sabato 2 settembre 2017

VEGLIA DI PREGHIERA PER LA CUSTODIA DEL CREATO




RIVALTA 1 SETTEMBRE 2017
Paolo Cugini

La veglia di preghiera in occasione della 12 Giornata di preghiera per la custodia del creato è stata realizzata venerdì sera nella chiesa di Rivalta e ha visto una grande partecipazione di persone. Ha presieduto il momento di preghiera don Luca Grassi, che da alcuni anni è missionario FIdei Donum nella missione diocesana di Ruy Barbosa in Brasile. Molto incisive sono state le parole di don Luca. Prendendo spunto dalle parole dell’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sii, in cui parla d’interdipendenza tra i vari settori della vita e del creato, don Luca ha ribadito che: “Siamo un sistema interconnesso. Tutto è collegato, dice papa Francesco. Prendersi cura dell’ambiente significa prendersi cura dei problemi della società. Siamo in un sistema interconnesso. “Non possiamo affrontare il problema del degrado dell’ambiente senza occuparci del degrado umano”. Questa è la grande sfida di oggi”.
Come esempio concreto di questa interdipendenza e di come sia impossibile salvaguardare il creato senza interessarsi dei temi legati alla politica e alla giustizia, don Luca ha citato la situazione della città di Pintadas in cui sta svolgendo il ministero. “In Pintadas c’è una siccità impressionante. L’uomo ha disboscato e questo ha provocato un mutamento drammatico del clima. Stiamo andando verso una desertificazione. Nell’ultimo anno non è mai piovuto. Da sei anni i contadini non riescono a raccogliere nulla. L’uomo si trova sempre in contatto con questa sfida. Il processo di disboscamento ha provocato il processo di desertificazione. Se puoi togliere una foresta in pochi decenni, ce ne vogliono migliaia per rifarla”. Nella città di Pintadas, situata nello Stato della Bahia a circa 250 Km dalla capitale Salvador, sono dunque visibili i segni del passaggio della mano dell’uomo, una mano che spesso non tiene conto del male che può produrre. I grandi latifondisti terrieri per produrre campi di erba per il proprio bestiame, hanno distrutto l’ecosistema e oggi il processo di desertificazione è ben visibile. Don Luca ci ha ricordato lo sforzo che la Chiesa cattolica sta facendo per aiutare la gente a resistere in questa situazione climatica. Infatti, da diversi anni la Caritas in collaborazione con lo Stato e con alcune associazioni ha messo in atto il progetto della “Cisterna per tutti”, aiutando le persone a raccogliere la poca acqua piovana in cisterne, mentre insegna a scavare grandi buche nel terreno per raccogliere l’acqua per il fabbisogno del bestiame.
“La Chiesa brasiliana – ha continuato don Luca – ha dedicato la quaresima di quest’anno per aiutare i fedeli a riflettere sulla diversità del bioma presente nel suolo brasiliano”. È la così detta Campagna della Fraternità, che ogni anno propone alle comunità cattoliche di tutto il Brasile la riflessione su un tema sociale durante il periodo della quaresima. La conversione che la liturgia propone, deve passare attraverso un cambiamento degli stili di vita. Conversione che non può essere più pensata solamente come sforzo personale, ma deve riguardare tutta la comunità. In questa prospettiva don Luca, prendendo spunto dal Vangelo delle beatitudini letto durante la Veglia, ha ricordato che: “Un vero sviluppo può partire solo se guardiamo il mondo dagli occhi dei più poveri. Le beatitudini ci chiamano a vivere una spiritualità comunitaria. Sono il modo di vivere della comunità cristiana. È una comunità intera che deve vivere in modo povero. È la comunità che testimonia la presenza del Regno di Dio. Come testimonianza del Signore della storia, la comunità cristiana è chiamata a vivere in povertà, a lottare per la giustizia. La conversione della sobrietà, una felice sobrietà, come dice papa Francesco”. Parole forti e chiare quelle di don Luca che senza dubbio hanno lasciato nei tanti partecipanti motivi di riflessione per verificare il proprio stile di vita e aiutare gli altri nella direzione della salvaguardia del creato.

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