sabato 22 giugno 2019

LA NOVITÀ CRISTIANA - CONFERENZA DI MARCO GUZZI




Conferenza in occasione del ritiro spirituale per i presbiteri della Diocesi di Cremona, 1 dicembre 2016

Sintesi: Paolo Cugini

Prima parte: analisi della situazione
Il cardinale Jean Marie Lustiger negli anni ’80 diceva che la nostra epoca è una delle prime in cui il cristianesimo suona come una novità. Per me è possibile che risuoni.

Dobbiamo coltivare e ritrovare tutti i giorni la freschezza dello spirito, lo slancio del ricominciamento che connota la vita cristiana quando essa è reale.

La novità cristiana è molto offuscata e non è affatto ovvia. Il contenuto essenziale della fede cristiana non è più chiaro. È la fede cristiana che vive una crisi. Questa crisi molto profonda è una crisi di crescita, come un’adolescenza. Il cristianesimo sta vivendo una crisi adolescenziale. Ciò che abbiamo capito fino ad ora non ci basta più. È una crisi che ci sta spingendo ad incarnare il mistero di Cristo ad nuovo livello di profondità.

Che la fede sia appannata si vede dalle conseguenze. Numero 70 Evangelii Gaudium: non possiamo ignorare che negli ultimi decenni si è prodotta una rottura di trasmissione generazionale della fede cristiana.

La maggior parte dei matrimoni sono civili. C’è poi la crisi di alcuni sacramenti, come la riconciliazione, l’ordine sacro. Si tratta dunque di una crisi diffusa.
Questa crisi non nasce oggi. Nel 1968 Ratzinger scrisse Introduzione al cristianesimo: chi è capace di dire ad uno che lo chiede in modo comprensibile, ma conciso, che cosa significhi essere cristiani? Chi sa spiegare ad un altro in modo comprensibile, perché devi credere?

Alberto Melloni, 2014: il popolo italiano che è in grande maggioranza si definisce cattolico, su molti punti cruciali del cristianesimo non sa rispondere.

Se volgiamo intraprendere una nuova evangelizzazione efficace, che abbia effetto sulla cultura, dobbiamo affrontare due luoghi comune potentissimi, che dominano la cultura più diffusa.

1.        Il primo sostiene che la fede sia una questione privata. Ciò su cui tutti concordiamo come verità universale è la scienza, mentre la fede è una questione privata. Lumen fidei di Benedetto XVI (anche se è firmata da Francesco) sviluppa questi temi. Se le cose stanno così il problema della fede diventa pian piano irrilevante.

2.      Le fedi sono uguali. Le religioni sono tutte delle metafore paritarie tra loro. È un cripto induismo. L’induismo ritiene che la verità assoluta sia una rivelazione eterna che attraverso delle teofanie viene ricordato il carma eterno. Le religioni sono uguali e quando s’impongono sono un disastro.

Se le cose stanno così la scelta della fede cristiana deperisce. Sulle questioni basilari non cambia nulla. Non c’è da scegliere. È un terreno di partenza difficile da arare. Sono due obiezioni che sembrano ovvie, ma in realtà sono delle scelte di fede. La prima è una scelta di monismo materialistico, la seconda un monismo spiritualistico. Sono scelte pericolose perché sono inconsce. È difficile combattere contro un pregiudizio che pretende essere un’evidenza.

La Chiesa consapevole di questa difficoltà sta tentando questa nuova evangelizzazione, che Papa Francesco ha di nuovo ricordato nella Misericoridae Vultus (11 aprile 2015). Questa situazione richiede una straordinaria concentrazione spirituale. Solo uomini e donne contemplativi possono affrontare questa situazione.

Papa Benedetto XVI disse che siamo in una situazione di deserto. Siamo in una crisi di crescita. È a partire dall’esperienza del deserto, del vuoto (imparare ad abitare il vuoto) possiamo nuovamente riscoprire la gioia di credere. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere. Nel deserto c’è bisogno di persone di fede che con la loro vita indichino la via verso la terra promessa e così tengano viva la speranza.

