Ho ricevuto da don Eugenio questa bellissima e profonda omelia del vescovo brasiliano Carlos Cruz Santos, che pubblico volentieri nel mio blog
Mons. Antonio Carlos Cruz Santos, Vescovo di Caicò (Rio
Grande do Norte – Brasil), ha sostenuto, nella sua omelìa nella Messa del 30
luglio 2017, che la omosessualità è un dono di Dio.
(traduzione di don Eugenio Morlini)
In questa settimana, mercoledì giorno di Sant'Anna, nel
programma di Marcos Dantas c'è stata una intervista che mi ha preoccupato.
Marcos Dantas ha intervistato il professor Eldes Dos Santos Filhos sulla sua
discussione di dottorato; questa era la sua tesi: “prevalenza e fattori
associati all'idea suicida tra i travestiti e i transessuali.
La tesi che questo professore sosteneva era presentare il
numero dei suicidi tra i travestiti e i transessuali”.
Dopo aver assistito a questo reporter ho pensato a quei tanti
fratelli e sorelle con orientamento affettivo che si sentono incompresi e non
amati da noi, che siamo della Chiesa, dalle loro famiglie, dalla società e pure
da se stessi, proprio come capitava nel tempo della schiavitù.
Ho ricordato in questi 25 anni di ministero pastorale le
tante storie di sofferenza di fratelli e sorelle con orientamento affettivo che
sono venuti a confidarsi da noi, portando il loro dolore e sopratutto il dolore
di non sentirsi accolti e amati.
Mi ricordo di un fatto. Una volta una mamma mi cercò perché
il suo figlio giovane gli aveva rivelato il suo orientamento (la sua tendenza)
omoaffettiva (omosessuale). Questa donna aveva una posizione sociale di un
certo prestigio ed ella non riusciva ad accettare questa tendenza del figlio.
Come mamma voleva bene, ma per il peso della cultura insita in essa, per il
peso della società, non riusciva ad accettare. Ella comprendeva che la tendenza
del suo figlio era una tendenza negativa nella confortevole società in cui si
trovava. Ho tentato di fare con questa mamma un cammino, ma non è facile fare
un cammino quando siamo davanti a queste situazioni. Mi proposi accompagnare il
figlio che però non mi ha mai cercato. Poco tempo dopo questa mamma ebbe un
tumore, possibilmente quel tumore era frutto della somatizzazione del dolore
che aveva nel non accettare la tendenza del suo figlio, e questo tumore la
condusse alla morte. Quando andai a fare le esequie il figlio stava al mio
fianco ed egli mi disse, piangendo, io so che sono colpevole della morte di mia
mamma. Gli dissi di venirmi a trovare, ed egli non è venuto. Pensai molto nel
dolore che questo figlio porta dentro di se di questa colpa che egli non ha: la
colpa non era della sua tendenza, ma era della sua mamma per non aver superato
i suoi preconcetti.
Tutti voi sapete che c'è un problema che mi preme molto ed è
il tema del suicidio attorno a noi, e questa intervista che ho ascoltato mi ha
colpito molto.
La statistica ufficiale ci dice che il 90% della nostra
popolazione si dice cattolica, quindi il 90% della gente beve questo brodo
della cultura cattolica e lo conferma la vostra numerosa presenza in questa
festa di Sant'Anna. Allora mi chiedo se questo non è una sfida per noi, che
abbiamo dentro questa cultura cattolica, il dare una buona notizia per questi
nostri fratelli e sorelle che tanto soffrono come questa mamma ha sofferto, che
soffrono come questo figlio ha sofferto, che con certezza ci stanno ascoltando
e sono anche qui in mezzo a noi, e molte volte attendono da noi una buona
parola, una buona notizia.
Il Vangelo per eccellenza è vangelo della inclusione; il
Vangelo è una porta stretta, è esigente, ma è una porta sempre aperta: Dio non
chiude mai la porta per nessuno; per questo forse è il momento; così come siamo
stati capaci di intendere meglio il vangelo e vincere la schiavitù; non è
giunta l'ora di intendere meglio, nella prospettiva della fede, e superare i
preconcetti contro i nostri fratelli e le nostre sorelle omo-affettive
(omosessuali). Pensiamo sinceramente, con una prospettiva di fede, quando noi osserviamo
la omosessualità, noi non possiamo dire che l'omosessualità è un opzione, una
scelta. Una scelta è una cosa che tu liberamente scegli, e l'orientamento, la
tendenza, nessuno la sceglie, un giorno uno si scopre con questa o con quella
tendenza; la scelta riguarderà soltanto la maniera come tu vivrai nella tua
tendenza, se in una forma degna, etica o in una forma promiscua, ma la
promiscuità si può vivere in qualsiasi tendenza, orientamento, che uno ha
(eterosessuale o omosessuale).
