Conferenza in occasione del ritiro spirituale per i
presbiteri della Diocesi di Cremona, 1 dicembre 2016
Sintesi: Paolo Cugini
Prima parte: analisi della situazione
Il cardinale Jean Marie Lustiger negli anni ’80 diceva che
la nostra epoca è una delle prime in cui il cristianesimo suona come una
novità. Per me è possibile che risuoni.
Dobbiamo coltivare e ritrovare tutti i giorni la freschezza
dello spirito, lo slancio del ricominciamento che connota la vita cristiana
quando essa è reale.
La
novità cristiana è molto offuscata e non è affatto ovvia. Il contenuto essenziale
della fede cristiana non è più chiaro. È la fede cristiana che vive una crisi. Questa
crisi molto profonda è una crisi di crescita, come un’adolescenza. Il
cristianesimo sta vivendo una crisi adolescenziale. Ciò che abbiamo capito fino
ad ora non ci basta più. È una crisi che ci sta spingendo ad incarnare il
mistero di Cristo ad nuovo livello di profondità.
Che la
fede sia appannata si vede dalle conseguenze. Numero 70 Evangelii Gaudium:
non possiamo ignorare che negli ultimi decenni si è prodotta una rottura di
trasmissione generazionale della fede cristiana.
La
maggior parte dei matrimoni sono civili. C’è poi la crisi di alcuni sacramenti,
come la riconciliazione, l’ordine sacro. Si tratta dunque di una crisi diffusa.
Questa
crisi non nasce oggi. Nel 1968 Ratzinger scrisse Introduzione al
cristianesimo: chi è capace di dire ad uno che lo chiede in modo
comprensibile, ma conciso, che cosa significhi essere cristiani? Chi sa
spiegare ad un altro in modo comprensibile, perché devi credere?
Alberto Melloni, 2014: il popolo italiano che è in grande
maggioranza si definisce cattolico, su molti punti cruciali del cristianesimo
non sa rispondere.
Se volgiamo intraprendere una nuova evangelizzazione
efficace, che abbia effetto sulla cultura, dobbiamo affrontare due luoghi
comune potentissimi, che dominano la cultura più diffusa.
1.
Il primo sostiene che la fede sia una questione
privata. Ciò su cui tutti concordiamo come verità universale è la scienza,
mentre la fede è una questione privata. Lumen fidei di Benedetto XVI
(anche se è firmata da Francesco) sviluppa questi temi. Se le cose stanno così
il problema della fede diventa pian piano irrilevante.
2. Le
fedi sono uguali. Le religioni sono tutte delle metafore paritarie tra loro.
È un cripto induismo. L’induismo ritiene che la verità assoluta sia una
rivelazione eterna che attraverso delle teofanie viene ricordato il carma
eterno. Le religioni sono uguali e quando s’impongono sono un disastro.
Se le cose stanno così la scelta della fede cristiana
deperisce. Sulle questioni basilari non cambia nulla. Non c’è da scegliere. È
un terreno di partenza difficile da arare. Sono due obiezioni che sembrano ovvie,
ma in realtà sono delle scelte di fede. La prima è una scelta di monismo
materialistico, la seconda un monismo spiritualistico. Sono scelte pericolose perché
sono inconsce. È difficile combattere contro un pregiudizio che pretende essere
un’evidenza.
La Chiesa consapevole di questa difficoltà sta tentando
questa nuova evangelizzazione, che Papa Francesco ha di nuovo ricordato nella Misericoridae
Vultus (11 aprile 2015). Questa situazione richiede una straordinaria
concentrazione spirituale. Solo uomini e donne contemplativi possono affrontare
questa situazione.
Papa Benedetto XVI disse che siamo in una
situazione di deserto. Siamo in una crisi di crescita. È a partire dall’esperienza
del deserto, del vuoto (imparare ad abitare il vuoto) possiamo nuovamente
riscoprire la gioia di credere. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò
che è essenziale per vivere. Nel deserto c’è bisogno di persone di fede che con
la loro vita indichino la via verso la terra promessa e così tengano viva la
speranza.
Seconda parte
Tre piccoli passaggi per annunciare in
maniera storicamente efficace oggi la novità cristiana
1.
Dobbiamo necessariamente comprendere e spiegarlo
a tutti i livelli che le religioni non sono per niente uguali tra loro.
Questo dev’essere fatto con un’analisi storica. La storia delle religioni
è piena di lati oscuri, violenti. È indispensabile una preparazione, una
conoscenza della storia delle religioni cristianamente ispirata. Deve sorgere
una nuova patristica e matristica, che deve aver il compito di confrontarsi con
tute le correnti culturali e religiose. Ci sono già testi in questa direzione.