Seconda parte
Tre piccoli passaggi per annunciare in maniera storicamente efficace oggi la novità cristiana

1.        Dobbiamo necessariamente comprendere e spiegarlo a tutti i livelli che le religioni non sono per niente uguali tra loro. Questo dev’essere fatto con un’analisi storica. La storia delle religioni è piena di lati oscuri, violenti. È indispensabile una preparazione, una conoscenza della storia delle religioni cristianamente ispirata. Deve sorgere una nuova patristica e matristica, che deve aver il compito di confrontarsi con tute le correnti culturali e religiose. Ci sono già testi in questa direzione. Ratzinger dice in Fede, verità e tolleranza: la storia delle religioni per la fede cristiana sia una storia reale, una strada la cui direzione significa progresso e speranza. La storia è importante nel cammino delle religioni. Nella storia le religioni trovano un compimento. Occorre dare allo spirito la sua storicità. Ci sono delle soglie planetarie (Karl Jaspers) nella storia delle religioni.

2.      Come cristiani diciamo che questa storia delle religioni trova un compimento nell’Incarnazione del Verbo e dobbiamo spiegare in che cosa consiste questo compimento. In che modo Dio si rivela in un uomo come uomo? Come si rivela Dio? Dio si rivela incarnandosi, nella fatica della coscienza dell’uomo di capirlo. Questo dissolve tutta una serie di immagini del divino. Dobbiamo far capire gli effetti rivoluzionari di questo evento. Gesù stesso è stato ammazzato dai sacerdoti. L’incarnazione è difficile da capire, ma è questo che dobbiamo annunciare perché ci dice come Dio si rivela all’uomo. È un rapporto dialogico, esistenziale. Dio si rivela attraverso la fatica di comprenderlo. Dio attribuisce all’io umano un potere mai avuto. L’io umano partecipa del potere creativo di Dio. Solo perché abbiamo avuto la rivelazione crediamo che è figlio di Dio in Cristo: ciò fonda la dignità universale dei diritti umani. Fare capire che quando parliamo di democrazia moderna parliamo di cristianesimo. Questo lo sostiene anche J. Habermas. Dobbiamo fare capire la potenza creatrice, che la rivelazione cristiana attribuisce all’uomo. L’uomo partecipa del potere creativo di Dio. Io in Cristo sono chiamato a redimere il mondo. L’io umano è superiore alle leggi della natura. “Voi siete la luce del mondo” (Gv 8,12). Liberazione dell’io umano dalle schiavizzazioni delle religioni. L’io umano in Cristo è re, partecipiamo della sovranità del mondo. Da qua inizia il giudizio universale. Da quel momento in poi tutte le culture e tradizioni religiose vengono valutate. I primi popoli ad andare in crisi sono stati i greci, i romani. Evangeli Nuntiandi di Paolo VI, n. 19: la Chiesa non deve solo predicare il Vangelo, ma raggiungere, quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, le linee di pensiero, i modelli di vita dell’umanità che sono in contrasto con il Vangelo. Ciò dà potenza all’annuncio: la sua denuncia. Denuncia e annuncio nel cristianesimo non sono mai separati.

3.       La rivelazione di un Dio che si rivela incarnandosi in un processo storico continuo ci apre ad un’esperienza del mondo estremamente dinamica. Il cristianesimo lo abbiamo interpretato con le categorie della metafisica greca, in cui l’essere è statico. L’essere di Cristo è invece dinamico. La rivelazione di Cristo trova grande conforto nell’ermeneutica: la verità è un processo costante di ascolto e interpretazione. Ratzinger: il cosmo non è solo una cornice esteriore della storia umana, un contenitore dove accadono delle cose; il cosmo è movimento, in esso c’è una storia ed è esso stesso storia. Il nostro pensiero non è un rispecchiamento di una realtà statica, ma svolge una funzione attiva. Per capire la novità del Cristo dobbiamo entrare in un’ottica in cui tutto è in movimento.

Conclusione. Tutto ciò provoca la storia del cristianesimo. Abbiamo una storia ambigua dietro le spalle. Oggi dobbiamo purificare la storia del cristianesimo. Stiamo diventando più Cristo. È un processo ambiguo. Comunque vadano le cose ci stiamo cristificando. Il processo è inarrestabile. Dobbiamo purificarci da visioni che appartengono ad un mondo che sta finendo. Dobbiamo operare un discernimento per capire che cosa sta finendo e che cosa sta nascendo.

