domenica 18 gennaio 2015

MARIA LA DONNA DEL NO



Paolo Cugini

Capire Maria, il senso della sua presenza nella storia della salvezza, al di là delle fantasie religiose, delle devozioni devianti, che la collocano su di un piedistallo idolatrico, è forse una delle grandi sfide della Chiesa oggi. E allora chi è Maria? Ci viene spesso presentata dalla spiritualità popolare come la donna del si, come colei che i è messa umilmente a servizio della volontà del Signore, che si è piegata al suo volere. Maria, in questo modo, diviene immediatamente il prototipo della perfetta donna di casa, tutta dedita alla famiglia, devota al marito, instancabile lavoratrice, attenta all’educazione dei figli. Forse, però, per fare questo, per avere un simile modello culturale, tipicamente Occidentale, marcato da un maschilismo e un paternalismo di fondo, non era necessario scomodare la Madre di Dio. Certamente Maria pronuncia un sì importante a Dio, dando la disponibilità al suo progetto, che lei accetta e assume liberamente. Allora è a questa libertà che bisogna guardare, e cioè a che cosa c’è dietro alla scelta libera d Maria di seguire il Signore. Probabilmente troviamo una serie impressionante di no la cui espressione diviene comprensibile a partire dal testo del Magnificat, che la Tradizione gli pone in bocca nel momento dell’incontro con la cugina Elisabetta. Nel testo del Magnificat, infatti, incontriamo una serie impressionante di affermazioni che testimoniano un no chiaro di Maia alla proposta arrogante e violenta del mondo, all’ingiustizia provocata da un modo disuguale di considerare i beni terreni. Nel Magnificat, più che una donna sottomessa, appare una donna forte, che prende posizione, che dice quello che pensa, che non ha paura di schierarsi contro i potenti della terra. 

Questi no di Maria alla proposta del mondo sgorgano da un cuore innamorato del Signore, che conosce la sua storia d’amore per l’uomo e la donna, che non dimentica, che non si lascia illudere dalle lusinghe del mondo. Per questo motivo Maria è anche la donna della memoria, che fonda la storia presente, il momento presente a partire dalla storia passata, da quello che Dio ha fatto per il suo popolo, di come è intervenuto nella storia sempre a favore dei poveri e degli affamati. E’ il no di Maria alla logica della forza e della prepotenza che nel corso dei secoli ha diviso i popoli, ha saturato il piano di Dio, creando un piccolo gruppo elitario che domina sulla moltitudine di poveri. Maria nel Magnificat dice no a questa logica di sopraffazione per affermare il suo sì al disegno del Padre, il suo sì alla logica della giustizia e della fratellanza tra i popoli. Per giungere a pensare simili cose, per giungere ad una simile profondità di vedute, per cogliere tato a fondo il senso della storia così come la pensa Dio, è necessario essere persone attive, che non si accomodano agli schemi del mondo che, quindi contestano l’ordine stabilito.

 Diviene allora necessario ripartire da qui, da queste considerazioni per ripensare la spiritualità mariana che è tutto fuorché un invito alla passività. Ripartire da queste considerazioni anche per ripensare la spiritualità in generale, capire che la vita in Cristo non è un’uscita dal mondo, dai problemi del mondo, ma al contrario una piena immersione in esso. La vocazione dei cristiani, come si vede bene in Maria e come ci ricorda san Paolo nelle sue lettere, ha come obiettivo quello di trasformare il mondo dal di dentro, lasciando prima di tutto che lo Spirito trasformi la propria vita. Vita spirituale, così come Maria la prima discepola del Signore c’insegna, è tutto fuorché un disinteressarsi dal mondo, un estraniarsi dalle problematiche del mondo, una chiusura in sé stessi alla ricerca di una perfezione disincarnata. Al contrario Maria, la prima discepola del Signore, c’insegna il cammino dell’incarnazione, quel cammino che parte dal rapporto profondo con il Signore per cogliere e vivere il modo di Dio di vedere la storia.

Nessun commento:

Posta un commento