mercoledì 25 febbraio 2015

IL POTERE E IL SACRO


LA VOCE DEGLI OPPRESSI DEL NORDEST BAIANO (BRASILE)
Paolo Cugini

Sembra strano, ma non lo è. Sembra strano pensare che il sacro, lo spazio sacro, i riti religiosi possano essere l’ambiente privilegiato, o perlomeno uno dei preferiti per esercitare il potere politico, ma tanto strano non è. In America latina Il Vangelo è stato imposto con la spada. I neri strappati dalle loro capanne in Africa dovevano convertirsi durante il tragitto in nave verso la nuova Terra. E così, quando entravano a Salvador di Bahia, erano già tutti cristiani. Gilberto Freyre, considerato uno dei maggiori antropologi del Brasile, nel suo famoso libro: Casagrande e Senzala, racconta come i neri dell’Angola dopo essere stati barbaramente strappati dalle loro case, dalle loro culture, continuavano a subire violenze nelle case dei signori portoghesi, chiaramente cattolici. Nella casa Grande c’era sempre la cappella dove il prete celebrava saltuariamente la messa, alla quale assistevano i signori, con la famiglia e gli schiavi. E così lentamente, si è formato una sorta di connubio tra potere e religione che ha segnato profondamente il popolo brasiliano e che ancora oggi è possibile cogliere in alcune regioni. Nella prima parrocchia che mi è stata affidata in Brasile, vale a dire Miguel Calmon - una città di trenta mila abitanti divisa in circa settanta comunità ecclesiali di base (CEBs) - ho scoperto, dopo circa un anno d’intenso lavoro pastorale, che negli organismi pastorali principali i coordinatori appartenevano alla massoneria locale. Il sindaco di questa città mi disse un giorno che, per riuscire ad attrarre le simpatie dei cattolici, prima delle elezioni del 1996, gli era stato proposto dal suo gruppo politico – quasi totalmente legato alla massoneria – di diventare il presidente della festa della Patrona: l’Immacola Concezione. Le feste patronali nelle piccole città della campagna arida e secca della Bahia attraggono migliaia di persone. Il candidato a sindaco mi confidò che lui stesso rimase perplesso della proposta, anche perché raramente entrava in chiesa. Chiaramente vinse poi le elezioni a furor di popolo.

 Il Nordest Brasiliano é caratterizzato da una diffusa povertà dovuta sia dal clima semi-arido, una scarsa piovosità che rende difficile il raccolto, sia e, soprattutto, per la classe politica estremamente corrotta che non permette uno sviluppo sociale costante nel tempo, a causa dei forti interessi personali di coloro che si succedono al potere. Non è un caso se il 70% per cento dei sindaci eletti nel Nordest nel 2012 sono medici, sfruttando al massimo il rapporto con i clienti, per la grande maggioranza poveri. In molti casi, poi, l’ospedale principale della città è del medico sindaco, che attende con grande cura i suoi elettori e con molta meno cura chi ha votato contro. Medici che sono spesso e volentieri grandi latifondisti e che entrano in politica per mantenere tutti i privilegi possibili e ostacolare le leggi contro il disboscamento e altre leggi di protezione dell’ambiente. Nelle città dell’interno della Bahia l’unica o quasi fonte di rendita è il Municipio. È, infatti, nelle casse municipali che entrano i soldi di tutti i settori della società, come salute, educazione, infrastruttura e altro. Ciò significa che il sindaco delle città brasiliane detiene un potere enorme e il gruppo che gestisce il potere politico ha accesso ad un bel gruzzolo di soldi. Per questo motivo le elezioni Municipali, che avvengono ogni quattro anni, sono molto disputate. In gioco c’è la sopravvivenza di molti e la ricchezza di pochi. Il gruppo che va al potere garantisce a coloro che l’appoggiano, un lavoro per lo meno per un membro della famiglia. Oltre a ciò, i più scalmanati e fanatici del gruppo sono coloro che, una volta al potere, occuperanno i posti chiave nei settori più importanti dell’amministrazione: educazione, assistenza sociale, infrastrutture, salute, ecc. Questo semplice dato è uno degli indicatori che spiega l’arretratezza culturale ed economica di questa regione. Se, infatti, i posti chiave dell’amministrazione pubblica sono aggiudicati non su base di concorsi, che valutano specifiche competenze, ma sul maggiore o minore servilismo, allora  la possibilità di progettare qualcosa di positivo e a lunga scadenza muore sul nascere. È facile intuire che i politici corrotti vengono sistematicamente eletti dalle fascie povere della società. I poveri non si aspettano nulla dal potere politico: sono abituati a subire e a prendere quello che viene, naturalmente ringraziando per il poco ricevuto.

Come fare a scardinare queste logiche di corruzione? Soprattutto, però: come aiutare i poveri a prendere coscienza della loro miseria culturale e morale, per apprendere a ribellarsi contro ogni forma di umiliazione e sopraffazione? Sono queste le domande che ci hanno guidato per molto tempo alla ricerca di risposte plausibili. Nei gruppi di lettura popolare della Bibbia, svolta sia con i giovani che con gli adulti, abbiamo capito che in un simile contesto non è possibile annunciare il Vangelo senza fare qualcosa per aiutare i poveri a liberarsi dalla schiavitù dei politici corrotti. Siamo così entrati in contatto con il Movimento Fede e Politica, sorto negli anni ’80 in Brasile e molto diffuso in America Latina. La lettura dei testi dei fondatori del Movimento, tra questi Leonardo Boff e Frei Betto, ci ha aiutato a capire l’importanza dell’organizzazione, di uscire dal facile spontaneismo. I corsi di formazione politica sono stati il primo importante risultato di questo lavoro di coscientizzazione. L’obiettivo di questi corsi non era solamente quello di aiutare le persone a riflettere sul significato della politica, ma anche conoscere le leggi del Brasile in materia di corruzione ed organizzarsi per farle rispettare. Modificare costumi radicati da decenni non è facile, soprattutto in regioni come quelle del Nordest brasiliano caratterizzate dall'assenza di vigilanza, di autorità giudiziaria che possa accompagnare dal punto di vista giuridico l’andamento corretto di un’ elezione Municipale con il rispetto delle leggi. Sono questi i motivi che ci hanno condotti a impostare l’ultima parte del corso di formazione alla politica alla costituzione dei comitati cittadini 9840 (è il nome della legge contro la corruzione politica), per controllare l’acquisto dei voti e l’uso della macchina amministrativa. Per poter rafforzare i comitati con persone non compromesse con partiti politici e rendere così, piú trasparente il lavoro, abbiamo presentato la nostra proposta ai giovani nelle scuole.

Riportare il dibattito politico a livello della gente, soprattutto delle persone che stanno soffrendo economicamente di più in questo periodo di crisi, è ciò che abbiamo appreso da queste esperienze in terra brasiliana. I poveri, anche qui in Italia, hanno bisogno di sentire la Chiesa vicino a loro, che cammina al loro fianco. Uscire dai comodi cammini assistenzialisti per incamminarsi sul percorso del buon Samaritano, richiede volontà di conoscere le leggi, di formarsi, do formare e, spesso e volentieri, di lottare contro coloro che non intendono mollare i loro privilegi. 

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