sabato 30 settembre 2017

SINODO DEGLI ORATORI-RELAZIONE INTRODUTTIVA




UNITA’ PASTORALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI
SINODO DEGLI ORATORI
SABATO 30 SETTEMBRE-DOMENICA 1 OTTOBRE 2017

Introduce i lavori: Monica Salsi (educatrice e pedagogista)

Sintesi: Paolo Cugini

“Oratorio è espressione educativa della comunità ecclesiale con la quale condivide il desiderio e l’urgenza della missione evangelizzatrice, che consiste nel realizzare l’annuncio e la trasmissione del Vangelo e insieme annunciare il Signore Gesù con parole e azioni, cioè farsi strumento della presenza e azione del mondo” (CEI).
Non ci sono definizioni di oratorio univoche anche perché ci sono esperienze diverse in giro per l’Italia con nomi diversi.
L’oratorio è un laboratorio, una sperimentazione: s’impara facendo. Al centro c’è l’uomo, lo sviluppo integrale della persona.
L’oratorio si dedica all’educazione. L’oratorio è una faccenda della comunità, quindi di tutti e non degli addetti ai lavori. C’è il bisogno di parlare di evangelizzazione. L’oratorio è testimonianza.
Prima qualità: la tensione educativa. Il centro e la finalità degli oratori è l’educazione delle nuove generazioni. Cammino è una metafora che dice di una fatica di vedere i frutti crescere nel tempo. Parlo di cammino quando vedo il trascorrere del tempo. Il cammino si fa nel tempo. Il cammino dice anche di una meta. Se non ho chiaro una meta vado per tentativi e posso perdermi. Questo cammino lo si fa insieme. Occorre sospendere il giudizio e guardare i giovani per quello che sono oggi. Occorre cercare il vero nei giovani e guardarli come sono.
Seconda qualità: stile missionario. Occorre cercare i giovani. Uscire, frequentare i luoghi e i tempi dove vivono i giovani. Per questo l’oratorio ha uno stile missionario. L’oratorio si fa là dove sono i giovani. Questo ci costringe a muoverci. Andare a cercare.
Terza qualità: formazione integrale della persona. Si parla di mente, emozione, corpo, spirito, relazionale e sociale.
Ciascuno cresce solo se sognato (Danilo Dolci). Educare è accompagnare lasciando aperte le strade del desiderio.
Oggi vediamo dei giovani con delle passioni tristi. Occorre educare il desiderio. Occorre suscitare un desiderio di senso. Non insegno a vivere dicendo che cosa i giovani devono fare.
Le nostre proposte educative devono avere vitalità, creatività.
Mi fai volare! Significa dammi qualcosa che mi faccia sentire pieno. Aiutare i ragazzi a volare, non a sballare.
Negli oratori ho incontrato i giovani che frequentano gli oratori. Mi hanno consegnato alcune frasi:
·         L’oratorio fa crescere e diventare partecipe.
·          Oratorio è responsabilità verso gli altri.
·         L’oratorio è la città.
·         L’oratorio è un luogo che protegge ed è protetto
·         L’oratorio è accogliente verso tutti e non fa differenze
·         Noi in oratorio stiamo bene
·         In oratorio anch’io posso ricambiare
·         Oratorio è un luogo giovane per i giovani
·         I bambini ci vedono come esempi
·         Vengo in oratorio perché ci sono i miei amici
·         L’oratorio è una casa, una famiglia
Desiderio di diventare le figure che vedo e incontro. Oratorio è a volte l’unica alternativa allo stare a casa. Per i ragazzi l’oratorio non è mai un luogo fisico, ma è relazione.
L’esperienza non è sempre formativa ed educativa. Occorrono alcune chiavi. Occorre saper interiorizzare le esperienze. Accorgersi dell’altro: avvien quando porto l’altro vicino al cuore. Accorgersi non è sentire, ma ascoltare.
Generare. Quando ricevo qualcosa di bello non riesco a tenerlo per me, lo devo mettere in gioco. Aiutare i ragazzi a sentirsi generatori, a poter fare qualcosa anche loro.



1 commento:

  1. Fr. Antonello Ferretti30 settembre 2017 alle ore 18:51

    Sabato scorso, al festival francescano a Bologna, Mons Zuppi parlando del futuro ha parlato dei giovani e ha ricordato agli educatori e agli adulti di non cadere nell'inganno generazionale: se hai 50 anni non comportati coi giovani o i ragazzi come se tu ne avessi 18, ma come uno che ne ha 50 ma che sa SOGNARE.... Mi par di cogliere che questo discorso del sognare e del desiderare, visto come apertura, futuro realizzabile e realizzato allo stesso tempo stia diventando sempre più importante e forse essenziale per essere capcai di relazioni e fede matura.

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