(annotations)
Paolo Cugini
La teoria neoclassica
nasce intorno alla seconda metà dell’800, ha una metodologia di analisi
economica molto diversa dalla teoria keynesiana. È ossessionata dalla ricerca
dell’equilibrio.
Due teorie:
- Equilibrio generale (Walras): si pone l’obiettivo di individuare
la situazione di equilibrio di tutti i mercati contemporaneamente ma non riesce
a risolvere il problema matematicamente.
- Equilibrio parziale (Marshall): l’equilibrio economico generale
non si può calcolare, meglio concentrarsi su un mercato solo.
In genere oggi quando
gli economisti neoclassici (ortodossi) tendono a fare analisi sono analisi di
equilibrio economico parziale. Le basi teoriche della teoria neoclassica
soprattutto quella sviluppata originariamente nella seconda metà del ‘700 sono
importanti perché fanno capire le differenze rispetto alla teoria keynesiana.
La teoria neoclassica
viene spesso chiamata anche teoria della scelta da definizione di
Robbins che dice che cosa secondo lui l’economia dovrebbe studiare. Gli economisti
classici (prima dei neoclassici) parlavano di politica economica perché
ritenevano che il sistema economico si studiasse attraverso le classi sociali e
fosse condizionato dalla politica. È la teoria che si sviluppa con la
rivoluzione industriale. Col passaggio dalla political economy alla economics
(economia) si abbandonano le classi sociali e si tende ad avvicinare l’economia
alla scienza esatta, ossia alla fisica che ha la caratteristica di essere
spiegata con leggi universali. Questo, infatti, è l’obiettivo dei neoclassici. Precisazione
terminologica: in italiano usiamo il termine economia sia per indicare la
scienza economica sia per indicare la realtà.
In inglese: economics (indica
la scienza economica) economy (l’economia reale).
Cambiamento
terminologico e metodologico.
Teoria della
scelta: la
scienza economica studia il comportamento umano come una relazione tra risorse
limitate che hanno usi alternativi e bisogni illimitati = la scienza economica
ha come obiettivo di studiare il comportamento umano tra risorse limitate con
usi alternativi e bisogni illimitati. L’economia dovrebbe studiare il
comportamento umano (si cancella il concetto di classi sociali o anche
l’approccio keynesiano dei macro aggregati). In relazione al fatto che gli
esseri umani hanno bisogni illimitati e risorse limitate con usi alternativi.
Es. il consumatore
sceglie le merci da consumare in base al suo reddito che è una risorsa
limitata. Quindi la teoria economica ortodossa si pone il problema di trovare
il criterio che questa scelta sia una scelta soddisfacente, ossia sia la
migliore scelta possibile in assoluto. Questo è l’obiettivo della scienza
economica secondo i neoclassici.
Si cancella anche tutta
la struttura sociale, secondo questo approccio chiamato individualismo
metodologico, si parte dall’analisi del comportamento del singolo individuo
e si cerca di analizzare il criterio migliore possibile, se tutti seguono
questa scelta, si raggiungerà il sistema migliore. Si parte dal singolo
individuo e trovata la legge che spiega il comportamento migliore del singolo
si ipotizza che tutti gli individui si possano comportare così e si ricava una
legge per l’intero sistema.