Considerato che non è una scelta, che l'Organizzazione
Mondiale della salute non lo considera più come una malattia, nella prospettiva
della fede noi abbiamo solo una risposta: se non è una scelta, se non è una
malattia, nella prospettiva della fede solo può essere un dono, e un
dono è dato da Dio. Non c'è verso, se non è scelta, non è malattia, è
dono, è dono dato da Dio; ma forse i nostri preconcetti non permettono di
comprenderlo come dono di Dio. Così come i preconcetti nei confronti dei neri,
e si diceva che i neri non avevano l'anima, il nostro preconcetto non permette
di percepire questo dono.
È un preconcetto, gente, ed un preconcetto avviene prima
della cosa, dell'esperienza.
Come il preconcetto ha reso possibile la schiavitù, come il
preconcetto di fronte ai profughi in Europa, come un preconcetto a volte rende
insensibili tanti politici del nostro Paese davanti al dolore dei più poveri,
come il preconcetto rende possibili leggi ingiuste per le comunità indigene…
tanti e tutti preconcetti gente mia.
Papa Francesco è visto da tanta gente della Chiesa come colui
che rende povera la dottrina cattolica e la svende; in verità ciò che Pappa
Francesco desidera è che il punto di partenza della dottrina cattolica sia la
misericordia… e la misericordia costa molto cara, Cristo ha pagato un prezzo
molto caro e anche noi paghiamo questo prezzo caro per essere fedeli al Maestro
Gesù.
Quando Papa Francesco per la prima volta è stato qui in
Brasile nella Giornata Mondiale della Gioventù nel 2013, ritornando a Roma,
nella solita intervista che concede sull'aereo, una giornalista brasiliana fece
una domanda rispetto a quello scandalo omosessuale che avvenne nel Vaticano in
quei giorni. Nella risposta egli ci diede una perla preziosa nel comportamento
verso i nostri fratelli omosessuali: se una persona è gay e cerca il Signore ed
ha buona volontà, chi sono io per giudicare? il catechismo della Chiesa
Cattolica dice che non si devono marginalizzare queste persone ma devono essere
integrate nella società. Nell'ultimo sabato del 2015, in una udienza privata
(l'ha rivelato la persona stessa) il Papa ha ricevuto il transessuale Diego
Nerìa Leharrada e la sua compagna. Come è avvenuto questo incontro? Il Papa ha
ricevuto una sua lettera che parlava del dolore che soffriva e del preconcetto che
soffriva nella sua comunità cattolica. Allora il Papa gli telefonò e fissò
l'udienza; e dopo l'udienza questo ragazzo diede una intervista. Diceva che
nella sua comunità era chiamato dal parroco e dalla gente come figlio del
diavolo. Papa Francesco, sensibilizzato, volle accogliere colui che non era
stato accolto dalla Chiesa.
Papa Francesco nell'Enciclica “Amoris laetitia” dedica tutto il capitolo 8° per le situazioni
irregolari; ed egli propone tre passi per accompagnare questi fratelli. Mi
chiedo se quei tre passi noi possiamo percorrerli con i nostri fratelli
omo-affettivi (omosessuali): accompagnare, discernere, integrare. Non sarebbe
questa la sapienza salomonica che dovremmo imparare da Gesù, non sarebbe questa
la misericordia che abbiamo ricevuto in eredità da Dio; non siamo tutti,
indipendentemente dalla nostra tendenza, immagine di Cristo? Quando Cristo ci
ama, non guarda i nostri organi genitali, ma guarda il nostro cuore, e quando
ci chiama, ci chiama per il cuore e noi andiamo con tutto, compresa la nostra
tendenza, e siamo immagine del Signore. Non è questa la perla preziosa che
Sant'Anna ci sta dando oggi, come ci ricorda il Vangelo, la perla della
misericordia del suo nipote, del suo Dio e del nostro Dio, del Figlio di Maria,
del Figlio di Dio, nostro fratello. Che Sant'Anna ci insegni come ha insegnato
a Maria, a fissare gli occhi nel trapassato Gesù e nello sguardo misericordioso
per i trapassati nella storia; ed oggi vorrei contemplare come trapassati nella
storia i nostri fratelli e le nostre sorelle omo-affettive (omosessuali) che
non sono accolti e né amati da noi. Che Sant'Anna ci mostri il cammino verso
Gesù.