LA VOCE DEGLI OPPRESSI DEL NORDEST
BAIANO (BRASILE)
Paolo
Cugini
Sembra strano,
ma non lo è. Sembra strano pensare che il sacro, lo spazio sacro, i riti
religiosi possano essere l’ambiente privilegiato, o perlomeno uno dei preferiti
per esercitare il potere politico, ma tanto strano non è. In America latina Il
Vangelo è stato imposto con la spada. I neri strappati dalle loro capanne in
Africa dovevano convertirsi durante il tragitto in nave verso la nuova Terra. E
così, quando entravano a Salvador di Bahia, erano già tutti cristiani. Gilberto
Freyre, considerato uno dei maggiori antropologi del Brasile, nel suo famoso
libro: Casagrande e Senzala, racconta
come i neri dell’Angola dopo essere stati barbaramente strappati dalle loro
case, dalle loro culture, continuavano a subire violenze nelle case dei signori
portoghesi, chiaramente cattolici. Nella casa Grande c’era sempre la cappella
dove il prete celebrava saltuariamente la messa, alla quale assistevano i
signori, con la famiglia e gli schiavi. E così lentamente, si è formato una
sorta di connubio tra potere e religione che ha segnato profondamente il popolo
brasiliano e che ancora oggi è possibile cogliere in alcune regioni. Nella
prima parrocchia che mi è stata affidata in Brasile, vale a dire Miguel Calmon
- una città di trenta mila abitanti divisa in circa settanta comunità
ecclesiali di base (CEBs) - ho scoperto, dopo circa un anno d’intenso lavoro
pastorale, che negli organismi pastorali principali i coordinatori
appartenevano alla massoneria locale. Il sindaco di questa città mi disse un
giorno che, per riuscire ad attrarre le simpatie dei cattolici, prima delle
elezioni del 1996, gli era stato proposto dal suo gruppo politico – quasi
totalmente legato alla massoneria – di diventare il presidente della festa
della Patrona: l’Immacola Concezione. Le feste patronali nelle piccole città
della campagna arida e secca della Bahia attraggono migliaia di persone. Il
candidato a sindaco mi confidò che lui stesso rimase perplesso della proposta,
anche perché raramente entrava in chiesa. Chiaramente vinse poi le elezioni a
furor di popolo.
Il Nordest Brasiliano é caratterizzato da una
diffusa povertà dovuta sia dal clima semi-arido, una scarsa piovosità che rende
difficile il raccolto, sia e, soprattutto, per la classe politica estremamente
corrotta che non permette uno sviluppo sociale costante nel tempo, a causa dei
forti interessi personali di coloro che si succedono al potere. Non è un caso
se il 70% per cento dei sindaci eletti nel Nordest nel 2012 sono medici,
sfruttando al massimo il rapporto con i clienti, per la grande maggioranza
poveri. In molti casi, poi, l’ospedale principale della città è del medico
sindaco, che attende con grande cura i suoi elettori e con molta meno cura chi
ha votato contro. Medici che sono spesso e volentieri grandi latifondisti e che
entrano in politica per mantenere tutti i privilegi possibili e ostacolare le
leggi contro il disboscamento e altre leggi di protezione dell’ambiente. Nelle
città dell’interno della Bahia l’unica o quasi fonte di rendita è il Municipio.
È, infatti, nelle casse municipali che entrano i soldi di tutti i settori della
società, come salute, educazione, infrastruttura e altro. Ciò significa che il
sindaco delle città brasiliane detiene un potere enorme e il gruppo che
gestisce il potere politico ha accesso ad un bel gruzzolo di soldi. Per questo
motivo le elezioni Municipali, che avvengono ogni quattro anni, sono molto
disputate. In gioco c’è la sopravvivenza di molti e la ricchezza di pochi. Il
gruppo che va al potere garantisce a coloro che l’appoggiano, un lavoro per lo
meno per un membro della famiglia. Oltre a ciò, i più scalmanati e fanatici del
gruppo sono coloro che, una volta al potere, occuperanno i posti chiave nei
settori più importanti dell’amministrazione: educazione, assistenza sociale,
infrastrutture, salute, ecc. Questo semplice dato è uno degli indicatori che
spiega l’arretratezza culturale ed economica di questa regione. Se, infatti, i
posti chiave dell’amministrazione pubblica sono aggiudicati non su base di
concorsi, che valutano specifiche competenze, ma sul maggiore o minore servilismo,
allora la possibilità di progettare
qualcosa di positivo e a lunga scadenza muore sul nascere. È facile intuire che
i politici corrotti vengono sistematicamente eletti dalle fascie povere della
società. I poveri non si aspettano nulla dal potere politico: sono abituati a
subire e a prendere quello che viene, naturalmente ringraziando per il poco
ricevuto.
Come fare a scardinare
queste logiche di corruzione? Soprattutto, però: come aiutare i poveri a
prendere coscienza della loro miseria culturale e morale, per apprendere a
ribellarsi contro ogni forma di umiliazione e sopraffazione? Sono queste le
domande che ci hanno guidato per molto tempo alla ricerca di risposte
plausibili. Nei gruppi di lettura popolare della Bibbia, svolta sia con i
giovani che con gli adulti, abbiamo capito che in un simile contesto non è
possibile annunciare il Vangelo senza fare qualcosa per aiutare i poveri a liberarsi
dalla schiavitù dei politici corrotti. Siamo così entrati in contatto con il
Movimento Fede e Politica, sorto negli anni ’80 in Brasile e molto diffuso in
America Latina. La lettura dei testi dei fondatori del Movimento, tra questi
Leonardo Boff e Frei Betto, ci ha aiutato a capire l’importanza
dell’organizzazione, di uscire dal facile spontaneismo. I corsi di formazione
politica sono stati il primo importante risultato di questo lavoro di
coscientizzazione. L’obiettivo di questi corsi non era solamente quello di
aiutare le persone a riflettere sul significato della politica, ma anche
conoscere le leggi del Brasile in materia di corruzione ed organizzarsi per
farle rispettare. Modificare costumi radicati da decenni non è facile,
soprattutto in regioni come quelle del Nordest brasiliano caratterizzate
dall'assenza di vigilanza, di autorità giudiziaria che possa accompagnare dal
punto di vista giuridico l’andamento corretto di un’ elezione Municipale con il
rispetto delle leggi. Sono questi i motivi che ci hanno condotti a impostare
l’ultima parte del corso di formazione alla politica alla costituzione dei
comitati cittadini 9840 (è il nome della legge contro la corruzione politica),
per controllare l’acquisto dei voti e l’uso della macchina amministrativa. Per
poter rafforzare i comitati con persone non compromesse con partiti politici e
rendere così, piú trasparente il lavoro, abbiamo presentato la nostra proposta
ai giovani nelle scuole.
Riportare il
dibattito politico a livello della gente, soprattutto delle persone che stanno
soffrendo economicamente di più in questo periodo di crisi, è ciò che abbiamo
appreso da queste esperienze in terra brasiliana. I poveri, anche qui in
Italia, hanno bisogno di sentire la Chiesa vicino a loro, che cammina al loro
fianco. Uscire dai comodi cammini assistenzialisti per incamminarsi sul
percorso del buon Samaritano, richiede volontà di conoscere le leggi, di
formarsi, do formare e, spesso e volentieri, di lottare contro coloro che non
intendono mollare i loro privilegi.
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