Il presupposto è che
gli individui siano omogenei, siano uguali e siano tutti liberi di adottare
le proprie scelte; quindi senza rapporti di interdipendenza e subordinazione
tra un individuo e l’altro e senza conflitti tra i singoli individui. Non solo:
l’individualismo metodologico cancella anche tutti i condizionamenti del
comportamento sociale, quindi, parlando delle migrazioni, non si tiene conto
che gli spostamenti dei migranti avvengano in base a condizioni imposte ma solo
sulla base dell’assunto che in alcuni paesi i salari sono più alti rispetto ad
altri. Cancellando le classi sociali e gli aggregati delle altre teorie, si cancellano
i conflitti come ad es. il conflitto basato sull’assunto che gli interessi
delle diverse classi sociali siano tra loro contrapposti per cui il sistema
economico è un sistema disarmonico e conflittuale (es. contrapposizione tra
capitalisti e lavoratori hanno interessi contrapporti). C’era anche chi si era concentrato
sulla contrapposizione tra capitalisti e proprietari terrieri (Ricardo), perché
i proprietari che affittavano le terre ai capitalisti aveva interessi
contrapposti (i proprietari terrieri avevano l’interesse a che gli affitti dei
terreni fossero alti, gli imprenditori che affittavano i terreni per metterci
le proprie imprese avevano l’interesse opposto, ossia che i canoni fossero
bassi). Per i neoclassici non esistono classi sociali, ci sono solo singoli
individui, sono tutti uguali e tutti liberi di compiere qualsiasi scelta
economica. L’individualismo del mercato pone una uguaglianza tra individui ex
ante, ossia prima della scelta economica: tutti gli individui sono uguali ai
nastri di partenza e la distinzione avverrà dopo il compimento della scelta
economica, dopo questo momento gli individui si distinguono.
Teoria
dell’astinenza
(elaborata da Walras) che contraddistingue gli imprenditori (K) dai consumatori
/ lavoratoli (CL): tutti gli individui sono uguali, sono remunerati e coloro
che utilizzano il reddito e lo consumano tutto diventeranno i consumatori (CL) e
svolgeranno la funzione di consumo, coloro che invece non consumano tutto il
reddito e lo utilizzano per intraprendere una attività produttiva, sono gli
imprenditori (K). L’astinenza dall’utilizzare una parte del reddito introitato
consente di diventare imprenditori, gli altri rimangono consumatori. Gli
individui scelgono secondo degli assiomi di comportamento e questi assiomi di
comportamento sono assunti presi per veri senza essere dimostrati.
Primo assioma:
Razionalità illimitata:
nel momento della scelta tra le risorse limitate con usi alternativi per
soddisfare i bisogni, il cervello umano deve essere in grado di processare tutte
le informazioni, deve avere tutte le informazioni per la scelta, di processarle
e di fare la scelta migliore.
Es. il consumatore deve
decidere come spendere il proprio reddito, la teoria neoclassica dice che nel
momento in cui il singolo consumatore effettua questa scelta in base alla
razionalità illimitata, ossia conosce tutti i beni a disposizione sul mercato,
è in grado di fare una graduatoria tra tutti i beni e quando compie la scelta
del bene sceglie il bene che gli dà la soddisfazione massima. Per fare tutto
questo si ipotizza la razionalità illimitata: una capacità del cervello del
consumatore elevata. Questo assunto è stato criticato già da economisti
neoclassici, Herbert Simon che incrociando la scienza economica con studi psicanalitici
e neurologici mette in dubbio il concetto di razionalità illimitata sostenendo
che il cervello del singolo essere umano funziona con la razionalità limitata,
ossia è in grado di processare sono un numero limitato di informazioni.
Secondo assioma:
il comportamento
ottimizzante: ottimizzare vuol dire raggiungere il massimo di una certa
funzione. Il concetto di ottimizzante è come dire che: se il consumatore con la
razionalità illimitata (conoscendo tutti i beni e i relativi prezzi) fa la
lista dei beni secondo il grado della sua soddisfazione e, quindi, è anche in
grado di applicare ai beni il grado di soddisfazione. Il comportamento
ottimizzante vuol dire che una volta processate tutte queste informazioni, il
consumatore sceglie i beni al vertice della classifica ossia i beni che danno
al consumatore la massima soddisfazione. La razionalità illimitata precede il
comportamento ottimizzante, solo se sono in grado di processare le informazioni
sono in grado di acquistare i beni che danno la massima soddisfazione.
Comportamento
soddisfacente:
siccome l’individuo non ha la razionalità illimitata farà la scelta più
soddisfacente che non è necessariamente la migliore (ossia non sarà la scelta
ottimizzante).
Herbert Simon, prese il
Nobel per l’economia.
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