domenica 19 maggio 2019

EUROPA O CRISTIANITÀ- Intervento di Massimo Cacciari all’università di Pavia





26 febbraio 2019

Sintesi di Paolo Cugini

Il cristianesimo in Europa è un fattore di contraddizione, inquieta questa civiltà, è un fattore di crisi, di contraddizione all’interno della civiltà. Presenza paradossale del cristianesimo nella civiltà europea.
Le due città di Agostino. In questa città vi è una città che è in rapporto con l’altra, ma pure in conflitto; un rapporto critico. Si devono continuamente confrontare. Non è possibile la pace tra le due città che sono in terra ambedue, che sono in dovere di confrontarsi.

Evangelizzare: sottoporre in continua critica l’altro, amando.  La missione della Chiesa non può svolgersi in modo pacifico. Così come il filosofo che inquieta continuamente il suo interlocutore. La città di Dio nei confronti della città dell’uomo ha la missione di lasciarla inquieta.

C’è la ragione e la fede, tra le due dimensioni c’è una distinzione. L’uomo di fede ritiene che quelle verità siano superiori alle parole umane, ma non le mette una contro l’altra.

La fede è grazia. È evidente che l’intelletto cerca la verità della fede. Si cerca di capire ciò che la rivelazione dice. È inevitabile nel cristianesimo mettere a tacere l’intelletto. Accade che cerco di vedere quale rapporto ci può essere tra la verità di ragione e la verità di fede. Ci dev’essere un discorso riguardante Dio come base comune. S’incontrano in un dominatore comune, una teologia naturale. La verità rivelata mi dice chi è, però sono insieme a colui che ragiona su questa base. Vi è un’analogia tra le due verità, almeno fino al punto dell’estasi mistica. Gli stolti sono esclusi da questo percorso. La cristianità essenzialmente si è fondata su questa idea.

Altro paradigma è quello dell’aut-aut. La verità di fede non ha nulla a che fare con la razionalità scientifica. Gli scolastici hanno fatto un trucco. C’è un’assoluta divisione tra le due verità, non ci può essere nessuna comunanza. Il Dio che io so, non ha nulla a che vedere con il Dio in cui tu credi. L’uomo di fede non possiede alcuna verità, che sono solo le proposizioni filosofiche e scientifiche. Le credenze non sono verità, ma superstizioni. Anche questo è Europa. È la tradizione del razionalismo, che diventa travolgente nell’illuminismo radicale. Il discorso razionalista stabilisce una gerarchia di valore. Spinoza è un esempio di questo discorso. LA verità di fede non ha nulla a che fare con lo statuto della verità. Questa posizione nasce già nel ‘600 dalla catastrofe delle guerre di religione.

A questa posizione risponde la filosofia idealistica: Fichte, Schelling, ecc. Non si può imporre come unica dea la verità scientifica. Questa posizione è un errore per l’idealismo perché il contenuto essenziale della religione cristiana è il medesimo: il Logos. È questo il tema fondamentale, il Logos che si immanentizza. In Dio vi è l’umano: è questa la grande filosofia. Dio è relazione: Agostino. La religione rappresenta con immagini ciò che è il concetto. L’idea giusta dell’Assoluto è il Dio che si fa immanenza. La religione crede la rappresentazione sensibile di ciò che la filosofia pensa scientificamente. Il cristianesimo è Europa perché è la religione razionale (Hegel).

Reazione all’Hegelismo. La storia di Abramo non può essere razionale. L’uomo di fede non ha nulla a che vedere con l’uomo etico. Quella sintesi degli idealisti in cui la tradizione cristiana era sussunta nel logos filosofico. La religione cristiana è mistero. Rivelazione: rimettere il velo. Non vedremo più senza velo solo nel giorno del Signore.

Kierkegaard e Barth: la battaglia contro la conciliazione dialettica dell’idealismo. Singolarità della chiamata e della risposta.

Diventa essenziale una critica radicale del cristianesimo. 1830-1848: è periodo molto critico. Hegel ha spiegato che tutti i concetti religiosi vanno interpretati in chiave d’immanenza. È rimasto nel tentativo di conciliare filosofia, cristianesimo e scienza. Dall’altro una critica all’idealismo, perché occorre ribellarsi da ogni autorità religiosa. Il confronto con il cristianesimo è fondamentale. La critica del cristianesimo è il fondamento di una prassi rivoluzionari. Augusto del Noce: non si può trovare una conciliazione tra le varie tendenze.

Tutto questo è Europa, radici europee. Tutti i paradigmi che nascono dal testo epocale che è la città di Dio di sant’Agostino, dicono di una complessità, che obbliga ad assumere parte nel confronto. Mi fa paura che si tenga ad annullare la potenzialità di questo confronto, cercando compromessi rappacificanti. L’unità si trova continuando il confronto. La forza dell’Europa è nata da queste contraddizioni, conflitti, dalla febbre del concetto e dall’inquietudine della fede che vuole capire ciò in cui crede. Le radici sono lotte, parti che si confrontano.
Oggi l’Europa è entrata in una fase di reazione. Il mondo è stato fatto dallo spirito europeo. Questa Europa ha fatto un mondo. È necessario il confronto. Se l’Europa si chiude e si difende, l’Europa è finita.
Negli anni ’30 vi erano grandi voci che parlavano dell’Europa come conflitto e prendevano posizione. Guardini: era netto. L’Europa risorgerà solo sulla base della cristianità. Non ci potrà essere una casa comune senza i valori sorti dalla cristianità. Guardini: o cristianità o non Europa.
Husserl: Crisi delle scienze europee. O tutto il sistema politico è teso alla promozione dell’interesse scientifico, o l’Europa non sarà. Posizione netta.

Tra le due posizioni è necessario il confronto.

Posizione liberale. Non è fondato sul principio della fratellanza. Tutto è contratto e patto, però la proprietà obbliga, perché si colloca nell’ambito di una rete di relazioni sociali e evo tener conto degli effetti che ha la mia ricchezza.

Nessuna delle tre posizioni è uguale all’altra. È necessario il confronto, per capire la propria identità sempre meglio. Se cerchiamo di ridurre ad uno la radice, per difendersi e basta, l’Europa è perduta. Un’Europa che si difende cercando un minimo denominatore, contraddice la sua essenza. Un’Europa che si chiude è una contraddizione. Ritengo che sia utopistico pensare ad una cristianità senza Europa. Se l’Europa pensa di risanarsi eliminando la sua inquietudine, temo che travolgerà la stessa cristianità nella sua caduta. Un’Europa che non abbia quella cristianità che porta la spada, che esige il confronto e magari anche il confronto duro e aspro come voleva Guardini, come farà a continuare ad esistere? Se viene meno l’Urbs che fine farà l’Orbis? L’Europeo non può fare a meno della cristianità.


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