UNITA’ PASTORALE SANTA
MARIA DEGLI ANGELI-RE
WEEKEND DELL’EDUCAZIONE
Relatore: don Giordano Goccini
Sintesi: Paolo Cugini
L’oratorio è uno strumento. Quello
che conta nella vita è smettere di essere giovani. È la vita da giovani che
deve prendere la forma della vita da adulto. La giovinezza è un periodo che
passa.
La giovinezza ha senso se trovi una
forma di vita adulta. I giovani non voglio essere adulti come noi, come i loro genitori. I
giovani vedono la vita degli adulti come una vita ingabbiata. Stiamo vivendo un
livello culturale in cui l’asse della vita desiderabile è la giovinezza.
È come se fosse venuta a mancare la
forza di gravità. Il problema non è più quale tecnica usiamo. C’è una crisi
della vita adulta del nostro tempo. Non c’è niente che dica più ai giovani
oggi: dai, diventa adulto! Piuttosto diciamo: resta giovani fin che puoi. Non
sei più giovane, ma sei ancora giovanile.
Occorre saper dire ai giovani che la
giovinezza è un transito. Spesso i giovani non sanno dove andare.
Altro problema: la vita si è fatta molto esigente.
Il nonno di Giordano ha fatto la seconda elementare. E’ tornato dalla guerra e
si è comprato un pezzo di terra. Il nonno non poteva fallire come contadino. I
nipoti sono laureati, ma non hanno la stessa prospettiva di vita. La loro vita
diventa molto più esigente. Cosa faranno della vita è difficile sapere. Al
nonno bastava essere contadino come tutti. I nipoti laureandosi, dovranno
realizzare qualcosa nella vita che devono inventarsi.
La generazione dei quarantenni è la
prima che ha potuto mescolare le carte, dove i contadini hanno studiato con i
figli degli avvocati.
Oggi, i figli hanno infinite
possibilità di meno. Oggi i giovani devono realizzare qualcosa di grande. Non mancano le
opportunità: sono le esigenze che creano il problema. Ai figli laureati oggi la
possibilità è friggere le patatine. Va a Londra e là frigge le patatine. Nessun
genitore accetta che il figlio sia limitato dai soldi, per lo meno qui da noi.
La maggior parte dei giovani oggi studia grazie ai soldi dei nonni. Non c’è
scontro sociale perché la famiglia aiuta i giovani. C’è una categoria di giovani
che soffre: quelli che non hanno i nonni, esempio gli immigrati. Per chi non ha
la famiglia i problemi sono gravi. I nostri giovani non fanno la rivoluzione
perché sono pieni di soldi. La nuova mobilità dei giovani è motivata dal
riattivarsi dei sogni: là altrove, sono uno che sta seguendo i suoi sogni. Là
sa di futuro. Bisogno di rinnovare la mia identità. Onorare il proprio nome
diventa oggi un fardello pesante. Il sogno che abita i giovani è diventare
famoso.
In un’epoca in cui non c’è più
un’impresa collettiva, prendiamo due direzioni diverse:
·
la
prima è l’impresa personale.
·
La
seconda cosa è l’impresa scismatica (qualcuno deve avere la colpa se la cosa
non funziona più). La caratteristica dell’impresa scismatica è che giustifica
la violenza.
Nella chiesa c’è un altro problema:
la trasmissione della fede. La percezione è che la trasmissione non è più
possibile. Sta venendo a mancare la trasmissione della fede. I giovani sono più
distanti dalla chiesa, ma più interessati alla fede. No alla scatola di proposte,
ma aperti alla fede. Ci sono giovani che pregano a modo loro. Tutta questa RICERCA
È AL DI FUORI DEL NOSTRO CIRCUITO. Non ci sono più luoghi sacri. I
giovani d’oggi non ha non paura dell’inferno futuro, ma dell’inferno del tempo
presente, dall’inferno di questa vita.
Da una fede etica ad una fede
estetica.
L’oratorio è l’attività più
interessante ( a questo punto sono andato a letto).
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