Ratzinger dice in Fede, verità e tolleranza: la storia delle religioni
per la fede cristiana sia una storia reale, una strada la cui direzione
significa progresso e speranza. La storia è importante nel cammino delle
religioni. Nella storia le religioni trovano un compimento. Occorre dare allo spirito
la sua storicità. Ci sono delle soglie planetarie (Karl Jaspers) nella storia
delle religioni.
2. Come
cristiani diciamo che questa storia delle religioni trova un compimento
nell’Incarnazione del Verbo e dobbiamo spiegare in che cosa consiste
questo compimento. In che modo Dio si rivela in un uomo come uomo? Come si
rivela Dio? Dio si rivela incarnandosi, nella fatica della coscienza dell’uomo
di capirlo. Questo dissolve tutta una serie di immagini del divino. Dobbiamo
far capire gli effetti rivoluzionari di questo evento. Gesù stesso è stato ammazzato
dai sacerdoti. L’incarnazione è difficile da capire, ma è questo che dobbiamo
annunciare perché ci dice come Dio si rivela all’uomo. È un rapporto dialogico,
esistenziale. Dio si rivela attraverso la fatica di comprenderlo. Dio attribuisce
all’io umano un potere mai avuto. L’io umano partecipa del potere creativo di Dio.
Solo perché abbiamo avuto la rivelazione crediamo che è figlio di Dio in
Cristo: ciò fonda la dignità universale dei diritti umani. Fare capire che quando
parliamo di democrazia moderna parliamo di cristianesimo. Questo lo sostiene
anche J. Habermas. Dobbiamo fare capire la potenza creatrice, che la
rivelazione cristiana attribuisce all’uomo. L’uomo partecipa del potere
creativo di Dio. Io in Cristo sono chiamato a redimere il mondo. L’io umano è
superiore alle leggi della natura. “Voi siete la luce del mondo” (Gv
8,12). Liberazione dell’io umano dalle schiavizzazioni delle religioni. L’io
umano in Cristo è re, partecipiamo della sovranità del mondo. Da qua inizia il
giudizio universale. Da quel momento in poi tutte le culture e tradizioni
religiose vengono valutate. I primi popoli ad andare in crisi sono stati i
greci, i romani. Evangeli Nuntiandi di Paolo VI, n. 19: la Chiesa non
deve solo predicare il Vangelo, ma raggiungere, quasi sconvolgere mediante la
forza del Vangelo i criteri di giudizio, le linee di pensiero, i modelli di
vita dell’umanità che sono in contrasto con il Vangelo. Ciò dà potenza all’annuncio:
la sua denuncia. Denuncia e annuncio nel cristianesimo non sono mai separati.
3. La
rivelazione di un Dio che si rivela incarnandosi in un processo storico
continuo ci apre ad un’esperienza del mondo estremamente dinamica. Il
cristianesimo lo abbiamo interpretato con le categorie della metafisica greca,
in cui l’essere è statico. L’essere di Cristo è invece dinamico. La rivelazione
di Cristo trova grande conforto nell’ermeneutica: la verità è un processo
costante di ascolto e interpretazione. Ratzinger: il cosmo non è solo
una cornice esteriore della storia umana, un contenitore dove accadono delle
cose; il cosmo è movimento, in esso c’è una storia ed è esso stesso storia. Il
nostro pensiero non è un rispecchiamento di una realtà statica, ma svolge una funzione
attiva. Per capire la novità del Cristo dobbiamo entrare in un’ottica in cui tutto
è in movimento.
Conclusione.
Tutto ciò provoca la storia del cristianesimo. Abbiamo una storia ambigua
dietro le spalle. Oggi dobbiamo purificare la storia del cristianesimo. Stiamo
diventando più Cristo. È un processo ambiguo. Comunque vadano le cose ci stiamo
cristificando. Il processo è inarrestabile. Dobbiamo purificarci da visioni che
appartengono ad un mondo che sta finendo. Dobbiamo operare un discernimento per
capire che cosa sta finendo e che cosa sta nascendo.
Papa Francesco Laudato Sii
114: ciò che sta accedendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una
coraggiosa rivoluzione culturale. Questo è il nostro compito che può partire
solo da una rivoluzione interiore costante, da un rovesciamento della nostra mente,
da un’illuminazione costante dello Spirito perché altrimenti anche questa
rivoluzione potrebbe risultare un fallimento o peggio una catastrofe.