venerdì 11 dicembre 2015

TRASMETTERE LA FEDE NEL POSTMODERNO





ARMANDO MATTEO: TRASMETTERE LA FEDE NEL POSTMODERNO
REGGIO EMILIA 10 DICEMBRE 2013

Sintesi: Paolo Cugini

Mi sono occupato della fede perché mi hanno chiamato per occuparmi dei giovani universitari della FUCI.
Mi sono accorto che qualcosa stava cambiando.
I giovani nati dopo il 1981 esprime nei confronti del cristianesimo una certa estraneità. Non riesce a capire a che cosa serve la fede nel diventare adulto.
Papa Francesco ci sta invitando ad un bagno di realtà impressionate. N. 70 dell’esortazione: non possiamo ignorare che si è interrotta la trasmissione della fede.
Che cosa sta succedendo?

Ci troviamo al fatto che gli adulti hanno abdicato al proprio ruolo di educatori. Il gesto della fede si trasmette. C’è una rottura della trasmissione della fede intergenerazionale. Rottura del patto intergenerazionale.
Mondo dei giovani: indagini. In Italia i giovani sempre meno vanno in Chiesa. Il salto generazionale aumenta. Qui c’è qualcosa di grosso. Non c’è la differenza di genere. Questo è un cambiamento enorme. Non si capisce a che cosa serve la fede.

Analfabetismo biblico forte.
Allergia per la morale del no, ossessionata dal sesso.
Poca fede nei dogmi. E’ una semi-credenza che riguarda anche Gesù di Nazareth.
Ricordo negativo della loro esperienza in parrocchia.
I giovani non riescono a cogliere la novità del Vangelo.
Come leggo i dati:
Da una parte la generazione degli adulti ha smesso di testimoniare la fede, dando minore importanza alla propria fede personale. Qui c’è la grande rottura tra catechismo e la pratica. Diamo eccessiva enfasi al catechismo parrocchiale.
Il primo annuncio sono gli occhi dei genitori. Si trasmette la fede pregando. Nessuno dei nostri giovani si ricorda dei genitori in preghiera. Gli adulti non negano il cristianesimo, però nella vita pratica non c’è fede. Negli ultimi anni gli adulti sono aumentati. Oggi ogni bambino ha più genitori. La platea degli adulti di riferimento è enorme.
Cosa è successo a questi adulti? E’ cambiato il senso dell’essere adulto. Ci sfuggono le cose che vediamo tutti i giorni. Questa generazione vuole essere giovane a tutti i costi. E’ una generazione che ama la giovinezza più dei giovani e gli adulti non s’interessano più dei loro ragazzi. E’ una ricerca impossibile della giovinezza.
L’aggettivo giovane è abusato. C’è una lotta per togliere la parola vecchiaia. Diventiamo vecchi dopo la morte.
Quello che viene venduto per la pubblicità è tutto ciò che ha a che fare con la giovinezza. Censuriamo la vecchiaia e quindi la malattia.
Non siamo più in grado di parlare di morte. Non vediamo più i bambini ai funerali. Cambia il linguaggio: nessuno parla più della morte.
Il Vangelo va da un’altra parte. Le istruzioni per credere sono state messe da parte. I giovani ci dicono che non vedono più nessun adulto credente.
Che cosa è degno del mio desiderio?
Oggi c’è il mito della giovinezza: devo restare giovane.
Le generazioni oggi vivono in mondi separati.
Il compito delle comunità è rievangelizzare gli adulti. Impegnarsi a dire che essere adulti è importante, ci vuole dignità. Abbiamo bisogno di adulti.
Chi è l’adulto? E’ colui che è capace di rispondere ai figli del mondo. La vita umana ha delle leggi. Siamo fatti di mancanza, di desideri. Mettiamo dei figli al mondo è perché sappiamo che poi ce ne andiamo. I padri stanno mangiando i figli.
Adulto è colui che vuole il bene dei propri figli. L’amore non è volere bene, ma il bene dell’altro. E’ una decisione. Volere il bene dell’altro significa resistere. Farsi odiare e restare da soli: è il rischio dell’amore.
Adulto è colui che sa dimostrare che la vita umana è degna del nostro desiderio anche dentro l’apocalisse. La vita è più forte di noi. Il mondo è fatto per gente che si dà sino in fondo.

C’è vita oltre la giovinezza.
Fare degli adulti così cosa. Una volta si moriva prima. E’ faticoso fare l’adulto. C’è bisogna di forza. Ecco cosa serve la fede: per essere adulto fino in fondo. Capacità di mettere al mondo nuovi soggetti. Noi attingiamo ciò attraverso la preghiera. Bisogna insegnare a pregare di nuovo.
Ci vuole anche una comunità più accogliente.
C. Tayor: oggi ai cristiani manca la gioia. Capacità della festa.
Esodo 5,1. Alla richiesta di una festa il faraone risponde con maggior lavoro. Il faraone non ha paura di gente che lavora, ma della festa, di gente che si mette a lodare Dio. Quando facciamo festa ci liberiamo dalle preoccupazioni.
Creare comunità.



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