ARMANDO MATTEO: TRASMETTERE LA FEDE NEL POSTMODERNO
REGGIO EMILIA 10 DICEMBRE 2013
Sintesi: Paolo Cugini
Mi sono occupato della fede perché mi hanno chiamato per
occuparmi dei giovani universitari della FUCI.
Mi sono accorto che qualcosa stava cambiando.
I giovani nati dopo il 1981 esprime nei confronti del
cristianesimo una certa estraneità. Non riesce a capire a che cosa serve la
fede nel diventare adulto.
Papa Francesco ci sta invitando ad un
bagno di realtà impressionate. N. 70 dell’esortazione: non possiamo ignorare
che si è interrotta la trasmissione della fede.
Che cosa sta succedendo?
Ci troviamo al fatto che gli adulti
hanno abdicato al proprio ruolo di educatori. Il gesto della fede si trasmette.
C’è una rottura della trasmissione della fede intergenerazionale. Rottura del
patto intergenerazionale.
Mondo dei giovani: indagini. In
Italia i giovani sempre meno vanno in Chiesa. Il salto generazionale aumenta.
Qui c’è qualcosa di grosso. Non c’è la differenza di genere. Questo è un
cambiamento enorme. Non si capisce a che cosa serve la fede.
Analfabetismo biblico forte.
Allergia per la morale del no,
ossessionata dal sesso.
Poca fede nei dogmi. E’ una
semi-credenza che riguarda anche Gesù di Nazareth.
Ricordo negativo della loro
esperienza in parrocchia.
I giovani non riescono a cogliere la
novità del Vangelo.
Come leggo i dati:
Da una parte la generazione degli
adulti ha smesso di testimoniare la fede, dando minore importanza alla propria
fede personale. Qui c’è la grande rottura tra catechismo e la pratica. Diamo
eccessiva enfasi al catechismo parrocchiale.
Il primo annuncio sono gli occhi dei
genitori. Si trasmette la fede pregando. Nessuno dei nostri giovani si ricorda
dei genitori in preghiera. Gli adulti non negano il cristianesimo, però nella
vita pratica non c’è fede. Negli ultimi anni gli adulti sono aumentati. Oggi
ogni bambino ha più genitori. La platea degli adulti di riferimento è enorme.
Cosa è successo a questi adulti? E’
cambiato il senso dell’essere adulto. Ci sfuggono le cose che vediamo tutti i
giorni. Questa generazione vuole essere giovane a tutti i costi. E’ una
generazione che ama la giovinezza più dei giovani e gli adulti non
s’interessano più dei loro ragazzi. E’ una ricerca impossibile della
giovinezza.
L’aggettivo giovane è abusato. C’è
una lotta per togliere la parola vecchiaia. Diventiamo vecchi dopo la morte.
Quello che viene venduto per la
pubblicità è tutto ciò che ha a che fare con la giovinezza. Censuriamo la
vecchiaia e quindi la malattia.
Non siamo più in grado di parlare di
morte. Non vediamo più i bambini ai funerali. Cambia il linguaggio: nessuno
parla più della morte.
Il Vangelo va da un’altra parte. Le
istruzioni per credere sono state messe da parte. I giovani ci dicono che non
vedono più nessun adulto credente.
Che cosa è degno del mio desiderio?
Oggi c’è il mito della giovinezza:
devo restare giovane.
Le generazioni oggi vivono in mondi
separati.
Il compito delle comunità è
rievangelizzare gli adulti. Impegnarsi a dire che essere adulti è importante,
ci vuole dignità. Abbiamo bisogno di adulti.
Chi è l’adulto? E’ colui che è capace
di rispondere ai figli del mondo. La vita umana ha delle leggi. Siamo fatti di
mancanza, di desideri. Mettiamo dei figli al mondo è perché sappiamo che poi ce
ne andiamo. I padri stanno mangiando i figli.
Adulto è colui che vuole il bene dei
propri figli. L’amore non è volere bene, ma il bene dell’altro. E’ una
decisione. Volere il bene dell’altro significa resistere. Farsi odiare e
restare da soli: è il rischio dell’amore.
Adulto è colui che sa dimostrare che
la vita umana è degna del nostro desiderio anche dentro l’apocalisse. La vita è
più forte di noi. Il mondo è fatto per gente che si dà sino in fondo.
C’è vita oltre la giovinezza.
Fare degli adulti così cosa. Una
volta si moriva prima. E’ faticoso fare l’adulto. C’è bisogna di forza. Ecco
cosa serve la fede: per essere adulto fino in fondo. Capacità di mettere al
mondo nuovi soggetti. Noi attingiamo ciò attraverso la preghiera. Bisogna
insegnare a pregare di nuovo.
Ci vuole anche una comunità più
accogliente.
C. Tayor: oggi ai cristiani manca la
gioia. Capacità della festa.
Esodo 5,1. Alla richiesta di una
festa il faraone risponde con maggior lavoro. Il faraone non ha paura di gente
che lavora, ma della festa, di gente che si mette a lodare Dio. Quando facciamo
festa ci liberiamo dalle preoccupazioni.
Creare comunità.
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