Il giorno in cui le donne lasciarono la Chiesa: per sempre
Paolo Cugini
E
venne il giorno. C’era un brusio nell’aria accompagnato da risate amiche. Un
fuggi fuggi silenzioso, ma allegro. Si erano messe d’accordo di nascosto, come
ai vecchi tempi della scuola. Ma ora erano già grandi e, proprio per questo,
decisero quel giorno di andarsene altrove. Avevano, infatti, deciso, di uscire
dalla chiesa per sempre: senza ritorno. Le ultime vicende le avevano convinte
definitivamente che non c’era posto per loro. Forse, proprio quei rifiuti
continui facevano parte di una voce del Mistero che orientava la storia, l’universo
ad andare da un’altra parte. L’universo è immenso e allora perché insistere a
permanere in un lugo che giorno dopo giorno si rivela ostile?
Era
questo il pensiero delle amiche che, piene di gioia, quel giorno decisero di
passare in tutte le strade del borgo per chiamare tutte le donne che
incontravano e dire loro la grande notizia: il Mistero ci chiama tutte ad
andare altrove. Secoli e secoli ricevendo solo rifiuti, incomprensioni,
intimazioni al silenzio. E poi non vi ricordate quando si divertivano a
bruciarci, a chiamarci streghe! E perché, poi, dovremmo rimanere in un posto
così, che non ci vuole, ci tratta male? Andiamocene tutte, gridavano, e
danzando e cantando allegramente passavano di porta in porta. “Andiamo ragazze!
Siamo libere! Non lasciamoci più intrappolare dai loro discorsi meschini”
Fu
così che da quel giorno le chiese rimasero senza più alcuna donna: se ne erano
andate tutte.
E
in quel giorno, fu scritto nei cieli e inciso nei sussurri del vento:
"Saranno tempi nuovi," proclamava il silenzio delle navate vuote,
"poiché le donne, figlie della terra e del coraggio, hanno ascoltato il
segreto battito del Mistero." Così, come onde che abbandonano la riva dopo
lunghi secoli di tempesta, esse si allontanarono dai luoghi che non le avevano
amate, conducendo con sé il lume antico della libertà. E le campane, che un
tempo chiamavano all’adunanza, restarono mute a contemplare la rivoluzione
serena delle anime in cammino.
Fu
la fine di un’epoca e l’alba di un’altra, dove la voce delle donne, finalmente
sciolta dai ceppi dell’invisibilità, si fece eco nei vicoli, nelle piazze,
sotto il cielo sterminato: "Non ci sarà più prigione che possa tenerci, né
parola che possa ammutolirci. Da oggi, la vita si scrive altrove." E
ancora oggi, chi ascolta con cuore aperto può udirle, danzare leggere al
confine tra il vecchio e il nuovo mondo, annunciando che dove la libertà
chiama, nessun cuore rimarrà in catene.
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