quello dell’aut-aut. La verità di fede non ha
nulla a che fare con la razionalità scientifica. Gli scolastici hanno fatto un
trucco. C’è un’assoluta divisione tra le due verità, non ci può essere nessuna
comunanza. Il Dio che io so, non ha nulla a che vedere con il Dio in cui tu credi.
L’uomo di fede non possiede alcuna verità, che sono solo le proposizioni
filosofiche e scientifiche. Le credenze non sono verità, ma superstizioni.
Anche questo è Europa. È la tradizione del razionalismo, che diventa travolgente
nell’illuminismo radicale. Il discorso razionalista stabilisce una gerarchia di
valore. Spinoza è un esempio di questo discorso. LA verità di fede non ha nulla
a che fare con lo statuto della verità. Questa posizione nasce già nel ‘600
dalla catastrofe delle guerre di religione.
A
questa posizione risponde la filosofia idealistica: Fichte, Schelling, ecc. Non
si può imporre come unica dea la verità scientifica. Questa posizione è un
errore per l’idealismo perché il contenuto essenziale della religione cristiana
è il medesimo: il Logos. È questo il tema fondamentale, il Logos che si
immanentizza. In Dio vi è l’umano: è questa la grande filosofia. Dio è
relazione: Agostino. La religione rappresenta con immagini ciò che è il
concetto. L’idea giusta dell’Assoluto è il Dio che si fa immanenza. La
religione crede la rappresentazione sensibile di ciò che la filosofia pensa
scientificamente. Il cristianesimo è Europa perché è la religione razionale
(Hegel).
Reazione
all’Hegelismo. La storia di Abramo non può essere
razionale. L’uomo di fede non ha nulla a che vedere con l’uomo etico. Quella sintesi
degli idealisti in cui la tradizione cristiana era sussunta nel logos
filosofico. La religione cristiana è mistero. Rivelazione: rimettere il velo. Non
vedremo più senza velo solo nel giorno del Signore.
Kierkegaard
e Barth: la battaglia contro la conciliazione dialettica dell’idealismo. Singolarità
della chiamata e della risposta.
Diventa
essenziale una critica radicale del cristianesimo. 1830-1848:
è periodo molto critico. Hegel ha spiegato che tutti i concetti religiosi vanno
interpretati in chiave d’immanenza. È rimasto nel tentativo di conciliare
filosofia, cristianesimo e scienza. Dall’altro una critica all’idealismo, perché
occorre ribellarsi da ogni autorità religiosa. Il confronto con il
cristianesimo è fondamentale. La critica del cristianesimo è il fondamento di una
prassi rivoluzionari. Augusto del Noce: non si può trovare una conciliazione
tra le varie tendenze.
Tutto
questo è Europa, radici europee. Tutti i paradigmi che nascono
dal testo epocale che è la città di Dio di sant’Agostino, dicono di una
complessità, che obbliga ad assumere parte nel confronto. Mi fa paura che si tenga
ad annullare la potenzialità di questo confronto, cercando compromessi
rappacificanti. L’unità si trova continuando il confronto. La forza dell’Europa
è nata da queste contraddizioni, conflitti, dalla febbre del concetto e dall’inquietudine
della fede che vuole capire ciò in cui crede. Le radici sono lotte, parti che
si confrontano.
Oggi
l’Europa è entrata in una fase di reazione. Il mondo è stato fatto dallo
spirito europeo. Questa Europa ha fatto un mondo. È necessario il confronto. Se
l’Europa si chiude e si difende, l’Europa è finita.
Negli
anni ’30 vi erano grandi voci che parlavano dell’Europa
come conflitto e prendevano posizione. Guardini: era netto. L’Europa risorgerà
solo sulla base della cristianità. Non ci potrà essere una casa comune senza i
valori sorti dalla cristianità. Guardini: o cristianità o non Europa.
Husserl:
Crisi delle scienze europee. O tutto il sistema politico è teso alla promozione
dell’interesse scientifico, o l’Europa non sarà. Posizione netta.
Tra le due posizioni è necessario
il confronto.
Posizione
liberale. Non è fondato sul principio della
fratellanza. Tutto è contratto e patto, però la proprietà obbliga, perché si
colloca nell’ambito di una rete di relazioni sociali e evo tener conto degli
effetti che ha la mia ricchezza.
Nessuna
delle tre posizioni è uguale all’altra. È necessario il
confronto, per capire la propria identità sempre meglio. Se cerchiamo di
ridurre ad uno la radice, per difendersi e basta, l’Europa è perduta. Un’Europa
che si difende cercando un minimo denominatore, contraddice la sua essenza. Un’Europa
che si chiude è una contraddizione. Ritengo che sia utopistico pensare ad una cristianità
senza Europa. Se l’Europa pensa di risanarsi eliminando la sua inquietudine,
temo che travolgerà la stessa cristianità nella sua caduta. Un’Europa che non
abbia quella cristianità che porta la spada, che esige il confronto e magari
anche il confronto duro e aspro come voleva Guardini, come farà a continuare ad
esistere? Se viene meno l’Urbs che fine farà l’Orbis? L’Europeo non può fare a
meno della cristianità.
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