Non
vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche
notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli
africani stanno vivendo.
Scusatemi
se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei
più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e
giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova
sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del
resto. Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che
televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato
globale.
So
che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi
economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di
scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa. Mi appello a voi
giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio
mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
È
inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan
(il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile
che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
È
inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in
guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire
dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
È
inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre
trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
È
inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più
oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso
l’Europa.
È
inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere
dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
È
inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal
Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un
nuovo Califfato dell’Africa nera.
È
inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in
atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta
guerra contro Gheddafi.
È
inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto
in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
È
inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in
Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la
peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
È
inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a
fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
È
inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere
a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui
sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha
esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).
Non
conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché
così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita
per arrivare da noi. Questo crea la
paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
Questo
forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal
continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani
per bloccare i migranti.
Ma
i disperati della storia nessuno li fermerà. Questa non è una questione emergenziale, ma
strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il
2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i
nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li
abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a
beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E
così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum
dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando
anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo
rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi
diciamo dei nazisti?).
Per
questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i
vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una
lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza
della RAI e alle grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione
Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere
questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i
vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?
Non
possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto
i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto
silenzio sull’Africa.
*Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei
Comboniani, profondo conoscitore dell'Africa e direttore della rivista Mosaico
di Pace
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