Papa Francesco Laudato Sii 114: ciò che sta accedendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale. Questo è il nostro compito che può partire solo da una rivoluzione interiore costante, da un rovesciamento della nostra mente, da un’illuminazione costante dello Spirito perché altrimenti anche questa rivoluzione potrebbe risultare un fallimento o peggio una catastrofe.

giovedì 20 giugno 2019

DISCUSSIONE TESI DOTTORATO IN TEOLOGIA-INVITO





SABATO 29 GIUGNO 2019 alle ore 11


 presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna (FTER)


difenderò la tesi di dottorato dal titolo:



COMUNITÀ ECCLESIALI DI BASE: UN’ECCLESIOLOGIA DEL POPOLO DI DIO
DALL’ESPERIENZA ECCLESIALE BRASILIANA ALLA PROPOSTA DI PAPA FRANCESCO


Luogo: Piazzale Giuseppe Bacchelli, 4, 40136 Bologna (di fronte al Rizzoli)

Per chi viene in treno: dinanzi alla stazione c’è una fermata La linea 30 collega la stazione ferroviaria al Piazzale Giuseppe Bacchelli. L'autobus effettua una corsa ogni 11 minuti ed impiega circa 23 minuti per effettuare il tragitto. Il biglietto è acquistabile presso le rivendite TPER o le tabaccherie. Oppure si può arrivare in Facoltà dalla stazione anche a piedi attraversando il Centro storico di Bologna (è quello che faccio sempre).

Nel Piazzale Giuseppe Bacchelli si trova l’entrata per l’ospedale Rizzoli e, di fianco, un’ampia cancellata che dà accesso alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna. Di fronte al piazzale si trova il Bar Picnic.

Entrata della Facoltà da Piazzale Bacchelli


Una volta arrivati al Piazzale Bacchelli, chi viene in macchina può proseguire sino alla Facoltà dove troverà un parcheggio. Mentre chi viene in treno e in autobus, può salire a piedi (c’è un sentiero a sinistra del cancello di entrata che dà accesso alla Facoltà). Chi vuole può anche prendersi un taxi (dalla stazione sono circa 15 euro).


Il sentiero che da Piazzale Bacchelli arriva davanti alla Facoltà (200 metri)


Durata della discussione: 90 minuti (30 minuti a disposizione per presentare la tesi da parte del candidato; 40 minuti per il controrelatore e il relatore, in dialogo con il candidato; 20 minuti a disposizione dei due professori scelti dal Consiglio di Facoltà per accompagnare il candidato nel lavoro si stesura).

Interno della Facoltà


Dopo la discussione siete invitati al Picnic bar, che è vicino alla sede della facoltà per un momento di condivisione. Il costo della pausa pranzo è di 7,50 euro. Siccome spero che venga un bel numero di persone e non potendo pagare tutto, chiedo che chi desideri partecipare venga con il denaro. Grazie per la comprensione. Che pensa di partecipare è pregato di darmi una risposta entro mercoledì 26 giugno.


Il bar Picnic di fianco all'entrata della Facoltà. Qui ci troveremo al termine della discussione


Che cos’è una tesi di dottorato in teologia? È il lavoro finale di un percorso di ricerca in un ambito della teologia, che per me è stato la teologia dell’evangelizzazione. E’ l’ultima tappa di un percorso che inizia con il baccellierato (6 anni: è il percorso richiesto per il presbiterato), poi continua con la licenza (due anni – 24 esami e una tesi finale) e il dottorato di ricerca.

Perché l’ho fatto? Ritengo importante approfondire gli argomenti su cui lavoro, accompagnato da qualcuno competente in materia. Il dottorato che presento cerca di approfondire il modello di chiesa soggiacente all’esperienza delle comunità di base in Brasile, per capire se può essere utile anche in occidente. Studio per fare meglio quello a cui sono chiamato a fare.

Quanto tempo è durato? Il dottorato di ricerca in teologia ha la durata di due anni (io ce ne ho messi tre: con un’unità pastorale da accompagnare, era difficile trovare il tempo per studiare). È composto da alcune prove redazionali e da un lavoro finale, una tesi che deve presentare un aspetto originale nel dibattito teologico.

