Si è svolto giovedì 2 dicembre,
Organizzato dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, il
convegno Trascendenza ed esperienza nell’orizzonte di una fede incarnata. IV
tavola rotonda Donne e religioni, presso la Fondazione Scienze Religiose
Giovanni XXIII a Bologna.
Sintesi.
Paolo Cugini
Cettina Militello
Profezia delle donne. In
genere si riflette sulla relazione tra le donne e lo Spirito. Donne e profete
ci sono nel primo e nel secondo Testamento e nell’arco della storia delle
comunità cristiana. Il problema nella chiesa cattolica è stato il discernimento
dello spirito profetico gestito dalla gerarchia maschile. Le donne, le ribelli.
Delicatissima è la soglia del riconoscimento. La profezia come intelligenza del
presente che apre al futuro. Forme di profezia. A fare la differenza è il
consolidarsi per le donne allo studio. Adriana Zarri è un punto di riferimento.
Nel mondo cattolico l’accesso alla teologia è stato l’aspetto più
significativo. Letizia Tommasone. Negli ultimi vent’anni si è incrementata la
presenza delle donne nella chiesa, anche se la gerarchia non apre molto spazio.
Spesso quando una donna entra nei giri della gerarchia, come le teologhe che
insegnano in alcune facoltà cattoliche, significa che ha interiorizzato il
maschilismo e, quindi, è inquadrata. Altro dato significativo è la crisi della
vita religiosa. Significativo è il coordinamento teologhe italiane. Per le
cattoliche resta l’esclusione dall’ordinazione sacerdotale. C’è un impegno
sororale che va oltre le confessioni. Le donne sono molto presenti nelle
comunità israelitiche, anche nel campo letterario (cfr. Liliana Segre). C’è un
altro tipo di presenza: quello del martirio. Non basta essere donne per
rimuovere moduli maschilisti e gerarchici. Maria Laura Benetti, suore italiane
morte di Ebola. Molte donne religiose sono state uccise in Africa. Le donne
possono dare un grande contributo nella trasformazione delle chiese. La
questione oggi è la presenza normale nel vissuto delle chiese. La differenza è
una chance in più.
Carla
presenza e ruolo delle
donne nell’ebraismo e nelle chiese cristiane dagli anni ’70 ad oggi.
Ho frequentato i gruppi
donne delle comunità di base, un percorso profetico. C’è il problema del potere
sulle coscienze delle gerarchie. A Pinerolo abbiamo attivato una comunità di
base, un percorso radicalmente nuovo, uomini e donne insieme. Abbiamo creato un
rapporto con femministe che ci ha permesso di entrare in dialogo con varie
realtà di base e teologiche. Ci siamo confrontate a lungo sulla nostra
differenza sessuale e abbiamo deciso di uscire da un sistema maschile
precostituito. Con le donne delle altre comunità di base ho capito che dobbiamo
tenere insieme mente… occorre riportare ad unità l’intero nostro essere. È la
teologia corporea. Nel 1988 abbiamo proposto il seminario le scomode figlie
di Eva, dove un gruppo di sole donne ha presieduto l’eucarestia. Attraverso
questo gesto, si era sprigionato un forte desiderio di libertà femminile. Questa
prima celebrazione è stata la prima di una serie. Trent’anni dopo, un gruppo di
donne in Germania ha celebrato l’eucarestia con la partecipazione di molte
persone. La manifestazione ha contagiato altre diocesi in Austria e Svizzera. Abbiamo
riscoperto le donne delle prime comunità e con esperienze mistiche successive. Nel
2003 la partecipazione al sinodo interreligioso delle donne a Barcellona è
stato un momento di scambio importante. Il sinodo delle donne può offrire un
modello significativo. Paestum 2012: la sfida del femminismo
nel cuore della politica. L’abbattimento
delle strutture gerarchie e maschiliste ha creato un vuoto, che abbiamo riempito
con nuovi significati. Nuovi interrogativi, dire Dio nell’esperienza soggettiva
di ciascuna. Occorre favorire confronti che vanno oltre ai cammini prefissati. Confronto
con donne delle diverse appartenenze religiose. Il nostro è stato un cammino
che crea comunità come misura femminile nel mondo. 1988 gli uomini hanno cominciato
a comprendere che non esiste un solo cammino, quello maschile, ma anche
femminile. Il nostro percorso ha prodotto alcuni cambiamenti negli uomini,
cammino di autocoscienza maschile. Ciò ha permesso di provocare nuove
riflessioni su temi delicati come la prostituzione. Vivere la profezia
significa essere se stessi. “sto imparando a farmi mediazione vivente”. Alcune
di noi hanno intrapreso un percorso di storie viventi, per scrivere il proprio
vissuto, fare memoria.
Mondo femminista ebraico.
