Paolo Cugini
Natuza
Nery, giornalista brasiliana incontra lo scrittore Reinaldo José Lopez, autore
del libro:1499. O Brasil antes
de Cabral. Herper
Collins, 2017; l’archeologo Edoardo Goes Neves, per cogliere la situazione dei
popoli amazzonici prima dell’arrivo degli europei; infine il biologo Luis Aragão,
capo della divisione dell’osservatorio di ricerche spaziali del Brasile.
L’Amazzonia
nasconde tesori. Ci sono società precolombiane. Società che avevano gerarchie definite.
Hanno incontrato città, architetture in una ricerca degli ultimi tempi. Queste scoperte
mostrano come i popoli amazzonici che hanno abitato il territorio per
moltissimi secoli, abbiano prodotto una cultura che raccoglieva il modo di
abitare l’ambiente, rispettandone i ritmi, i tempi, le forme.
Edoardo
Goes Neves, archeologo incontrato da Natuza Nery spiega che si comprende che c’era
moltissima gente. Si coglie oggi molto bene l’interazione dei popoli amazzonici
con l’ambiente. Si coglie che c’erano persone da tante parti.
Si
trovano città di 2500 anni fa. Si trovano abitazioni antichissime e c’era un’interconnesione
molto grande con strade, produzione agricola. Si capisce che c’era già un
livello di tecnologia significativa. L’Amazzonia è stata molto occupata. C’era
una popolazione densissima, si parla di 8 milioni di abitanti.
Com’erano
fatte queste strutture che si trovano sotto la foresta? Nella foresta no ci
sono pietra da costruire strutture grandi. Le popolazioni scavavano trincee
profonde con obiettivi di difesa, religiose e per raccogliere alimenti. Queste
strutture sono sparite e, in certo senso, la foresta ha aiutato a proteggerle. Questo
lavoro di recupero è stato possibile attraverso i nuovi strumenti che la
tecnologia offre. Si riesce a cogliere se in un terreno ci sono elementi di
strutture umane. Gran parte delle strutture ritrovate si facevano culti
religiosi. Nelle strutture trovate in cui sono state incontrate ceramiche,
erano spazi per l’agricoltura e la cucina.
L’uso
del carbonio 14 è utilizzato per datare gli elementi incontrati. Si cerca di
capire anche che tipo di vegetazione c’era in quel contesto. Ci sono migliaia
di strutture sotto la foresta amazzonica, forse circa diecimila aree con
strutture architettoniche. Queste popolazioni sono originarie, nomadi, che
utilizzavano la foresta per la propria sussistenza e praticavano l’agricoltura
per mantenersi.
Le strade erano costruite conforme ai punti cardinali. Le età di queste strutture datano di 1500 anni fa. In alcune zone si arriva sino a 2500 anni fa. Ciò significa che la foresta era utilizzata in modo sostenibile già in quest’epoca. Come era sostenibile? Nel 10% dell’Amazzonia in cui si trovano queste strutture, esiste una relazione forte tra queste strutture e biodiversità locale che hanno interesse antropico. La densità di specie addomesticabili come la castagna, Açai e altre sono state protette dai popoli indigeni. La popolazione arricchiva le zone in cui abitavano. Si trovano forme usate tanti secoli fa per migliorare la protezione dell’Amazzonia. Sono questi popoli che hanno vissuto per molti secoli che hanno protetto la foresta. C’è stato un rapporto sostenibile tra i popoli della foresta e la natura. Dovremmo apprendere da questi popoli come si fa a convivere con la natura.
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