Nota: mi raccomando siate puntuali! Venite 30 minuti prima per prendere i posti

sabato 15 giugno 2019

CORSO DI LETTURA POPOLARE DELLA BIBBIA - UN CAMMINO PER IL RESPIRO DEI POVERI




Un cammino eco-mistico-politico per il respiro dei poveri e della terra con il metodo della Lettura Popolare della Bibbia

Verona, 30 LUGLIO – 4 AGOSTO 2019

 TERMINE ISCRIZIONI: 10 LUGLIO 2019

 Destinatari: quest'incontro si inserisce nel percorso di formazione biblico missionaria che si realizza già da diversi anni, con il metodo della lettura popolare della Bibbia, ed è rivolto a Centri Missionari Diocesani, rete Nuovi Stili di Vita, Focsiv, istituti, ONG, parroci o preti/religiosi/religiose e laici impegnati in aree attigue e strategiche per il rilancio della missionarietà.

Obbiettivo: dare un contributo per fare un passo nella direzione della riforma auspicata della Chiesa e della Sua Missione.
Arrivi: entro le ore 16:00 di martedì 30 luglio
Partenze: dopo il pranzo di domenica 4 agosto 

Contributo per il corso:
iscrizione € 30,00 + camera singola € 200,00 - Totale camera singola € 230,00
iscrizione € 30,00 + camera doppia € 170,00 (a persona) - Totale camera doppia € 200,00
 N.B.: Per quanti non pernottano il costo del singolo pasto è di € 10,00 da aggiungere al contributo l’iscrizione. 



Il contributo per il corso è da versare sul nostro conto corrente n. 007835 intestato a: 

FONDAZIONE MISSIO SEZIONE CUM, codice IBAN: IT54T0503411713000000007835,
per i bonifici dall’estero invece bisogna usare il codice BIC/SWIFT: BAPPIT21115.
Il conto è appoggiato al BANCO BPM, dip . 0115 VERONA AG . 27.
Nella causale vanno indicati: nome del corso, cognome e nome della persona o delle persone che si iscrivono. 
Sede del corso: Fondazione CUM, Via Bacilieri 1/a-37139 Verona (zona San Massimo) 
Per informazioni ed iscrizioni: Segreteria del CUM Tel. 045 8900329 - Fax 045 8903199



Presentazione:
Ci prepariamo all' ottobre missionario, mese speciale delle missioni chiamato da Papa Francesco nel cuore del Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia. Percorriamo, attraverso la nostra vita, personale, comunitaria e sociale, i testi del Primo e Secondo Testamento, attraverso il metodo di lettura popolare della Bibbia, per incontrare nuovi cammini sinodali di Chiesa per un’ecologia integrale. Questa occasione di condivisione e formazione è per tutte le persone (ormai superiamo le due centinaia) che negli ultimi 5 anni hanno partecipato sistematicamente alle proposte formative di lettura popolare della Bibbia. A tutte le persone che in questi anni al Cum hanno incontrato un metodo e contenuti di aiuto per il cammino personale e comunitario per poter vivere pienamente la risposta battesimale e missionaria dell’essere chiamati ed inviati. A tutte le persone che collaborano nelle equipe dei centri missionari diocesani, nei processi dei nuovi stili di vita, negli impegni per una vita personale e sociale di ecologia integrale.
A tutti coloro, uomini e donne di buona volontà che vogliono rispondere alla chiamata e all' invio della sequela di Gesù per nuovi cammini di Chiesa e per iniziare e continuare umili passi di ecologia integrale.



 Faciliteranno questa settimana:
Maria Soave Buscemi, missionaria fidei donum da 30 anni in Brasile e facilitarice di percorsi di lettura popolare della Bibbia in America Latina, Africa, in diverse diocesi italiane e per la chiesa luterana di Svezia.

Anna Maria Rizzante Gallazzi, missionaria laica in Amazzonia per 40 anni, agente di pastorale della commissione pastorale della terra e della pastorale carceraria, biblista popolare. Vi chiediamo di portare un pugno di terra e una boccetta di acqua dalla realtà da dove arrivate per la celebrazione iniziale e finale del nostro incontro... non dimenticatelo!!! Come é nostra pratica vi invitiamo anche a portare alimenti e bevande da condividere nei momenti di pausa caffè e per una serata conviviale... Nel respiro di nuove relazioni possibili... nella profonda e umile Umanità e nel respiro della Terra di cui Dio (...) ci ha plasmate e plasmati soffiando nelle nostre narici amore e misericordia... vi aspettiamo!!!



giovedì 13 giugno 2019

INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!




