RIVALTA 1 SETTEMBRE 2017
Paolo Cugini
La veglia di preghiera in occasione
della 12 Giornata di preghiera per la custodia del creato è stata realizzata
venerdì sera nella chiesa di Rivalta e ha visto una grande partecipazione di
persone. Ha presieduto il momento di preghiera don Luca Grassi, che da alcuni
anni è missionario FIdei Donum nella missione diocesana di Ruy Barbosa in
Brasile. Molto incisive sono state le parole di don Luca. Prendendo spunto
dalle parole dell’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sii, in cui parla
d’interdipendenza tra i vari settori della vita e del creato, don Luca ha
ribadito che: “Siamo un sistema
interconnesso. Tutto è collegato, dice papa Francesco. Prendersi cura
dell’ambiente significa prendersi cura dei problemi della società. Siamo in un
sistema interconnesso. “Non possiamo affrontare il problema del degrado
dell’ambiente senza occuparci del degrado umano”. Questa è la grande sfida di
oggi”.
Come esempio concreto di questa
interdipendenza e di come sia impossibile salvaguardare il creato senza
interessarsi dei temi legati alla politica e alla giustizia, don Luca ha citato
la situazione della città di Pintadas in cui sta svolgendo il ministero. “In Pintadas c’è una siccità impressionante.
L’uomo ha disboscato e questo ha provocato un mutamento drammatico del clima.
Stiamo andando verso una desertificazione. Nell’ultimo anno non è mai piovuto.
Da sei anni i contadini non riescono a raccogliere nulla. L’uomo si trova
sempre in contatto con questa sfida. Il processo di disboscamento ha provocato
il processo di desertificazione. Se puoi togliere una foresta in pochi decenni,
ce ne vogliono migliaia per rifarla”. Nella città di Pintadas, situata
nello Stato della Bahia a circa 250 Km dalla capitale Salvador, sono dunque
visibili i segni del passaggio della mano dell’uomo, una mano che spesso non
tiene conto del male che può produrre. I grandi latifondisti terrieri per
produrre campi di erba per il proprio bestiame, hanno distrutto l’ecosistema e
oggi il processo di desertificazione è ben visibile. Don Luca ci ha ricordato
lo sforzo che la Chiesa cattolica sta facendo per aiutare la gente a resistere
in questa situazione climatica. Infatti, da diversi anni la Caritas in
collaborazione con lo Stato e con alcune associazioni ha messo in atto il
progetto della “Cisterna per tutti”,
aiutando le persone a raccogliere la poca acqua piovana in cisterne, mentre
insegna a scavare grandi buche nel terreno per raccogliere l’acqua per il
fabbisogno del bestiame.
“La Chiesa brasiliana – ha continuato don Luca – ha dedicato la quaresima
di quest’anno per aiutare i fedeli a riflettere sulla diversità del bioma
presente nel suolo brasiliano”. È la così detta Campagna della Fraternità, che ogni anno
propone alle comunità cattoliche di tutto il Brasile la riflessione su un tema
sociale durante il periodo della quaresima. La conversione che la liturgia
propone, deve passare attraverso un cambiamento degli stili di vita.
Conversione che non può essere più pensata solamente come sforzo personale, ma
deve riguardare tutta la comunità. In questa prospettiva don Luca, prendendo
spunto dal Vangelo delle beatitudini letto durante la Veglia, ha ricordato che:
“Un vero sviluppo può partire solo se
guardiamo il mondo dagli occhi dei più poveri. Le beatitudini ci chiamano a
vivere una spiritualità comunitaria. Sono il modo di vivere della comunità
cristiana. È una comunità intera che deve vivere in modo povero. È la comunità
che testimonia la presenza del Regno di Dio. Come testimonianza del Signore
della storia, la comunità cristiana è chiamata a vivere in povertà, a lottare
per la giustizia. La conversione della sobrietà, una felice sobrietà, come dice
papa Francesco”. Parole forti e chiare quelle di don Luca che senza dubbio
hanno lasciato nei tanti partecipanti motivi di riflessione per verificare il
proprio stile di vita e aiutare gli altri nella direzione della salvaguardia
del creato.
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