sabato 24 novembre 2018

DOVE VA L'AFRICA?





 SFIDE, MIGRAZIONI, NARRAZIONI

MILANO-24 NOVEMBRE 2018

QUADRO GEO-POLITICO E SFIDE DELLA COOPERAZIONE

Relatore: Mario Raffaelli (presidente AMREF-African Medical and Research Foundation)
Sintesi: Paolo Cugini

Di Africa si parla poco e quando se ne parla se ne parla male, in modo superficiale e schematico.
Questa superficialità c’è anche sulla storia dell’Africa. L’Africa ha sofferto una storia sempre interrotta. Un’interruzione significativa è stato l’incontro con il mondo europeo. La presenza dei paesi europei ha segnato un punto d’arresto del suo sviluppo naturale.

Il dramma dell’Africa si riassume nel fatto che non ha mai avuto la possibilità di sviluppare il proprio sistema economico e politico in modo graduale.
Possiamo parlare di afriche in termini di visione all’interno dell’Africa, frutto anche di conflitti interni e della guerra globale al terrorismo.

Immigrazione e integrazione. L’immigrazione è un problema strutturale. È un Continente in cui i tassi di sviluppo demografico sono in forte crescita. C’è stata una diminuzione drastica della mortalità infantile, che non è stata accompagnata dalla crescita economica. C’è un grande numero di poveri assoluti. C’è stata un’evoluzione in termini sociali. Negli ultimi anno è cresciuta molto la scolarità. Comincia a crescere un capitale umano che prima non c’era.

Si è cominciato a creare un embrione di mercato interno africano. Si pone il problema di come poter fare il grande salto. Nel 2011 c’è stato un rallentamento rispetto alla crescita economica media che era del 5%, trainata dai paesi che sono ricchi di materie prime. Questo sviluppo forte, ha conosciuto la crisi all’epoca della crisi del prezzo delle materie prime. Nei prossimi anni si prevede una crescita del 3,5%. Ci vorrebbe una dinamica di crescita più robusta. In questo periodo, chi sta crescendo di più e meglio sono quei paesi africani che non godono delle risorse di materie prime.
Sono paesi che hanno dato spazio alla crescita dell’agricoltura. Conta anche il fatto che c’è una nuova dinamica dello sviluppo tecnologico. Il telefonino in Africa è stato un fattore di crescita estremamente significativo. Oggi con il telefonino in Africa si fanno molti pagamenti.

Un altro settore è quello dell’energia. Il 75% della popolazione non è raggiunto dall’energia. Sta avendo un grande sviluppo l’energia alternativa, in modo particolare quella solare. Il Ruanda ha costruito la sua crescita sull’energia alternativa e sullo sviluppo tecnologico.

Tutto questo si riflette sui singoli paesi. Il vero salto che l’Africa potrebbe fare sarebbe sullo sviluppo di un mercato interno. La mancanza di un mercato Continentale e regionale è ciò che impedisce la crescita. L’Unione Africana ha deciso d’investire sulla costruzione di un mercato interno. Solo così l’Africa può crescere. È necessaria, in questa prospettiva, è la possibilità di partire a livello regionale. Su questo ci sono situazione diversa. L’Africa Australe e l‘ECOAS hanno già espresso dinamiche in questo senso più forti che in altre aree.

C’è un ammontare di risorse che sono necessarie per rendere credibile un processo di questo tipo, vale a dire strade, porti, ecc. per sviluppare un mercato dinamico.
In Africa c’è una classe media di 300 milioni di persone, che è una forza trainante, ma che ha bisogno di interventi significativi a livello infrastrutturale.

Chi può aiutare? L’Europa e la Cina. Gli USA non sono interessati. La Cina è molto presente in Africa. La Cina ogni due anni fa un grande meeting con i presidenti africani e con i rappresentanti dell’economia cinese. La Cina è una presenza forte sia negli accordi che nella presenza delle persone. C’è una migrazione verso l’Africa di cinesi, che vanno ad aprire il piccolo commercio. Ora la Cina fa interventi grandi, complessi: ad esempio la ferrovia che collega molte città. I cinesi hanno iniziato ad essere presenti anche dal punto di vista militare. Quale tipo di cooperazione bisogna mettere in campo e chi?
Connessione tra sviluppo, sostenibilità e pace. È inutile parlare di sviluppo dove non c’è pace e stabilità.



