Anche quest’anno in
Italia ed in Europa, come accade dal 2007, i cristiani LGBT e i loro genitori
insieme alle loro comunità di fede organizzeranno nei giorni precedenti in
occasione del 17 maggio, giornata internazionale per il superamento dell’omotransbifobia,
tante veglie di preghiera ecumeniche e culti domenicali uniti dal versetto
biblico «Amatevi gli uni gli altri, come
io vi ho amati» (Giovanni 15:12), per contribuire a superare la
violenza dell’omotransbifobia che, come ci ricordano i ragazzi dell’Azione Cattolica di Tusa (Messina), è un dolore “causato dall’odio
pregiudizievole verso persone colpevoli soltanto di esprimere loro stesse”.
Anche quest’anno i cristiani di tante comunità diverse (cattoliche,
valdesi, battiste, metodiste, etc…) e di tanti paesi diversi (Spagna, Germania,
Olanda, etc…) si ritroveranno insieme, in presenza e on line, e veglieranno in
preghiera perché le nostre comunità siano “sempre più ‘santuari’ di accoglienza e sostegno verso le persone
LGBT e verso ogni persona raggiunta da discriminazione”, come già
auspicavano nel 2017 l’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia, la
Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, l’Unione delle Chiese
evangeliche battiste e la Chiesa evangelica luterana in Italia, perché “le gioie e le speranze, le
tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti
coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le
angosce dei discepoli di Cristo” (Gaudium et spes, 7 dicembre 1965).
Perché
c’è ancora bisogno di vegliare nelle nostre comunità cristiane contro
l’omotransfobia? Scrive Carmine, un giovane
cristiano LGBT:
“Innanzitutto,
per mostrare a chi è solo che esiste un’ampia comunità di persone che abbraccia
l’Italia tutta intera, che esiste e che ha fede che le cose cambieranno.
Secondariamente per alzare
una voce all’unisono al di là dell’indifferenza politica e sociale in cui siamo
immersi, indifferenza personificata in chi sente di poter parlare in generale,
perdendo di vista un dato molto importante: dietro la sigla LGBTQ+ ci sono
sempre persone uniche, con un proprio bagaglio di sofferenze e rifiuti, amore e
amicizie. Allora vi chiedo, … vegliamo insieme?”.
Chi desidera maggiori
informazioni può entrare nel sito del progetto Gionata:
[l’articolo
pubblicato è preso da materiale pubblicato sul progetto Gionata]
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