Ricevo e pubblico nel mio blog questo Articolo di Massimo Cacciari 

Non ho vissuto l'età dei totalitarismi, l'età della morte del pensiero critico ma oggi più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione. Nell'età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le distanze  non può bastare,  non è piu possibile una "fuga immobile" anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno colpevole.Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la democrazia, l'integrazione, la tolleranza non possono essere valori negoziabili.

Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona, non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti "protestanti" ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla peggiore delle destre , non a quella progressista e europeista ma alla destra razzista e violenta di Salvini.Ad una destra incapace di cogliere i segni del tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza col contributo di molti e con l 'inclusione  di tutti ,seguendo l'insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale :"Homo sum humani nihil a me alienum puto".

Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con una generazione vivace, intelligente, elettronica e "veloce" che  "vivendo in burrasca" rischia di precipitare nel baratro dell'indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi ,dell'intolleranza, dell 'aggressività pericolosa e ignorante.

Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura in grado di coniugare pathos e logos,una cultura che percepisca l 'uomo come fine e non come mezzo, che consideri l '"altro da sè "una risorsa importante giammai una minaccia .
Nell'età delle interconnessioni non c 'è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. È solo nelle DIVERSITÀ che si può cogliere il vero senso della BELLEZZA  e l'essenza di un impegno costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e interdipendente.


Non è neanche questione di destra o di sinistra, di rosso o nero ma il problema è, soprattutto ,di carattere culturale.La vera emergenza è quella di costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall'UOMO, non prima dall 'uomo Italiano , nè come in passato  ,prima dall'uomo della Padania ma dall'UOMO  in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l'uomo , la sua dignità, il suo inestimabile valore e ,al di là di ogni faglia e filo spinato ,lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto. 

INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, c 'è  molto da fare, a partire dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile, la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del populismo e della miseria ,principalmente di quella della mente.

venerdì 7 giugno 2019

SIAMO FRATELLI? DOV’É FINITA LA SOLIDARIETÀ





LA REPUBBLICA DELLE IDEE
BOLOGNA 7 GIUGNO 2019


Relatore: Enzo Bianchi
Sintesi: Paolo Cugini

È un tema urgente per il futuro della società. Riflettendo sull’attuale situazione sociale negli ultimi anni ho citato il saggio di Luigi Gioia: La morte del prossimo. “Per millennio un doppio comandamento ha retto la morale Occidentale: ama Dio e il prossimo come te stesso. Alla fine dell’800 Nietzsche ha annunciato la morte di Dio. Forse è morto anche il prossimo”. Nella morte del prossimo è la morte della fraternità. Si parla di crisi della fraternità, ma c’è una crisi molto attestata nell’Occidente. È cresciuto il rancore, la cattiveria e si nega la fraternità. La responsabilità di questa situazione va attribuita ai governanti, che manipolano la realtà e autorizzano il peggio da parte della gente.
La fraternità come impegno universale è stata un’invenzione del cristianesimo che ha introdotto nel vocabolario greco il termine. La fraternità è stata dichiara dalla Dichiarazione dei diritti del 1792. Si può constatare che lungo i secoli si è combattuto per la libertà e per l’uguaglianza. La fraternità non ha ricevuto quell’attenzione affinché libertà e uguaglianza avessero alla base un fondamento. La libertà senza la coscienza di doverla condividere con l’altro è negativa e l’uguaglianza diventa solitudine. L’uguaglianza senza condivisione è la morte. Le tre parole del motto repubblicano non stanno sullo stesso piano. La fraternità è la più esigenza e riguarda i limiti della nostra umanità, la precarietà della condizione umana. Essere umani è il potere di riconoscere l’altro come fratello. Edgar Morin: la libertà può essere istituita, la fraternità non si stabilisce con una legge e né si può imporre, ma viene dall’esperienza personale.

Edgar Morin: la fraternità come urgente in quest’ora di ideologie sovraniste. La fraternità è un valore intrinseco di una convivenza. Non c’è fraternità del singolo. La relazione è la nostra prima vocazione. C’è voglia di comunità. Papa Francesco: è tempo di rilanciare una nuova visone di un umanissimo fraterno e solidale. La fraternità è la promessa mancata della modernità. La forza della fraternità è la nuova frontiera del cristianesimo, che riguarda tutta l’umanità. Il dialogo e il confronto con tutti è necessario. Dialogo con l’islam è fondamentale. Papa Francesco si è definito pellegrino di fraternità. Tutti sono fratelli: è il compito di ogni cittadino, non solo di ogni cristiano. Di fronte alle paure, alla globalizzazione dell’indifferenza di molti, dobbiamo ripensare la fraternità come solidarietà tra membri di una convivenza che deve ricostruire il bene comune.