DEMOGRAFIA E SANITA’

Relatore: Giovanni Putoto (Responsabile ricerca del CUAM. (Medici con l'Africa Cuamm è tra le maggiori organizzazioni non governative sanitarie italiane per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un'ottica di sviluppo. A tale scopo si impegna nella formazione in Italia e in Africa delle risorse umane dedicate, nella ricerca e divulgazione scientifica e nell'affermazione del diritto umano fondamentale della salute per tutti- FONTE: wikipedia)

Sintesi: Paolo Cugini

La crescita demografica interessa in maniera esclusiva il Continente africano. Nel 2100 l’Africa avrà il 40 % della popolazione mondiale. Dietro a questa spinta c’è il fenomeno della transizione demografica. In una popolazione ci sono varie fasi. Nella prima, c’è un alto tasso di natalità e mortalità. Nella seconda fase, la mortalità diminuisce. La terza fase è il declino della natalità.
Dal 1960 al 2018 che cosa è successo? Osserviamo che progressivamente c’è una diminuzione del numero della fertilità. Al di sotto dei tre figli per donna diminuiscono, eccetto a quella africana, anche se ha iniziato un processo di convergenza con gli altri paesi. Dal 1960 aveva 7 figli per donna ai 4,5 di oggi.

Prima variazione: i paesi che hanno più fertilità nel mondo sono i paesi fragili.
Ci sono paesi che sono arrivati ad avere 3 figli (Kenya). C’è una grande diversità tra coloro che vivono in città (2 figli) a quelli nelle zone rurali (5 figli). Quanto tempo impiegherà l’Africa per diminuire la propria natalità? Questo è il problema. C’è una condizione di caos che esiste in alcuni paesi e non permettono un’analisi della crescita demografica.

L’Università di Padova ha indagato la mortalità infantile nel Veneto attraverso l’analisi dei registri parrocchiali. La mortalità infantile era di molte superiore ad altre realtà europee. Oggi la media della mortalità infantile dell’Africa sub sahariana è identica a quella dell’Italia degli anni ’50. Nell’arco di 20 anni la mortalità infantile veneta si è allineata alle altre regioni. Il veneto è stata la regione con il più alto flusso migratorio. È intervenuta un’attenzione maggiore ai bambini. È migliorata la cura verso i bambini piccoli, neonati.

Perché una famiglia decide di avere figli? Ci sono dei meccanismi comuni a tutte le popolazioni. L’allattamento è un meccanismo
Secondo motivo: esperienziale. È la ferita della donna quando perde un figlio: è considerato un fatto innaturale. Il meccanismo è di rimpiazzare una vita perduta.
Figli in situazioni di grande crisi c’è una scelta razionale di avere un numero più elevate.

Le cose cambiano quando i genitori decidono d’investire sul futuro dei figli: ha un ritorno.
Un’altra sfida sono i sistemi sanitari. In Africa la gente si paga i servizi. Non c’è nessuna forma di condivisione del rischio. L’Africa deve sviluppare un sistema di Welfare. Investire in salute materna infantile conviene. È una questione politica di cooperazione.

C’è la sfida degli stati fragili. Sta cambiando la geografia delle povertà. La migrazione africana interna è il vero dato fondamentale perché assorbe l’85% del processo migratorio. C’è una migrazione che avviene per natura economica o per motivi di studio. C’è una migrazione importante che avviene per gli stati fragili, che sono capaci di alterare gli equilibri positivi raggiunti.

Gli stati fragili dell’Africa concentrano l’80% dei poveri del mondo. Sierra Leone è uno di questi. Anche l’Etiopia e l’Uganda. Lo stato di violenza è uno dei fattori fondamentali. C’è un uso strumentale della violenza a scopo politico. C’è anche una fragilità climatica, oltre che politica.

