Paolo Cugini
Nel
percorso intrapreso per comprendere il significato filosofico della
dignità umana, uno posto di riguardo va dato al termine persona. L’origine
etimologico di questo concetto non trova d’accordo gli studiosi, in ogni modo
sembra fuori discussione che faccia riferimento all’utilizzo della maschera nel
teatro greco, che serviva a dare all'attore le sembianze del personaggio che
interpretava. Nel mondo latino con Seneca soprattutto, il termine persona si
allargherà assumendo il carattere di ruolo, mentre Cicerone lo utilizzerà per
indicare la carica ed il ruolo sociale che un individuo riveste. Questo aspetto
di persona come articolazione di un’identità, viene ad essere assunto nel mondo
cristiano per rispondere a due grandi problematiche di tipo teologico: la
Trinità e la natura umano-divina di Cristo. Il problema della Trinità è stato
oggetto di molti concili e dibattiti teologici con la costante preoccupazione
di non accentuare troppo la distinzione tra le persone ma, d’altra parte, di
conoscere le caratteristiche proprie di ciascuna delle tre. Il concetto di
persona, da Agostino in poi, nel dibattito trinitario, aiuta a comprendere
meglio l’unità nella diversità e la relazione tra le persone che rimangono
unite pur mantenendo ognuna una propria identità. Lo stesso discorso vale sul
tema delle due nature di Gesù in un’unica persona. Del resto, come dall’uno si
possa dare il molteplice e come spiegare la diversità dei fenomeni in
corrispondenza del principio unico della realtà, è un tema centrale del
pensiero filosofico occidentale, che segna tutti i grandi sistemi filosofici
dell’antichità dal platonismo al neoplatonismo di Plotino, passando anche per i
grandi sistemi dell’epoca ellenistica. L’identità di Gesù Cristo viene definita
come una persona e due nature, in cui la natura divina viene manifestata nelle
scelte, nei gesti e nelle parole di Gesù. Sarà Massimo il Confessore nel VII
secolo d. C. ad affermare che: “Cristo opera umanamente ciò che è divino e
divinamente ciò che è umano”.
Un
contributo significativo nel cammino filosofico alla ricerca di ciò che rende
specifico l’uomo rispetto agli altri esseri viventi è quello di Tommaso
d’Acquino, il quale cerca di dar significato al termine persona in relazione
all’uomo. Mentre uomo starebbe ad indicare la specie, con una dimensione
più di tipo universale, il termine persona viene ad indicare l’individuo
concreto. Per Tommaso il termine persona chiarisce il dato essenziale e
caratteristico di questi enti particolari (gli uomini) e cioè quello di
intrattenere un diverso rapporto con se stessi. Persona è quell’ente che
ha una diversa capacità da tutti gli altri enti naturali di relazionarsi con se
stesso: l’uomo ha una capacità riflessiva, ha una coscienza di sé e sa quel che
fa. L’uomo è essere pensante con la libertà di rapportarsi consapevolmente con
gli altri e, in una certa misura, creativamente, nei confronti della propria
natura. L’uomo crea cultura, arte, civiltà e questa è una caratteristica
specifica rispetto agli altri enti. Il termine persona sta ad indicare
l’individuo, ma quell’individuo la cui capacità di apertura agli altri e il cui
rapporto di relazione a sé lo rende un unicum nel mondo e tra tutti gli
elementi della natura.
Nel
cammino della filosofia contemporanea si deve ad Emmanuel Mounier fondatore
della rivista Esprit e della corrente filosofica denominata
Personalismo, il recupero nel dibattito culturale del termine persona, mediato
anche dalla riflessione di Tommaso d’Acquino, grazie anche all’influenza
esercitata su Mounier dal filosofo tomista suo contemporaneo Jacques Maritain. Secondo
Mounier, la persona è segno di differenza all’interno dell’uomo (come
concetto). Essa è quella parte del soggetto che lo distingue da tutti gli altri
enti contingenti. La persona, essendo soggettività ed oggettività, sfugge alla
completa percezione. Per questo carattere indefinibile ed impercepibile nella
totalità, Mounier afferma che "la persona non è un oggetto". In
contrapposizione con le correnti filosofiche che esaltano un aspetto
dell'universo personale a scapito dell'altro, Mounier afferma, in sintonia con
la prospettiva tomista che: "l'uomo è un corpo allo stesso titolo che è
spirito, tutto intero corpo e tutto intero spirito". La caratteristica
della persona consiste nella sua capacità non solo di essere in relazione con
il mondo circostante – natura e società -, ma anche di tornare in se stessa, di
riflettere. “la vita personale – scrive Mounier- comincia con la capacità di
rompere i contatti con l’ambiente, di riprendersi, di ripossedersi per
riportarsi ad un centro e raggiungere la propria unità”. Nel percorso
riflessivo la persona ha la possibilità di scoprire la dimensione trascendete,
la possibilità di comprendere di fare parte di un progetto maggiore di quello
pensato. Per questo motivo Mounier afferma che: “il nostro spirito, sebbene
finito ed in grado di conoscere e di concepire solo in modo finito, già da
sempre mira all’illimitatezza dell’essere in generale, significa che
l’orizzonte dell’essere gli è per principio aperto”.