Costi umani e
sociali della disuguaglianza
Chiara Saraceno
Sintesi:
Paolo Cugini
Abbiamo
un problema di monopolio maschile. Il termine genere da costrutto sociale mediato
dal femminismo è stato ad evidenziare quanto sia una costruzione sociale, che
diventa una corazza anche nella percezione. Siamo passati da questa grande
innovazione concettuale, al fatto che oggi viene utilizzato come accusa. Oggi
si è accusate di utilizzare il vocabolario del genere.
La
parità di genere è uno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La parità di
genere non è solo un obiettivo tra i tanti, ma è una dimensione dell’essere
umano. È uno degli strumenti con cui si costruisce la società. Ci sono studi
che dimostrano che nelle industri in cui esiste una presenza significativa
delle donne, la produzione è migliore. Occorre incorporare l’uguaglianza come
un valore.
Gli
uomini anche loro sono incasellati, anche le loro possibilità di fare. Essere
ridotto a categoria è il primo passo verso la discriminazione, sino a scendere
nei discorsi di odio.
Uno
dei grandi cambiamenti positivi in Italia la chiusura del gender classe. La
disuguaglianza è ancora molto grande nel campo del lavoro. In Italia è
fondamentale per le donne lo studio per entrare nel campo del lavoro. In Italia
le donne escono dal mercato del lavoro per maternità.
Le
famiglie in cui lavoro solo l’uomo in Italia sono di più rispetto agli altri
paesi. Ciò significa che nelle coppie con figli le donne sono molto vulnerabili
dal punto di vista economico. Le donne fanno il lavoro necessario per i figli e
per il marito. Le donne sono molto vulnerabili anche dinanzi alla fine del
matrimonio. In questo caso anche i figli sono vulnerabili dal punto di vista
della povertà. In Italia sono tante le famiglie monoreddito perché la rigidità
dei ruoli di genere è più elevata.
L’Italia
è in una sensazione di ambivalenza. Da un lato l’idea di parità è passata. Dall’altro,
c’è ancora disparità. C’è un problema anche di organizzazione sociale che
favorisce gli uomini e molto meno le donne. Ci sono dei forti stereotipi di
genere.
Anche
per le donne che rimangono continuamente nel mercato del lavoro ogni figlio
costa in termini pensionistici, perché la loro carriera viene rallentata, perché
appaiono come persone su cui non investire perché hanno fatto un figlio.
Le
conseguenze sulla povertà del fatto che in Italia c’è questa alta percentuale
di famiglie monoreddito. L’Italia è un paese in cui la povertà non riguarda
persone, ma famiglie. È molto concentrato nel meridione e con figli minorenni.
Occorre
investire nella formazione e occupazione delle donne più svantaggiate. Investire
nella scolarizzazione femminile ha delle ricadute positive sul problema della
povertà.
Nella
politica la presenza delle donne in Italia ´molto rara. C-´solo una
governatrice di regione e due donne sindache di grandi città. L’asimmetria del
potere economico produce violenza di coppia.
I
luoghi di lavoro spesso sono spazi di molestie sessuali. Anche in politica le
donne sono più oggetto di violenza di genere. Nel caso delle donne si utilizza
spesso il riferimento al sesso.
Nel
migliore dei casi possiamo dire che c’è un percorso disuguale nel cammino di
uguaglianza di genere.
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