Paolo Cugini
I
problemi nascono quando si pensa di aver individuato il metodo per dire il
Mistero e trasmetterlo in modo uniforme. Questo tentativo metodologico non è
opera di coloro che ne hanno avuto esperienza, ma di coloro che desiderano
sistemare e ordinare la realtà in tutte le sue manifestazioni. Questo aspetto di un modo di dire univoco del
Mistero in una griglia concettuale rigida e uniforme è avvenuto in modo
particolare in Occidente ed ha riguardato la religione cristiana nella sua
versione Cattolica. Secondo Ratzinger l’incontro del cristianesimo con il
pensiero greco è stato provvidenziale e cioè non è stato semplicemente frutto
del caso. Attraverso le categorie della filosofia greca, il cristianesimo ha
pensato di spiegare ciò che con i semplici strumenti offerti dalla Bibbia non
sarebbe mai riuscito a realizzare.
Il
problema è che il Mistero non può essere detto in un modo e con un solo metodo.
Proprio perché ci si trova dinanzi ad una realtà che è molto più complessa dei
dati che incontriamo nella realtà e che riusciamo a spiegare con gli strumenti
offerti dalla logica e dal discorso razionale, occorre lasciare aperto il campo
ad altri modi di narrare il Mistero. Il cristianesimo ha veicolato un modo unico
di dire il Mistero, autorizzando una unica proposta di pensiero, la filosofia
classica, a fornire gli strumenti ermeneutici in gradi di spiegare gli aspetti
rivelati del Mistero nella specifica esperienza cristiana. Per chi guarda dal
di fuori e in modo distaccato il fenomeno, ci si rende conto di un’identificazione
tra il Mistero e il modo di esprimerlo. Identificando il Mistero con l’essere
dei filosofi, lo si è per così dire, incatenato, imprigionato, con l’aggravante
che, chi ha imprigionato il Mistero identificandolo con l’essere, si sente l’unico
garante della sua interpretazione.
C’è,
dunque, una narrazione e una descrizione del Mistero, che non permette
alternative. La dottrina prodotta per spiegare nei dettagli la natura del
Mistero, facendo uso degli strumenti offerti dalla filosofia classica, è così
univoca e rigida da non permettere la minima divergenza. La dottrina, per il
fatto di avere la presunzione di dire il Mistero in modo certo, delegittima
allo stesso tempo qualsiasi altro tipo di ricerca.
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