giovedì 21 marzo 2024

La storia nascosta sotto la foresta Amazzonica

 





Paolo Cugini

 

 

Natuza Nery, giornalista brasiliana incontra lo scrittore Reinaldo José Lopez, autore del libro:1499. O Brasil antes de Cabral. Herper Collins, 2017; l’archeologo Edoardo Goes Neves, per cogliere la situazione dei popoli amazzonici prima dell’arrivo degli europei; infine il biologo Luis Aragão, capo della divisione dell’osservatorio di ricerche spaziali del Brasile.

L’Amazzonia nasconde tesori. Ci sono società precolombiane. Società che avevano gerarchie definite. Hanno incontrato città, architetture in una ricerca degli ultimi tempi. Queste scoperte mostrano come i popoli amazzonici che hanno abitato il territorio per moltissimi secoli, abbiano prodotto una cultura che raccoglieva il modo di abitare l’ambiente, rispettandone i ritmi, i tempi, le forme.

Edoardo Goes Neves, archeologo incontrato da Natuza Nery spiega che si comprende che c’era moltissima gente. Si coglie oggi molto bene l’interazione dei popoli amazzonici con l’ambiente. Si coglie che c’erano persone da tante parti.

Si trovano città di 2500 anni fa. Si trovano abitazioni antichissime e c’era un’interconnesione molto grande con strade, produzione agricola. Si capisce che c’era già un livello di tecnologia significativa. L’Amazzonia è stata molto occupata. C’era una popolazione densissima, si parla di 8 milioni di abitanti.

Com’erano fatte queste strutture che si trovano sotto la foresta? Nella foresta no ci sono pietra da costruire strutture grandi. Le popolazioni scavavano trincee profonde con obiettivi di difesa, religiose e per raccogliere alimenti. Queste strutture sono sparite e, in certo senso, la foresta ha aiutato a proteggerle. Questo lavoro di recupero è stato possibile attraverso i nuovi strumenti che la tecnologia offre. Si riesce a cogliere se in un terreno ci sono elementi di strutture umane. Gran parte delle strutture ritrovate si facevano culti religiosi. Nelle strutture trovate in cui sono state incontrate ceramiche, erano spazi per l’agricoltura e la cucina.

L’uso del carbonio 14 è utilizzato per datare gli elementi incontrati. Si cerca di capire anche che tipo di vegetazione c’era in quel contesto. Ci sono migliaia di strutture sotto la foresta amazzonica, forse circa diecimila aree con strutture architettoniche. Queste popolazioni sono originarie, nomadi, che utilizzavano la foresta per la propria sussistenza e praticavano l’agricoltura per mantenersi.

Le strade erano costruite conforme ai punti cardinali. Le età di queste strutture datano di 1500 anni fa. In alcune zone si arriva sino a 2500 anni fa. Ciò significa che la foresta era utilizzata in modo sostenibile già in quest’epoca. Come era sostenibile? Nel 10% dell’Amazzonia in cui si trovano queste strutture, esiste una relazione forte tra queste strutture e biodiversità locale che hanno interesse antropico. La densità di specie addomesticabili come la castagna, Açai e altre sono state protette dai popoli indigeni. La popolazione arricchiva le zone in cui abitavano. Si trovano forme usate tanti secoli fa per migliorare la protezione dell’Amazzonia. Sono questi popoli che hanno vissuto per molti secoli che hanno protetto la foresta. C’è stato un rapporto sostenibile tra i popoli della foresta e la natura. Dovremmo apprendere da questi popoli come si fa a convivere con la natura.

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