sabato 14 settembre 2019

DISPARITÀ DI GENERE - FESTIVAL DELLA FILOSOFIA 2019




Costi umani e sociali della disuguaglianza

Chiara Saraceno

Sintesi: Paolo Cugini

Abbiamo un problema di monopolio maschile. Il termine genere da costrutto sociale mediato dal femminismo è stato ad evidenziare quanto sia una costruzione sociale, che diventa una corazza anche nella percezione. Siamo passati da questa grande innovazione concettuale, al fatto che oggi viene utilizzato come accusa. Oggi si è accusate di utilizzare il vocabolario del genere.

La parità di genere è uno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La parità di genere non è solo un obiettivo tra i tanti, ma è una dimensione dell’essere umano. È uno degli strumenti con cui si costruisce la società. Ci sono studi che dimostrano che nelle industri in cui esiste una presenza significativa delle donne, la produzione è migliore. Occorre incorporare l’uguaglianza come un valore.

Gli uomini anche loro sono incasellati, anche le loro possibilità di fare. Essere ridotto a categoria è il primo passo verso la discriminazione, sino a scendere nei discorsi di odio.
Uno dei grandi cambiamenti positivi in Italia la chiusura del gender classe. La disuguaglianza è ancora molto grande nel campo del lavoro. In Italia è fondamentale per le donne lo studio per entrare nel campo del lavoro. In Italia le donne escono dal mercato del lavoro per maternità.


Le famiglie in cui lavoro solo l’uomo in Italia sono di più rispetto agli altri paesi. Ciò significa che nelle coppie con figli le donne sono molto vulnerabili dal punto di vista economico. Le donne fanno il lavoro necessario per i figli e per il marito. Le donne sono molto vulnerabili anche dinanzi alla fine del matrimonio. In questo caso anche i figli sono vulnerabili dal punto di vista della povertà. In Italia sono tante le famiglie monoreddito perché la rigidità dei ruoli di genere è più elevata.
L’Italia è in una sensazione di ambivalenza. Da un lato l’idea di parità è passata. Dall’altro, c’è ancora disparità. C’è un problema anche di organizzazione sociale che favorisce gli uomini e molto meno le donne. Ci sono dei forti stereotipi di genere.

Anche per le donne che rimangono continuamente nel mercato del lavoro ogni figlio costa in termini pensionistici, perché la loro carriera viene rallentata, perché appaiono come persone su cui non investire perché hanno fatto un figlio.
Le conseguenze sulla povertà del fatto che in Italia c’è questa alta percentuale di famiglie monoreddito. L’Italia è un paese in cui la povertà non riguarda persone, ma famiglie. È molto concentrato nel meridione e con figli minorenni.

Occorre investire nella formazione e occupazione delle donne più svantaggiate. Investire nella scolarizzazione femminile ha delle ricadute positive sul problema della povertà.
Nella politica la presenza delle donne in Italia ´molto rara. C-´solo una governatrice di regione e due donne sindache di grandi città. L’asimmetria del potere economico produce violenza di coppia.
I luoghi di lavoro spesso sono spazi di molestie sessuali. Anche in politica le donne sono più oggetto di violenza di genere. Nel caso delle donne si utilizza spesso il riferimento al sesso.
Nel migliore dei casi possiamo dire che c’è un percorso disuguale nel cammino di uguaglianza di genere.

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