giovedì 22 agosto 2024

UN RITO LITURGICO DAL VOLTO AMAZZONICO: ORMAI CI SIAMO

 



 

Articolo di Louis Miguel Modino

Traduzione di Paolo Cugini

Il V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia Legale, che si svolge a Manaus dal 19 al 22 agosto, è uno spazio di riflessione sui diversi passi che sta compiendo la Chiesa in Amazzonia. Uno di questi è il rito amazzonico, qualcosa che è stato plasmato a partire dal desiderio di una Chiesa dal volto amazzonico, che accompagna la vita della Chiesa nella regione fin dall’arrivo del Vangelo nel XVI secolo.

L-incontro di Santarém, del 1972, può essere considerato uno spartiacque in questa configurazione di Chiesa dal volto amazzonico. Negli ultimi 50 anni si sono fatti passi avanti, con il Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, momento in cui è emersa la proposta di un rito amazzonico, secondo il numero 119 del Documento finale. Il Rito Amazzonico va aggiunto agli altri 23 riti presenti nella Chiesa.

Secondo il teologo brasiliano Agenor Brighenti, si tratta di un rito che vuole essere molto più di un rito liturgico, poiché non può ridursi all'inculturazione della Liturgia o del Messale Romano . In questa prospettiva, si sta lavorando sui sacramenti e sui sacramentali, sull'Iniziazione alla vita cristiana, sulla Liturgia delle Ore, sull'Anno Liturgico, sui Ministeri, sullo Spazio Liturgico, sulle Strutture e sull'organizzazione della Chiesa. L’obiettivo è che sia un rito che configuri un modello di Chiesa per l’Amazzonia.

Il teologo brasiliano Agenor Brighenti


Il teologo brasiliano ha affermato che un rito non si crea, ma si elabora sulla base dei processi di inculturazione del Vangelo e di incarnazione della Chiesa , risultato di un lungo processo di comunità inserite nella realtà, cosa che è stata fatta fin dall'arrivo dei primi missionari. Data la grande estensione e diversità della regione, Brighenti si è chiesto: “È possibile avere un solo rito per tutta l’Amazzonia?” Difende la necessità di rispettare e valorizzare la diversità, affinché in un’Amazzonia multipla si possa trovare un denominatore comune, ma sufficientemente aperto affinché ogni regione possa incarnare in questo rito la sua specificità.

Dal 2020 sono stati fatti passi, con il contributo di diversi esperti e comitati di lavoro, che hanno portato al Quadro Generale del Rito Amazzonico e alla raccolta di testimonianze di esperienze di inculturazione, cercando di creare le componenti del Rito Amazzonico che portano all'elaborazione dei Rituali del Rito Amazzonico. Un processo che durerà fino a marzo 2025, con tre anni di sperimentazione per valutare e adeguare il Rito Amazzonico.

La pratica della ministerialità è una realtà presente nella Chiesa dell’Amazzonia. “Non si può pensare ai ministeri solo come mediazione pastorale, sono più di questo”, secondo suor Sonia Matos, non si può pensare ai ministeri a causa della mancanza di ministri ordinati, sarebbe distoglierli dal loro significato e fondamento. La monaca lancia una chiamata dal sacerdozio comune che deriva dal battesimo, che porta a intendere i ministeri come percorsi per incarnare il Vangelo e l'esperienza della Chiesa

Um momento liturgico


“Per una Chiesa dal volto amazzonico è necessaria una pastorale veramente amazzonica, attraverso un’esperienza ecclesiale che segua la capillarità-sinodalità dei fiumi” evidenzia la superiora della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. In Amazzonia, data la storia della regione, non si può dimenticare che “le donne sono soggetti nelle parrocchie e nelle diocesi, con molteplici forme di servizio pastorale e ricche esperienze di ministerialità”. In considerazione di ciò, si pone la sfida di essere un carisma riconosciuto dal Vescovo di fronte alla vocazione per un servizio specifico nella Chiesa, riconoscimento che supera la discriminazione di genere.

Sono ministeri al servizio della vita della comunità, e in questo senso, concedere il ministero diaconale alle donne è riconoscere e legittimare la diaconia che esse “di fatto” già esercitano nelle comunità, in coordinamento, ministeri della Parola e dell'Eucaristia., nell'animazione liturgica, nella cura dei poveri. Ecco perché “con il riconoscimento, di fatto e di diritto, le donne lascerebbero il ruolo di sostituzione pastorale e di esclusione negli organi decisionali, per assumere un ministero basato sulla loro dignità ministeriale”, ha sottolineato la religiosa.

La Chiesa in Amazzonia continua a cercare risposte creative alle sfide di ogni momento storico, in vista del servizio della missione evangelizzatrice e della trasformazione sociale. Una dinamica che ci porta a riflettere sul modello di Chiesa da portare avanti in Amazzonia. Insieme ai ministeri esistenti, c’è la possibilità di nuovi ministeri: Ministero della Casa Comune e Ministero Consultivo, tra gli altri. Il ruolo ministeriale del popolo di Dio in Amazzonia ne evidenzia la costruzione sinodale. Una dinamica sinodale che riconosce la ricchezza di tutti i leader della Chiesa e promuove la partecipazione di tutti. Ciò porta suor Sonia Matos a chiedere che la Chiesa amazzonica diventi amazzonica, “attraverso una ministerialità autoctona, pluriforme, pluriculturale, per incarnare il Vangelo”, per vivere la cattolicità con il volto e il modo amazzonico, lasciando da parte la tentazione dell’uniformità e della autoreferenzialità, per diventare comunità ministeriale, come modo di vivere e testimoniare il Regno.

1 commento:

  1. molto suggestivo meriterebbe un confronto con le realtà che anche in europa stanno "ridiscutendo" la ministerialiità specie in relazione ad un ruolo "nuovo" per delle donne svincolando il ministero dalla sacralità sacerdotale

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