Che hai fatto di tuo fratello? La fraternità deve diventare produttrice di diritti. Quelli che sono nel bisogno possiedono dei diritti. Significato simbolico: fratello e sorella indicano una realtà biologica e naturale. Dobbiamo meditare bene sul significato della parola fraternità. Sul piano lessicale il greco adelphos significa: dallo stesso utero. In tutte le tradizioni antiche la fraternità è diventata simbolica, conosce un’estensione, indicando un’appartenenza. Si è fratelli e sorelle perché ci si riconosce in una paternità. Con il sorgere del monoteismo si è diffusa la convinzione che tutti gli uomini sono fratelli e tutti hanno una dignità, una chiamata. C’è un’unità del genere umano che dev’essere riconosciuta come fraternità. Tutti tratti dalla terra, che è madre. Dal terrestre discendono tutti i figli di Adamo. Catena di generazioni in cui gli umani sono a somiglianza di Dio.

Dall’incontro del maschio e della femmina nascono i figli. La relazione dei figli è la fraternità. Il primo comandamento è: non negare la fraternità, che non scegliamo. Un fratello sarà sempre quello che è prima. La fraternità la troviamo quando veniamo al mondo. Caino è uno dei figli. Caino nutre un sentimento di paura nei confronti di chi è nato dopo. C’è diversità che si frappone tra i due fratelli, una diversità insopportabile, faticosa. E così Caino comincia sentire Abele come un ostacolo. Caino lascia che l’animale prevalga in lui, in una radicale incapacità di confrontarsi con il fratello e lo assale uccidendolo. Se il primo comandamento è la fraternità, il primo delitto è la scomparsa della fraternità. La voce della coscienza: dov’è tuo fratello? Che rapporto tu hai con l’altro? TI senti responsabile di tuo fratello? Caino risponde manifestando la sua indifferenza nei confronti della sua responsabilità. Ciò che definiva Caino era quella di essere fratello di. Solo chi sa essere fratello riesce a trovare la propria identità. Solo nel legame con gli altri troviamo noi stessi. La fraternità non la scegliamo, ma è tuta da costruire da vivere.

La frequenza del termine fratello registra un incremento straordinario nel NT a tal punto che i discepoli di Gesù vogliono chiamarsi fratelli e la comunità, fraternità. “Voi siete tutti fratelli”. La fraternità fonda l’uguaglianza (Gal 3,18). Gesù indica che gli ultimi sono i nostri fratelli. Mt 25,32: il Figlio dell’uomo s’identifica con gli ultimi: sono i miei fratelli. Tutti gli esseri umani agli occhi di Gesù diventano i più piccoli tra i fratelli quando sono nel bisogno.
Il Samaritano era un impuro, scismatico, peccatore, ma proprio lui ha saputo fare carità ad uno che era nel bisogno. La priorità della fraternità è data dall’urgenza del bisogno. Tutti gli uomini sono fratelli, ma faccio fratello colui al quale mi avvicino. L’insegnamento di Gesù è chiaro su questo.
Come vivere oggi la fraternità? Nasce come legame dato all’origine. Gli amici passano. L’amore svanisce. La fraternità no, va affermata e riconosciuta, perché si è fratelli per sempre. Essere fratelli è un dono e un compito. Il fratello mi conduce all’accettazione del limite. Vivere la fraternità è la prima vocazione umana.

Accettazione incondizionata dell’altro: è la prima esigenza per vivere la fraternità. L’altro è un fratello, è un uomo come me. Responsabilità: l’altro è domanda, responsabilità che impedisce le omissioni. Solidarietà, la cura e custodia reciproca.


lunedì 3 giugno 2019

LASCIAR SUONARE UNA FARFALLA




Mercoledì 5 giugno alle 19 presso La Ghirba di via Roma: Lasciar Suonare Una Farfalla. Storie di Andrea Papini, pianista jazz. Un'avventura swing tra Thelonius Monk e Pirandello, Maria Campagna e Lucio Dalla, la piccola N e il grande Sam, e tantissimi altri... persino qualcuno di noi. Un libro di Serena Corsi.