Esempio positivo dell’Uganda. Come mai gli ugandesi non ci sono? In Italia ce ne sono 500. Eppure hanno una spinta demografica tra le più alte del mondo. C’è stato un miglioramento relativo dal punto di vista politico ed economico in paese che era stato contrassegnato dai problemi interni. C’è stato uno sviluppo umano con la diminuzione della mortalità infantile. Oltre a ciò c’è da considerare la presenza dei missionari che hanno costruito in ogni villaggio delle scuole e degli ospedali.






4 commenti:

  1. Urge fare chiarezza! Non possiamo credere che se ne preoccupino i media (neo e/o vetero) o i diversi network che, a fini “spudoratamente” strumentali e spesso in malafede, cavalcano ad arte ‘rumors’ e ‘fake news’ per orientare (oserei dire “deviare”) la pubblica opinione...

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  2. Nessun paese non potrà aiutare l'Africa se non è l'Africa stessa. L'Africa diventerà la destinazione da sogno nel mondo quando gli africani si decideranno di alzarsi del loro periodo di ibernazione, quando i suoi dirigenti decideranno di Rispettare i valori e i diritti dell'essere umano, quando quelli dirigenti lasceranno la costa di interessi egoistici e personali per Promuovere il bene comune. La presenza della Cina oggi sul suolo africano è una forma di colonizzazione avendo per sinonimo "aiuto" . Sei d'accordo con me sul fatto che non esiste filantrofia nelle relazioni multilaterali, tutto è interesse. L'Africa è una colonia di vendita dei prodotti cinesi, la Cina dovrebbe imparare l'Africa a produrre non consumare a basso costo.

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  3. Molti giovani europei crescono con l'odio contro i politici immigrati semplicemente becaufe i loro genitori non si sono preoccupati di spiegarli le cause psicologiche in materia di immigrazione, l'impatto di queste cause sulla generazione attuale africana in particolare . Qual giovani europea si arrende facilmente quando viene moralmente maltrattato dagli altri? Senza tener conto del trattamento fisico, quanti?. Noi giovani africani abbiamo sofferto vedendo i nostri genitori, nonni, fratelli fisicamente e moralmente abusi da parte dei coloni, e oggi soffriamo vedendosi tranne i nostri genitori lavorare sulla somministrazione degli stessi coloni che in precedenza erano vestiti in in 🖤 nero e che oggi indossano una giacca bianca sulla camicia nera. Immigriamo oggi perché i nostri porti, le nostre vaste piantagioni sono proprietà privata del nostro potere coloniale affinché la mattina tu giovane europea vada a scuola la mattina con il cioccolato , la nostra monete è prodotta dal potere coloniale, le nostre aziende pubbliche di oggi sono parastatale, ect ... Gli europei siete il grande potere nucleare oggi la cui materia prima proviene dall'Africa .

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  4. Mettendo da parte la mia fede, presentando una tesi intellettualismo, penso che la religione abbia contribuito in maniera determinante al processo di sottosviluppo dell'Africa.quando Arrivarono in Africa in barca , si sono fatti chiamati esploratori, missionari con il loro Manuale di Indottrinamento del Popolo la bibbia. Ci hanno detto che dobbiamo incontrarsi più giorni in settimane in una casa che hanno chiamato CHIESA più PARTICOLARMENTE la DOMENICA e questo per più di due ore. durante QUELLO periodo in cui gli africani erano in chiesa, loro stanno caricando l'oro trovato sul territorio africano nelle loro barche, abbateit i boschi, da trasportare in Europa, ecc .... Sopra ogni cosa ci hanno costretti a essere ospitale, abbracciare lo straniero europeo incontrato sulla strada e accettare la sua supremazia. Nello stesso periodo in Europa la chiesa era utilizzata solo per ospitare gli anziani e si ritirò per soli trenta minuti. 😁😁Ora riprendo la mia fede.
    Cordiali saluti.
    RODRIGO

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