lunedì 14 ottobre 2024

COME DIRE IL MISTERO

 




 

Paolo Cugini

 

I problemi nascono quando si pensa di aver individuato il metodo per dire il Mistero e trasmetterlo in modo uniforme. Questo tentativo metodologico non è opera di coloro che ne hanno avuto esperienza, ma di coloro che desiderano sistemare e ordinare la realtà in tutte le sue manifestazioni.  Questo aspetto di un modo di dire univoco del Mistero in una griglia concettuale rigida e uniforme è avvenuto in modo particolare in Occidente ed ha riguardato la religione cristiana nella sua versione Cattolica. Secondo Ratzinger l’incontro del cristianesimo con il pensiero greco è stato provvidenziale e cioè non è stato semplicemente frutto del caso. Attraverso le categorie della filosofia greca, il cristianesimo ha pensato di spiegare ciò che con i semplici strumenti offerti dalla Bibbia non sarebbe mai riuscito a realizzare.

Il problema è che il Mistero non può essere detto in un modo e con un solo metodo. Proprio perché ci si trova dinanzi ad una realtà che è molto più complessa dei dati che incontriamo nella realtà e che riusciamo a spiegare con gli strumenti offerti dalla logica e dal discorso razionale, occorre lasciare aperto il campo ad altri modi di narrare il Mistero. Il cristianesimo ha veicolato un modo unico di dire il Mistero, autorizzando una unica proposta di pensiero, la filosofia classica, a fornire gli strumenti ermeneutici in gradi di spiegare gli aspetti rivelati del Mistero nella specifica esperienza cristiana. Per chi guarda dal di fuori e in modo distaccato il fenomeno, ci si rende conto di un’identificazione tra il Mistero e il modo di esprimerlo. Identificando il Mistero con l’essere dei filosofi, lo si è per così dire, incatenato, imprigionato, con l’aggravante che, chi ha imprigionato il Mistero identificandolo con l’essere, si sente l’unico garante della sua interpretazione.

C’è, dunque, una narrazione e una descrizione del Mistero, che non permette alternative. La dottrina prodotta per spiegare nei dettagli la natura del Mistero, facendo uso degli strumenti offerti dalla filosofia classica, è così univoca e rigida da non permettere la minima divergenza. La dottrina, per il fatto di avere la presunzione di dire il Mistero in modo certo, delegittima allo stesso tempo qualsiasi altro tipo di ricerca.

 

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