lunedì 15 maggio 2017

VISITA AI NOSTRI GIOVANI CHE STUDIANO E LAVORANO LONTANO




Paolo Cugini

Nei mesi di maggio-giugno ho deciso di visitare alcuni giovani che studiano e lavorano fuori città. Lo facevo anche in Brasile. Mi ricordo la prima volta che sono andato a trovare alcuni giovani della parrocchia di Miguel Calmon che erano andati a studiare nella capitale dello Stato della Bahia: Salvador. Anche da noi sono tanti i giovani che studiano e lavorano fuori Reggio. C’è chi studia nelle città vicine di Modena, Parma, Bologna. E c’è chi studia più lontano, come Milano, San Marino e altre città e per questo è costretto a cambiare residenza. Ci sono anche diversi giovani che studiano e lavorano all’estero come Siviglia e Londra. Due settimane fa, assieme all’amico Emanuele, siamo stati a Londra ed abbiamo incontrato Federico e Cecilia, già capi scout di Reggio 4. Federico lavora da alcuni mesi come ingegnere, mentre Cecilia sono ormai tre anni che lavora come ostetrica. Li abbiamo trovati in forma e motivati. Siamo stati ospiti a casa di Federico e con lui abbiamo iniziato le giornate con le lodi e terminato con i vespri.


Oggi è stata la volta di Milano. In questa città, secondo i miei calcoli, studiano sette giovani di quelli che conosciamo. Ne ho contattati personalmente cinque e, alla fine, sono riuscito ad incontrarne tre. Gli altri proverò più avanti. Ho incontrato Matteo, Morgana e Luca. Tre giovani ben conosciuti perché, fino allo scorso anno, sono stati educatori dei ragazzi del post Cresima a Regina Pacis. Matteo e Morgana stanno finalizzando un master, mentre Luca è al primo anno della Magistrale. Tutti e tre studiano alla Cattolica. È stato bello incontrarli e li ringrazio per avermi dedicato un po' del loro tempo così prezioso. Gli ho voluti incontrare anche per manifestare la riconoscenza di tutta la parrocchia per il bellissimo lavoro svolto come educatori dei ragazzi. Mentre parlavamo durante il pranzo, ho percepito quanto sia forte nel loro cuore il ricordo dei ragazzi incontrati negli anni di servizio in parrocchia. In fin dei conti, se la fede è trasmessa agli adolescenti delle nostre parrocchie, è anche grazie all’attenzione di questi giovani, spesso nell’età degli studi universitari, che con generosità si dedicano a loro. Lasciamo, allora, lo spazio a loro e ascoltiamo quello che hanno da dirci.





Com’è la vostra vita a Milano?

Matteo: parto la mattina e torno alla sera da scuola.
Morgana: io vado a scuola al pomeriggio e alla mattina sistemo la casa.
Luca: la vita è tra le lezioni, lo studio, le chiacchere con gli amici.

Sembra una vita da vecchi. È, invece, una vita intensa, ma bella. La nostra vita è dinamica. Siamo sempre in giro. Ho imparato più quest’anno che negli altri anni a Reggio. È stato così intenso e con ritmi talmente alti che è stato impressionante. Anche a livello personale sono cresciuta/o molto. Quando vai in una grande città ti provoca, ti apre la mente. Ti accorgi di come va il mondo.

Riuscite a coltivare il vostro cammino di fede?
A livello personale è difficile coltivare il proprio cammino di fede. Ad esempio, non siamo riusciti a prendere il rito delle ceneri perché qui a Milano c’è il rito Ambrosiano. In ogni modo, abbiamo trovato la nostra chiesa di fianco a casa. Facciamo fatica a coltivare il cammino spirituale perché i ritmi sono intensi e gli impegni sono tanti. Rischi di perderti nelle cose che hai da fare. E la mancanza di contatto con la comunità di origine influisce, perché portare avanti un cammino di fede da solo non è facile.

Da lontano di che cosa avete più nostalgia degli anni della parrocchia?
I campeggi, la comunità, i campeggini, i bellissimi Grest. Le esperienze che si fanno insieme con i ragazzi. Abbiamo faticato per formare un gruppo in parrocchia anche perché ognuno di noi tre veniva da cammini differenti. Poi, una volta formato, le cose hanno cominciato a funzionare. Quando torniamo a Reggio nel weekend usciamo con gli amici conosciuti in parrocchia. Anche i momenti di ferie li pensiamo ancora con gli amici educatori e con i ragazzi.

Com’è l’Università Cattolica?
L’università Cattolica è difficile percepirla come cattolica. Dal punto di vista dei compagni e dei prof non c’è nulla di cattolico. La qualità della proposta è molto buona. È una spesa molto grande ma per ora ci viene da dire che ne è valsa la pena.

Un messaggio che volete dare:
Morgana: è un’esperienza che auguro a chiunque. Non fasciatevi la testa prima che le cose succedano.

Luca: Non abbiate l’ansia del futuro. Le cose migliori sono quelle più inaspettate. È importante godersi gli anni della scuola e poi, quando ci sarà da prendere le decisioni, si farà.

Matteo: uscite dalla vostra confort zone e mettetevi in gioco. Dovevo andare a Bologna ma erano esauriti i posti. Ho provato a Milano pensando che sarebbe stato impossibile entrare e invece eccomi qua.


Un grazie di cuore, carissimi amici. A presto.

3 commenti:

  1. Interessante!
    Também eu, meu esposo, e muitos amigos vivemos essa realidade de deslocamento para estudar e se graduar na capital. Anos de lutas, sofrimentos e muito aprendizado, porém, tivemos a graça de morar próximo a paróquias que nos ajudaram a alimentar a fé e a comunhão com o Senhor Jesus!
    É um desafio, sem dúvida! Não se perder em meio as preocupações da vida, dos estudos, mas traçar a meta que tudo aqui passa e que vivemos para Jesus, somos suas criaturas e para Ele voltaremos!
    Abraço fraterno.

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