Articolo
di
Louis Miguel Modino
Traduzione
di Paolo Cugini
Il
V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia Legale, che si svolge a Manaus dal 19 al
22 agosto, è uno spazio di riflessione sui diversi passi che sta compiendo la
Chiesa in Amazzonia. Uno di questi è il rito amazzonico, qualcosa che è
stato plasmato a partire dal desiderio di una Chiesa dal volto amazzonico, che
accompagna la vita della Chiesa nella regione fin dall’arrivo del Vangelo nel
XVI secolo.
L-incontro
di Santarém, del 1972, può essere considerato uno spartiacque in questa
configurazione di Chiesa dal volto amazzonico. Negli ultimi 50 anni si sono
fatti passi avanti, con il Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, momento in
cui è emersa la proposta di un rito amazzonico, secondo il numero 119 del
Documento finale. Il Rito Amazzonico va aggiunto agli altri 23 riti presenti
nella Chiesa.
Secondo
il teologo brasiliano Agenor Brighenti, si tratta di un rito che vuole
essere molto più di un rito liturgico, poiché non può ridursi
all'inculturazione della Liturgia o del Messale Romano . In questa
prospettiva, si sta lavorando sui sacramenti e sui sacramentali,
sull'Iniziazione alla vita cristiana, sulla Liturgia delle Ore, sull'Anno
Liturgico, sui Ministeri, sullo Spazio Liturgico, sulle Strutture e
sull'organizzazione della Chiesa. L’obiettivo è che sia un rito che configuri
un modello di Chiesa per l’Amazzonia.
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Il teologo brasiliano Agenor Brighenti |
Il
teologo brasiliano ha affermato che un rito non si crea, ma si elabora
sulla base dei processi di inculturazione del Vangelo e di incarnazione della
Chiesa , risultato di un lungo processo di comunità inserite nella realtà,
cosa che è stata fatta fin dall'arrivo dei primi missionari. Data la grande
estensione e diversità della regione, Brighenti si è chiesto: “È possibile
avere un solo rito per tutta l’Amazzonia?” Difende la necessità di rispettare e
valorizzare la diversità, affinché in un’Amazzonia multipla si possa trovare un
denominatore comune, ma sufficientemente aperto affinché ogni regione possa
incarnare in questo rito la sua specificità.
Dal
2020 sono stati fatti passi, con il contributo di diversi esperti e comitati di
lavoro, che hanno portato al Quadro Generale del Rito Amazzonico e alla
raccolta di testimonianze di esperienze di inculturazione, cercando di creare
le componenti del Rito Amazzonico che portano all'elaborazione dei Rituali del
Rito Amazzonico. Un processo che durerà fino a marzo 2025, con tre anni di
sperimentazione per valutare e adeguare il Rito Amazzonico.
La
pratica della ministerialità è una realtà presente nella Chiesa dell’Amazzonia.
“Non si può pensare ai ministeri solo come mediazione pastorale, sono più di questo”,
secondo suor Sonia Matos, non si può pensare ai ministeri a causa della
mancanza di ministri ordinati, sarebbe distoglierli dal loro significato e
fondamento. La monaca lancia una chiamata dal sacerdozio comune che deriva dal
battesimo, che porta a intendere i ministeri come percorsi per incarnare il
Vangelo e l'esperienza della Chiesa
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Um momento liturgico |
“Per
una Chiesa dal volto amazzonico è necessaria una pastorale veramente
amazzonica, attraverso un’esperienza ecclesiale che segua la
capillarità-sinodalità dei fiumi” evidenzia la superiora della Congregazione
delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. In Amazzonia, data la storia della
regione, non si può dimenticare che “le donne sono soggetti nelle parrocchie e
nelle diocesi, con molteplici forme di servizio pastorale e ricche esperienze
di ministerialità”. In considerazione di ciò, si pone la sfida di essere un
carisma riconosciuto dal Vescovo di fronte alla vocazione per un servizio
specifico nella Chiesa, riconoscimento che supera la discriminazione di genere.
Sono
ministeri al servizio della vita della comunità, e in questo senso, concedere
il ministero diaconale alle donne è riconoscere e legittimare la diaconia che
esse “di fatto” già esercitano nelle comunità, in coordinamento, ministeri
della Parola e dell'Eucaristia., nell'animazione liturgica, nella cura dei
poveri. Ecco perché “con il riconoscimento, di fatto e di diritto, le donne
lascerebbero il ruolo di sostituzione pastorale e di esclusione negli organi
decisionali, per assumere un ministero basato sulla loro dignità ministeriale”,
ha sottolineato la religiosa.
La
Chiesa in Amazzonia continua a cercare risposte creative alle sfide di ogni
momento storico, in vista del servizio della missione evangelizzatrice e della
trasformazione sociale. Una dinamica che ci porta a riflettere sul modello
di Chiesa da portare avanti in Amazzonia. Insieme ai ministeri esistenti, c’è
la possibilità di nuovi ministeri: Ministero della Casa Comune e Ministero
Consultivo, tra gli altri. Il ruolo ministeriale del popolo di Dio in Amazzonia
ne evidenzia la costruzione sinodale. Una dinamica sinodale che riconosce la
ricchezza di tutti i leader della Chiesa e promuove la partecipazione di tutti.
Ciò porta suor Sonia Matos a chiedere che la Chiesa amazzonica diventi
amazzonica, “attraverso una ministerialità autoctona, pluriforme,
pluriculturale, per incarnare il Vangelo”, per vivere la cattolicità con il
volto e il modo amazzonico, lasciando da parte la tentazione dell’uniformità e
della autoreferenzialità, per diventare comunità ministeriale, come modo di
vivere e testimoniare il Regno.
molto suggestivo meriterebbe un confronto con le realtà che anche in europa stanno "ridiscutendo" la ministerialiità specie in relazione ad un ruolo "nuovo" per delle donne svincolando il ministero dalla sacralità sacerdotale
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