martedì 17 aprile 2018

LA CHIESA DI FRANCESCO - INTERVENTO DI VALENTINO BULGARELLI



I MARTEDI TEOLOGICI
CREDO NELLA CHIESA – SECONDO INCONTRO
LA CHIESA DI FRANCESCO
CON
 VALENTINO BULGARELLI
17 aprile 2018

Sintesi: Paolo Cugini

Papa Francesco ha senso dubbio dato una scossa alla Chiesa. Ci sono delle fatiche e delle resistenze nei confronti della sua proposta pastorale. Con Francesco anche nella Chiesa c’è spazio per le persone creative. “La gioia del Vangelo riempie il cuore di coloro che s’incontrano con Gesù. Con Gesù nasce e cresce la gioia” (EG1). Il cambio di prospettiva: la gioia del Vangelo. La domanda non è più che cosa devo fare, ma che cosa dice a me il Vangelo. La parola gioia provoca il cristiano. Come mai il mondo giovanile ci accusano di essere etici, di aver fatto diventare il Vangelo una morale? 
Il Vangelo sembra solo una pratica da mettere in campo. Oppure abbiamo troppo insistito sull’aspetto conoscitivo, una conoscenza da assimilare. Molte volte la dimensione cognitiva non basta a cambiare la vita. Serve qualcosa di più. Così come a volte abbiamo fatto in modo che il Vangelo diventasse il punto d’appoggio per legittimare tutti i nostri assetti organizzativi. Il Vangelo non può essere considerato solo questo. Oggi serve qualcos’altro. La Bibbia non può legittimare le nostre strutture. Da questo vi riconosceranno: dall’amore reciproco. La questione della gioia è fondamentale.

EG 14-15: rimarchiamo che l’evangelizzazione è connessa all’annuncio di coloro che non conoscono Gesù. C’è un desiderio di condivisione. La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione. La Chiesa non impone, ma propone. Non ansie da prestazione.

La Chiesa che vive la gioia del Vangelo, attenta a non confondere i piani. Cinque capitoli.
1: Chiesa missionaria e estroversa. Chiesa in uscita. Correre verso: il padre che corre incontro al figlio (Lc 15). I discepoli missionari, prendono l’iniziativa, fruttificano, festeggiano. Punto di partenza è il popolo santo di Dio.

2. Riflessione sulla crisi dell’impegno comunitario. Il papa segnala delle sfide culturali e ribadisce l’importanza dell’inculturazione della fede. Pericolo dell’accidia, il pessimismo e la mondanità spirituale.

3. Francesco individua le situazioni che toccano l’annuncio del Vangelo. Due azioni: l’omelia e la catechesi.

4. E’ il capitolo dedicato alla dimensione sociale. Francesco desidera che il Vangelo tocchi la vita: evangelizzazione e promozione umana. Il Vangelo è di un profondo realismo e ha a che fare con la vita. Il Papa afferma che desidera che il Vangelo torni alla vita.

5. Francesco richiama l’azione dello Spirito e il tema del discernimento, che è un’azione dello Spirito.

Quali sono i dinamismi che Francesco vuole mettere in movimento?
La gioia nasce dall’incontro con Cristo. Anche i credenti corrono il rischio di essere trisit, perché scontente, risentite. La vita dello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo è gioia. Il grande pericolo è l’isolamento, essere solo. Il Papa chiede alla Chiesa di non essere isolata, ma di stare dentro alla storia. Per questo il Concilio ha dedicato un documento al tema della Chiesa nel mondo. E’ il problema della coscienza isolata. Cos’è la coscienza? La coscienza è educabile. Lonergan parlava di dinamismi coscienziali. La coscienza è educabile se lo permetti; la coscienza ha bisogna della relazione. Il noi aiuta, educa. Ci sono situazioni che possono modificare i meccanismi interiori. Dal momento che sono isolato non cambierà mai nulla.

EG 164: Il catechista è il battezzato. Qual è il centro della nostra fede? La morte e la resurrezione di Gesù. I Vangeli ci consegnano segni e testimonianze. Per Francesco il primo annuncio, il Kérigma, è l’amore di Gesù, il suo dare la vita: oggi è al tuo fianco. L’adulto è il gratuito per eccellenza. Ciò che fa di un adulto un adulto, è la logica della gratuità. Il Dio nel quale noi crediamo fa gratuitamente, e non si aspetta nulla. Fino ad un crto punto abbiamo pensato che Dio ci voleva bene a partire dai nostri sforzi.

E’ vivo al tuo fianco: c’è la logica del dolore e della sofferenza. Come mai permetti la sofferenza? Sono le domande del mondo. La gente vuole sapere e capire il mistero della sofferenza, della morte, dei problemi della vita. E’ un Dio vivo.
Cambio di passo della comunità cristiana: in una civiltà ossessionata dalla vita degli altri, la chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per capire come muoversi davanti all’altro. La persona è al centro. Prima della struttura la persona. Bisogna interrogarsi se nei nostri percorsi pastorali la persona è al centro o no. Fermarsi, contemplare, dare tempo. Perché a voi interessa il prete? Chiedete al prete che vi dia tempo. Ognuno chiede di essere ascoltato.
178: Il papa trasforma il credo in una cammino esistenziale per la vita. Padre: conferisce una dignità infinita ad ogni persona. Il Figlio: ha assunto la nostra carne umana; ogni persona umana è stata elevata alla dignità di Dio. Confessare lo Spirito: agisce in tutti; ciò implica che cerca di penetrare in ogni situazione umana e in tutti i vincoli sociali.

Numero 33: La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio del si è sempre fatto così. Invito tutti ad essere audaci e creativi.

L’importante è non camminare da soli. Quali sono le grandi coordinate? Qual è la proposta?
1.      La nostra proposta per essere attraente deve essere essenziale. Non vuol dire superficiale, ma il centro, il cuore. Nessuno aderisce ad una proposta sfumata. Interessa una proposta vera, seria, credibile. Cfr. 169 EG. Dio vivo che genera in noi degli atteggiamenti, la capacità di essere vivi.

2.      Il Papa chiede una Chiesa che accorci le distanze che nel tempo si sono create. E’ giunto il tempo di essere una comunità che accorcia le distanze.
3.      Prendersi cura, custodire. Capacità di arricchirsi con la spiritualità del buon samaritano.





1 commento:

  1. Interessante la riflessione sulla necessità di svincolare il vangelo da aspetti conoscitivi, dall'approccio cognitivista che allontana il cristiano dalla realtà di vita della maggioranza delle persone. La riflessione dovrebbe, a mio avviso, scaturire da esperienze mirate, sì, ma anche calate nella quotidianità della gente. Le persone, fatta eccezione per qualche élite, complici i ritmi frenetici, non strutturati e disgregati anche all'interno delle famiglie, trovano come soluzione quella di gettarsi nella mondanità, anche spirituale, per trovare centri di aggregazione capaci di garantire il raggiungimento di uno status sociale. Il vero fulcro del vangelo è la famiglia. Con le famiglie da ricostruire, sorreggere, accompagnare si ritrova lo spirito di figliolanza e fratellanza anche nelle comunità.

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