Non avendo un’autorità
religiosa centrale, i gruppi hanno uno sviluppo autonomo.
Movimento nato nell’800
in Germania proclamando l’uguaglianza di uomini e donne nell’ambito sinagogale.
C’è un gruppo che ha cercato di cambiare i libri di preghiera, per togliere l’impronta
maschilista. Anche i rabbini si sono accorti che hanno un approccio più pratico
per risolvere un problema. Ci sono delle donne che nelle comunità stanno
diventando rabbine. Viene fatto riferimento a Debora per fondare la possibilità
delle donne ebree di prendere la parola nella sinagoga. Ci sono piccole
comunità in cui sta avvenendo un cambiamento.
Alessandra Trotta
(Valdese)
1967: la chiesa valdese
consacra delle donne pastore. Ho vissuto in una chiesa del sud Italia, che ha
accompagnato l’evoluzione della comunità in modo democratico. Negli organismi
della chiesa valdese c’è una presenza significativa e paritaria delle donne,
anche negli organi di potere. Il fondamento
biblico riconosce molti spazi alle donne, a differenza delle letture
maschiliste che vengono proposte. C’è un’ermeneutica che viene introdotta dal mondo
femminile nelle chiese. Nelle chiese protestanti il ministero non è di tipo
sacerdotale, quindi rimane fuori il tema del puro e impuro. Nelle chiese
protestanti la centralità è il ministero della Parola, più che sacramentale. Anche
la concezione dell’autorità nella chiesa: c’è distinzione tra autorità umana e
divina e tutte le autorità ecclesiali sono riportate alla dimensione umana. Si
sviluppa un ministero che sottolinea il valore della cura, della relazione. Si
dice profezia delle donne, vuole dire che crediamo in un modo diverso di
esercitare il potere. Problema della collegialità reale ed effettiva. C’è poi
il problema delle donne e l’ecumenismo. C’è il problema della chiesa inclusiva,
che fa fatica a svilupparsi, soprattutto a riguardo dei migranti. Altro problema:
universo giovanile. Ci sono categorie mentali e metodologici molto distanti tra
le generazioni.
Paola Cavallari
È la quarta tavola
rotonda. Appello alle chiese in Italia sulla violenza alle donne.
Fiorire della forza
debole. Ci riconosciamo nella vulnerabilità di cui sono fatti i nostri corpi. Ci
sono molti esempi di infedeltà a se stessi. Solo una minoranza di donne nere si
sottrae alla forza del patriarcato, perché la strada è molto dura. Divenire coscienza
non è tendere all’indipendenza, ma va compreso nel percorso di farsi strada di
un sé a fatica. Mary Dely: richiede ciò che realmente siamo richiede coraggio
per affrontare l’esperienza del nulla. Con il femminismo le donne hanno visto
la necessità dello scontro. La speranza umana è ontologica. Alcune voci
femminili.
Ivone Gebara. Narra
della sua vocazione al monastero. “Non riesco a fare del sogno di mia madre il
mio sogno: c’è un abisso”. Il senso di colpa ha accompagnato la mia vita. Avevo
paura del mio corpo, del peccato. Avevo paura. La chiesa gerarchica mi ha reso
il cammino difficile.
Carla Lonzi.
Si è definita profeta. Il bisogno di autonomia entra in contrasto con il
bisogno di amore. L’uomo vede l’amore di una donna per sorreggerlo. Carla
sentiva un grande desiderio di testimoniare la verità. L’idea di migliorarci
viene dalla sofferenza.
Anna Deodato.
Segue le vittime di violenza subite da suore. Emerge un quadro devastante, ma
anche da riscatto. Una donna violata si sente una donna sporca. A causa dell’abuso
è perso la vita e il senso globale dell’esistenza. Paura di non essere creduta.
Viene taciuta dalla comunità per miseri giochi di potere. Desiderio di
risorgere. Guardare il percorso fatto come lotta per la vita. Sto ritrovando l’armonia.
Sento rivivere il desiderio di dare.
Con l’Osservatorio è nata una bambina.
Occorre una teologia dal
basso dove l’agire è quasi più decisivo del pensiero. Favorire la consapevolezza
che la violenza contro le donne sono un elemento strutturale e non emergenziale.
Giovanni Salupi ha dato un grande contributo. Il patriarcato è un veleno.
Auspichiamo la pace, ma una pace che non sai dimentico del furto degli uomini,
del loro dominio sulle donne.
Grazie Paolo, la prossima volta spero di riuscire a venire. Interessanti le idee ma soprattutto la testimonianza perché ci indica il possibile realizzato che chiede coraggio e diventa stimolo per legittimarsi ad essere quello che siamo liberati dalla mediazione dell'autorità, che troppe volte si è imposta come sostituto della coscienza invece che offrirsi come collaboratrice della gioia
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