Paolo Cugini
"La verità illumina la giustizia", questo lo slogan scelto per
XX Giornata delle memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti
delle mafie. Libera per la XX edizione ha scelto l'Emilia Romagna, ha scelto
Bologna. Ho partecipato a questa manifestazione perché credo nella possibilità di cambiare la mentalità mafiosa presente sul nostro territorio con un impegno effettivo, mettendoci la faccia.
La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Sul palco della manifestazione che ha visto confluire più di duecento mila persone sono stati letti i nomi di circa 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Sul palco della manifestazione che ha visto confluire più di duecento mila persone sono stati letti i nomi di circa 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Di manifestare contro le mafie
ce n’è bisogno eccome. La scelta di Bologna come sede della manifestazione non
è casuale. Come ha ricordato il sindaco di Bologna Virginio Merola “I dati del
rapporto sulle Mafie in Emilia Romagna dicono che nella nostra regione il
volume d’affari delle organizzazioni criminali vale circa 20 miliardi di euro”. È necessario, dunque continuare a combattere e, soprattutto promuovere la
cultura della legalità. Come ha, infatti, recentemente ricordato Papa
Francesco, la Mafia va a braccetto con la corruzione politica. Diviene allora
necessario e sempre più urgente contrastare la cultura mafiosa con la cultura
della legalità e con l’informazione. Lo ha sostenuto il Procuratore di Bologna
Roberto Alfonso, in uno dei seminari tenutisi nel pomeriggio sul tema: Le mafie
in Emilia Romagna.
Il Procuratore Alfonso ha fondato la propria relazione
parlando dello specifico della presenza mafiosa in Emilia Romagna utilizzando
due termini: delocalizzazione e radicamento che sono “due facce della stessa
medaglia. Delocalizzazione significa esportazione
dalla Calabria all'Emilia Romagna delle modalità mafiose per raggiungere il
risultato. Radicamento è qualcosa di più
che un’infiltrazione. La mafia è stanziale dal giugno del 1982 in Emilia. Si
sono installati in Emilia per operare in termini stabili e definitivi. Stiamo
parlando dei calabresi. É un fenomeno che utilizza nel territorio modalità
calabresi. Tutto ciò è appurato attraverso l’indagine”. Non si tratta di una presenza sporadica, ma di un vero e proprio
insediamento per controllare il territorio. Durante il seminario in varie
occasioni si è ricordato la stranezza della presenza mafioso su di un
territorio che, per storia e tradizione, si pensava immune. E invece si deve
parlare di mafia come “valore
aggiunto: è un termine economico che applichiamo all'organizzazione criminale
dell’andrangheta. È una multinazionale, infatti è de localizzata. L’imprenditoria
locale accetta perché è un vantaggio. L’omertà è dettata per lo più dalla paura
di vedere il bos. Qui è un silenzio dettato dall'economia, delle agevolazioni
che può ottenere. “C’è una relazione di complicità – ha sostenuto Alfonso - che
diventa sempre più profonda e quando decide di sganciarsi non ce la fa. Quando
gli imprenditori rimangono incastrati in questi meccanismi accumulano dei debiti
e per questo falliscono”.
Le nuove
generazioni, presente massicciamente alla manifestazione di Bologna sono la presenza,
non solo per il futuro, ma anche nel presente, della possibilità di un
cambiamento di mentalità, per passare dalla cultura dell’omertà e dei favori ad
personam, alla cultura della legalità e della giustizia. Che bella gioventù!
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