lunedì 23 febbraio 2015

SOSPINTO DALLO SPIRITO








Paolo Cugini

Si dice spesso che dell'adolescenza e della gioventù di Gesù non si sa nulla e che soprattutto i vangeli non riportano nulla. E' vero fino a metà. Senz'altro non c'è scritto nulla di esplicito, ma ci sono diversi indizi. Uno di questi lo si trova, ad esempio, proprio all'inizio del Vangelo di Marco dove si dice che Gesù fu sospinto dallo Spirito nel deserto.  Come fa un uomo ad essere sospinto dallo Spirito se prima non si è preparato a ciò, se prima non ha fatto tutta una serie di scelte che permettesse allo Spirito di sospingerlo, di guidarlo? Ci devono essere stati anni di ricerca di Dio, settimane intense di ricerca dello Spirito, seguite da giornate d'intensa preghiera. E poi, sempre per lo stesso motivo, ma dalla parte opposta, ci devono essere state nell'adolescenza di Gesù e ancor di più nella sua giovinezza tutta una serie di no a quella vita materiale, a quelle proposte materiali che non si conciliavano con lo Spirito che stava accogliendo dentro di sé.

Nel deserto. Lo Spirito sospinge Gesù nel deserto. Ma perché, potremmo obiettare noi, proprio nel deserto se vi è appena uscito, se ha appena trascorso tutta l'adolescenza e la giovinezza immerso nel silenzio? E allora perché appena mette piede nel mondo, appena inizia la sua così detta attività pubblica, subito dopo, il minuto successivo, l'istante seguente, lo Spirito lo sospinge da dove era appena uscito, vale a dire il deserto? Perché lo sappiamo  bene che chi ha Dio nel cuore non riesce a staccarsene e allora lo va a cercare là dove l'ha trovato, vale a dire nel silenzio. E' vero che Dio è dappertutto, ma è fuori discussione che lo si trova in modo speciale nel silenzio. E allora l'essere sospinto dallo Spirito nel deserto significa che lo Spirito ci conduce là dove c'è l'amore, la dove c'è il nuovo modo di rapportarsi con Dio che Gesù ha inaugurato, una relazione figliale, che è una relazione d'amore.

Gesù nel deserto non solo incontra l'amore del padre ma è tentato da satana. Certamente non è Dio che tenta il Figlio, come una certa tradizione ci ha insegnato. La tentazione fa parte della dinamica esistenziale di tutti coloro che hanno scelto il Signore, di tutti coloro che si sono decisi in modo definitivo per Lui. Certamente chi non sceglie nulla non è tentato da nulla. Gesù è un pezzo d'umanità come il nostro che però non è stato piegato da satana. Il senso della vita spirituale e dell'azione dello Spirito Santo in noi ha come obiettivo quello di farci divenire delle persone resistenti al male, che non si piegano, ma rimangono in piedi, come il Signore. Bella è l'immagine del libro dell'Apocalisse che descrive Gesù come l'Agnello sgozzato che sta in piedi di fianco al trono di Dio. E' sgozzato, segno della lotta cruenta con il mondo del male, ma in piedi. Il rimanere in piedi non è un semplice sforzo umano, una capacità umana, ma un dono dello Spirito.

E' bene ricordarci e ripeterci questo dato spirituale. La forza e la resistenza al male non sono qualità umane, ma doni dello Spirito. Chi conta sulle proprie forze è destinato a farsi spezzare. La vita spirituale, in questa prospettiva, non è una prova di forza ma, al contrario, un farsi docili, un fare spazio all'azione dello Spirito. Può sembrare la stessa cosa o un semplice gioco di parole, ma non lo è. E' l'esperienza che ce lo insegna. Nel cammino della vita cristiana apprendiamo a non cadere quando con umiltà ci siamo rialzati molte volte e abbiamo imparato ad affidarci al Signore. Non è santo chi non cade mai, ma chi si lascia rialzare dal Signore. Per questo Lui è venuto al mondo per indicarci il metodo, il cammino da compiere per diventare resistenti al male. Ciò significa che dobbiamo stare lontani dai puri, da coloro che pensano di non essere mai caduti per le loro virtù, che pensano che la santità sia un gioco di resistenza, che s'identifichi nel non fare, nel non toccare in altre parole, nel non vivere. Gesù ci chiama alla vita e questa passa nel fare spazio al suo Spirito, nel fidarci di lui, nel lasciarci leccare le ferite, senza volerle nascondere, rinchiudendoci in atteggiamenti ipocriti e meschini. Fuggiamo allora il giudizio sprezzante dei giusti di questo mondo, per gettarci tra le braccia della misericordia del Signore nella certezza che solo l'amore vince il male.

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