Paolo
Cugini
Martedì
30 luglio 2024 si è celebrata la Giornata mondiale contro la tratta delle persone,
una data che deve far riflettere, ma deve anche impegnarci in una lotta che è
di tutti, che nessuno può ignorare, distogliere lo sguardo. Siamo di fronte a
un crimine che ci è vicino, soprattutto in Amazzonia, una regione dove molti
uomini e donne diventano vittime della tratta di esseri umani, ma che è anche
una via per la tratta internazionale di esseri umani.
La
tratta di esseri umani è una realtà interconnessa con altri traffici: il
traffico di droga, il traffico di armi, che si è diffusa nei luoghi più lontani
e che, in modi diversi, cattura le sue vittime, che entrano nelle reti della
tratta di esseri umani, avendo grandi difficoltà a uscirne. Di fronte a questa
realtà, siamo sfidati a fare tutto il possibile per aiutare le persone a
non diventare vittime della tratta di esseri umani, ma anche a denunciarlo in
modo che, coloro che ne sono diventati vittime, possano sfuggire a questa realtà.
Prendersi
cura degli altri, soprattutto delle vittime, dovrebbe essere assunto come un
obbligo, soprattutto per coloro che si definiscono cristiani. In Brasile, la
Chiesa si batte per combattere la tratta di esseri umani in diversi modi, ma
soprattutto attraverso la Rede um Grito pela Vida e la Commissione
pastorale episcopale speciale per la lotta alla tratta di esseri umani
(CEPEETH) della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB).
Il
loo lavoro è importante, ma tutti dobbiamo entrare in questa dinamica, che ci
porta a farci carico del dolore delle vittime, a commuoverci di fronte
alla sofferenza degli altri. Siamo chiamati a comprendere le manovre delle reti
della tratta di esseri umani, i loro modi di agire, per aiutare le potenziali
vittime, comprese le persone che fanno parte delle nostre comunità. Vulnerabilità,
mancanza di aspettative, mancanza di conoscenza, difficoltà nel trovare un
lavoro, sono situazioni che favoriscono le azioni delle reti, che catturano
le persone che soffrono di queste situazioni, approfittando del bisogno o della
mancanza di conoscenza per catturare le loro vittime. Di fronte alle
difficoltà, è sempre più facile lasciarsi tentare da promesse che non hanno
nulla a che vedere con quanto realmente accade.
Cosa
siamo disposto a fare per affrontare questo crimine? Fino a che punto siamo
consapevoli delle conseguenze della tratta di esseri umani? Sono domande
che ognuno di noi deve porsi. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad
una realtà sempre più estesa nella nostra società.
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