martedì 17 marzo 2015

DON LORENZO MILANI E L'ESPERIENZA DI BARBIANA MESSO IN SCENA DAI BAMBINI DI REGINA PACIS





Paolo Cugini

Sono alcuni anni che i vescovi italiani insistono per una catechesi più esperienziale, meno legata al modello scolastico e più coinvolgente. Oltre a ciò è nota anche l’insistenza per un maggior coinvolgimento delle famiglie nel processo dell’iniziazione cristiana dei bambini. Come riuscire a dire il Vangelo di Gesù in modo tale da interessare i bambini, da coinvolgerli attivamente? Sembrano domande importanti che a volte lasciamo cadere nel vuoto, sopraffatti da una rotina catechetica che non lascia spazio alla creatività, al desiderio di tentare percorsi nuovi. A volte, però è importante provarci perlomeno per capire se la proposta del Vangelo è ancora attuale e cioè se ha qualcosa da dire alle nuove generazioni.

In virtù di queste esigenze nella parrocchia di Regina Pacis si è pensato di tentare un percorso sperimentale coinvolgendo i bambini delle classi quinte, l’anno cioè che non è legato a nessun sacramento e, quindi più libero. Abbiamo pensato di proporre una figura cristiana significativa sia per i bambini che per i genitori, una figura che fosse significativa anche per i contenuti, per il messaggio proposto valido per la nostra società. La nostra attenzione si è spostata sulla figura di don Lorenzo Milani e la sua esperienza pastorale di Barbiana. Dire don Milani significa un certo modo d’intendere la chiesa e l’oratorio, un’attenzione preferenziale per i poveri, il bisogno di giustizia e, soprattutto, un certo modo d’intendere l’educazione, sia scolastica che religiosa. Quella di don Milani è senza dubbio un’esperienza di quelle che fanno riflettere e che non lasciano spazio all’ambiguità. Sfogliando le lettere che don Milani scirveva ai ragazzi ci si rende conto della grande sensibilità che questo prete aveva, del significato di guidare un cammino di fede che sappia incarnarsi nella vita e, soprattutto, del rispetto della libertà personale nelle scelte importanti della vita.  Abbiamo poi cercato qualcuno che ci potesse aiutare. Non basta, infatti conoscere qualcosa quando si tratta di trasmissione di contenuti ai bambini, occorre anche la capacità di saperlo trasmettere. Per la competenza assunta in questi anni e anche per la conoscenza dell’esperienza di don Milani abbiamo chiesto a frate Antonello Ferretti di accompagnarci in questo percorso. Detto e fatto.

Vedere coinvolti nel cammino d’iniziazione cristiana non solo i catechisti e i bambini, ma anche i loro genitori assieme ad alcuni educatori è stata l’idea che ci ha spinto ad osare qualcosa di nuovo. Abbiamo sentito l’esigenza di prendere sul serio le indicazioni dei vescovi, che ci consigliano di avere il coraggio di uscire dallo schema di una catechesi scolastica per proporre qualcosa di coinvolgente e, allo stesso tempo interessante. Troppo spesso, infatti, nel percorso di catechesi, ci si preoccupa più dei contenuti che del modo di comunicarli e trasmetterli, esattamente come accade a scuola. Abbiamo iniziato con una frequenza mensile, anche perché la richiesta non era quella di trascorrere assieme la classica ora di catechismo, ma il pomeriggio intero. Oltre a ciò, abbiamo pensato di finalizzare il percorso con qualcosa di concreto, qualcosa di visibile e di presentabile alla comunità, una specie di messaggio finale del percorso svolto da poter condividere. Fr. Antonello ci ha raccontato alcune storie della vicenda di Barbiana vissuta da don Milani e dai suoi ragazzi. Storie che lentamente hanno preso corpo nella fantasia dei bambini della catechesi, che hanno ricostruito le storie assieme a genitori e catechisti, pensando insieme alle musiche, alle scene, ai testi. Cogliere il vangelo non come una dottrina, ma come un’esperienza di vita, uno stile, un modo di vivere alternativo che s’inserisce nel cammino vitale quotidiano, nell'impegno scolastico, che per un bambino è di fondamentale importanza, nelle scelte della vita quotidiana che un genitori deve poter fare: è questo il senso della proposta. Nel percorso di catechesi diviene importante potersi confrontare con esperienze che hanno segnato le persone coinvolte, ne hanno condizionato le scelte, indicato un cammino. Significativo, allora, è iniziare e continuare a lavorare assieme  - genitori, bambini, catechisti, educatori – allo stesso progetto, scambiando idee, punti di vista, toccando con mano un’esperienza di vangelo vissuto e, allo stesso tempo, temi di grande attualità come l’educazione, la diseguaglianza sociale, i poveri, l’importanza della scuola e della formazione nella vita di una persona. Parola che si fa carne, pensiero che diventa azione, che si realizza in scelte concrete, modo di essere che illumina e orienta.

Il progetto iniziato in punta di piedi ha avuta una ricaduta quasi immediata anche sulla comunità. Si è avvertita, infatti, l’esigenza di aiutare gli adulti, assieme ai catechisti e agli educatori dei gruppi delle superiori di approfondire l’esperienza di Barbiana con una serie d'incontri. Significativo, in questa prospettiva,  è stato il reading di alcune lettere di don Milani, commentate da fr. Antonello. Oltre a ciò, si è pensato di estendere la figura del priore di Barbiana anche in altri percorsi formativi. Il campeggio invernale delle medie dell’unità pastorale ha avuto come tema dominante proprio l’esperienza di Barbiana, percorso che intendiamo continuare anche nella proposta del medio-grest estivo.

Sabato 18 aprile nella sala polivalente del nuovo oratorio di Regina Pacis vi invitiamo, allora, ad assistere a: BARBIANA: DOVE I SOGNI DIVENTANO REALTÀ. Molto più di uno spettacolo, potremmo dire una storia intessuta di tante storie. Senza dubbio c’è la storia dei bambini che partecipavano quotidianamente alla scuola di Barbiana con don Lorenzo Milani. Ci sono anche le storie dei bambini della quinta elementare della parrocchia di Regina Pacis, con le loro catechiste e i loro genitori. È stato bello vedere i genitori non solo a portare e scaricare i loro figli per la catechesi, ma a rimanere con loro, a costruire assieme a loro IL PONTE DI LUCIANO, interessarsi delle musiche, delle sceneggiature, a scrivere insieme i testi. Piccole cose, che però possono diventare significative per il fatto che, facendole si sono appassionati, hanno desiderato incontrarsi, hanno vissuto in prima persona quel percorso che solitamente vivono da spettatori. 




Nessun commento:

Posta un commento